“È entrato nella sala, ha chiuso la porta e ha urlato “vi ammazzo tutti“, e ha cominciato a sparare”. È quanto raccontato da una testimone presente all’assemblea del consorzio Valleverde, un consorzio residenziale di tipo turistico situato tra Ascrea e Rocca Sinibalda (Rieti), in corso domenica mattina in un bar di via Monte Giberto a Fidene, quartiere della periferia nord-est di Roma. Durante la riunione – convocata per approvare il bilancio preventivo 2023 – uno dei consorziati, Claudio Campiti, 57 anni, ha aperto il fuoco uccidendo tre persone e ferendone altre quattro. Le vittime sono tre donne, Sabina Sperandio, Elisabetta Silenzi e Nicoletta Golisano. I quattro feriti sono stati trasportati negli ospedali Sandro Pertini e Umberto I: uno di loro, un sessantenne che ha fermato l’aggressore gettandosi su di lui e bloccandolo a terra, è stato colpito da un proiettile in piena faccia ed è in gravi condizioni.

L’omicida, che risulta incensurato, è stato arrestato dai Carabinieri. A quanto si apprende ha rubato la pistola – una Glock calibro 9 – da un poligono di tiro: aveva fatto richiesta di ottenere il porto d’armi ottenendo però un diniego, arrivato grazie alle informazioni fornite dalle forze dell’ordine del luogo di residenza, che avevano riferito delle liti in corso con il consorzio: i vicini infatti lo avevano segnalato perché in un’occasione aveva minacciato alcuni ragazzini che giocavano davanti a casa sua. Campiti era da tempo in rotta di collisione con gli altri consorziati: aveva aperto un blog, consorziovalleverde.blogspot.com, in cui se la prendeva con i vertici dell’ente, descritti alla stregua di un’associazione mafiosa. Molti anni fa ha subito il lutto della morte di suo figlio 14enne in un incidente sulle piste da sci in Trentino-Alto Adige. Sul suo profilo Facebook numerosi riferimenti nazi-fascisti, tra cui una medaglia con un fascio littorio e il motto fascista “Molti nemici molto onore” e soldatini con le fattezze di Hitler e Mussolini.

“Minacciava perché non voleva pagare il consorzio ed era stato già denunciato per questo”, ha raccontato la vicepresidente, Luciana Ciorba. L’esistenza della denuncia è stata confermata dagli inquirenti. “È entrato e ha sparato puntando contro i membri del consiglio di amministrazione del consorzio. A un certo punto l’arma si è inceppata ed è stato bloccato da alcuni consorziati che hanno anche sbloccato la porta. Io mi sono salvata perché mi sono messa sotto il tavolo e sono riuscita a uscire carponi dalla sala. Sono sconvolta, potevo esserci io in quel tavolo”, ha raccontato. Un altro testimone specifica che l’omicida “aveva una pistola con un caricatore da 16 colpi inserito, più un altro caricatore da 16 colpi in tasca, più una busta piena di proiettili. L’hanno fermato altri consorziati, che gli si sono buttati addosso e gli hanno levato la pistola, poi hanno chiamato i Carabinieri”. Domenica mattina il numero unico di emergenza ha ricevuto diverse chiamate simultanee: diversi residenti, infatti, hanno sentito spari e urla provenienti dalla zona in cui si stava tenendo la riunione. Sul posto si è recato il pubblico ministero di turno, Giovanni Musarò.

La sparatoria è avvenuta mentre “era in corso la riunione di condominio nel dehors di un noto bar del quartiere, che fortunatamente era chiuso”, ha confermato all’AdnKronos Paolo Emilio Marchionne, presidente del Municipio III di Roma. La dinamica, ha detto, “mi lascia intendere che sia un fatto premeditato” perché “una persona che esce di casa per andare armata alla riunione di condominio evidentemente pensa di dover regolare il rapporto con i vicini di casa in questa maniera”. Il prefetto di Roma Bruno Frattasi, d’intesa con il sindaco Roberto Gualtieri, ha convocato per domani alle 10 una riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica sull’episodio. Le prime risultanze delle indagini hanno escluso comunque la riconducibilità del fatto a dinamiche di criminalità organizzata o comune.

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