Dalle dichiarazioni patrimoniali che l'eurodeputata ha pubblicato negli ultimi anni emerge una crescita costante dei depositi bancari: dai 210mila euro del 2019 si passa a 405mila nel 2020 e a 461mila nel 2021, di cui una buona parte custodita in Belgio. Inoltre, in un lungo post su Facebook, un'impiegata del Centro di ricerca per le questioni di uguaglianza, di cui Kaili era presidente, la accusa di averla "fatta fuori" illegalmente: dopo la denuncia è stata reintegrata
Un vaso di Pandora di proporzioni notevoli si sta aprendo sul Qatargate dopo l’arresto dell’ormai ex vicepresidente del Parlamento europeo Eva Kaili, 44enne politica ed ex giornalista greca, presidente del Centro greco di ricerca per le questioni di uguaglianza. Scorrendo le sue dichiarazioni patrimoniali spiccano alcuni elementi. In primis, l’Autorità antiriciclaggio ha individuato una società con sede ad Atene creata un mese fa da Kaili e dal marito Francesco Giorgi (assistente parlamentare, anche lui arrestato): la ragione sociale è il commercio e lo sfruttamento di beni immobili, in particolare di un immobile in via Skoufa nell’esclusivo quartiere di Kolonaki (vicino all’ambasciata italiana). Questa società è stata sequestrata dall’Antiriciclaggio, ma, essendo stata creata di recente, non compare nelle dichiarazioni patrimoniali.
Conti correnti – Dando uno sguardo ai conti correnti dell’europarlamentare, inoltre, emerge una crescita costante dei depositi. Nel 2019 Kaili dichiara circa 550mila euro di reddito, di cui 340mila euro provenienti dalla vendita di una casa unifamiliare di 250 mq avvenuta in primavera. In banca invece dice di avere circa 210mila euro, di cui 189.130 depositati in un isituto belga. Nel suo patrimonio immobiliare compaiono in totale cinque proprietà, quattro delle quali possedute al 100% e una al 25%. Nella dichiarazione del 2020, riferita all’anno fiscale 2019, il reddito cala a 219mila euro ma i depositi salgono a circa 405mila, di cui 335.680 in Belgio. In quello stesso anno acquista un appartamento da 169 mq ad Atene, nella zona di Psychiko, per 270mila euro, e dichiara come fonte del denaro la vendita di un bene. L’anno successivo – dichiarazione dei redditi 2021 – indica come reddito appena 164mila euro, mentre i suoi depositi salgono a 461.846 euro.
I racconti della ex sottoposta – In un lungo post su Facebook, un’impiegata del Centro di ricerca per le questioni di uguaglianza, Sofia Mandilara, racconta tanti particolari delle “abitudini” di Kaili. Nel 2013 – scrive – l’ex giornalista assume la presidenza del centro e violando il regolamento interno assume la sorella Magdalena. Racconta di essere stata fatta fuori dalle sorelle, che l’hanno sostituita nonostante il concorso vinto: quando è arrivato il momento di ripetere il concorso per il rinnovo del progetto, hanno sostenuto che non fosse abbastanza titolata, nonostante la laurea magistrale, la conoscenza di tre lingue straniere e il conseguimento della patente informatica Ecdl. L’impiegata ha denunciato la vicenda e dopo due anni è tornata regolarmente al suo posto. Racconta, inoltre, che in un’occasione Kaili si era recata a New York per Natale con il pretesto di organizzare un incontro delle Nazioni Unite, arrivando però il giorno in cui l’incontro era finito.
I no e i ni – Altri due episodi a cornice sono utili per ricostruire le mosse di Kaili all’Europarlamento. In primo luogo, l’eurodeputato cipriota Loukas Fourlas ha rivelato che l’ex vicepresidente si era rivolta a lui per far approvare alcuni emendamenti al rapporto sul Qatar, tra cui uno che “diceva che il Qatar non è stato così severo sui diritti umani e sulla repressione dell’omosessualità“. Fourlas ha raccontato di aver informato il ministero degli Esteri di Cipro e di aver votato contro. Poi c’è un tweet recente del vicepresidente della Commissione, il greco Margaritis Schinas, che ha proposto di dare ai cittadini del Qatar il diritto di viaggiare in Europa senza visto “per via della crescente intensità e profondità delle relazioni dell’Ue con il paese.” Un endorsement che accende i riflettori sull’operato del vicepresidente della Commissione, che, va ricordato, non è stato coinvolto nel Qatar gate.