L'inchiesta della Procura federale belga si è concentrata anche su Fight Impunity, associazione fondata, tra gli altri, da Antonio Panzeri, colui che viene considerato il grande manovratore in tutta questa vicenda, e su No Peace Without Justice, ong che combatte in favore delle stesse tematiche. Scavando all'interno delle due organizzazioni e analizzando i profili dei componenti principali, emergono i collegamenti tra di esse e, di nuovo, l'intreccio tra ambienti socialisti e radicali
Lo scandalo sulle mazzette del Qatar al Parlamento Ue ha penetrato nel profondo la famiglia dei Socialisti europei, colpendo eurodeputati di oggi e di ieri, i loro assistenti parlamentari fino ad arrivare a una dei vicepresidenti dell’aula. Ma i suoi tentacoli hanno rotto il nucleo delle formazioni raccolte nel gruppo S&D e si sono allargati fino a coinvolgere anche l’ambiente dei Radicali Italiani. Non attraverso i loro rappresentanti a Bruxelles, dato che +Europa non ne ha eletti, ma tramite le associazioni e ong legate al partito guidato da Emma Bonino, che risulta estranea alle indagini.
Perché l’inchiesta della Procura federale belga si è concentrata anche su Fight Impunity, associazione fondata nel settembre 2019, tra gli altri, da Antonio Panzeri, colui che viene considerato il grande manovratore in tutta questa vicenda, e attiva nel campo della lotta in favore dei diritti umani, e su No Peace Without Justice, ong che combatte in favore delle stesse tematiche. Scavando all’interno delle due organizzazioni e analizzando i profili dei componenti principali, emergono i collegamenti tra di esse e, di nuovo, l’intreccio tra ambienti socialisti e radicali.
Il primo nome che ricollega l’indagine agli ambienti radicali è quello di Niccolò-Figà Talamanca, uno dei cinque arrestati dalle forze dell’ordine belghe nell’inchiesta per corruzione al Parlamento europeo. L’uomo, con un importante passato al Tribunale penale internazionale per l’ex-Jugoslavia dell’Aia, è oggi segretario generale di No Peace Without Justice, organizzazione fondata nel 1993 da Emma Bonino, che ne è ancora presidente, e nata, si legge sul sito, da una campagna del Partito Radicale Transnazionale. Inoltre, da un comunicato presente sul sito dell’Associazione Luca Coscioni, si viene a sapere che Figà-Talamanca è, o è stato, anche membro dello Steering Committee di Science for Democracy, fondata da un gruppo di membri dell’Associazione Luca Coscioni “per promuovere l’affermazione del ‘diritto alla scienza’ attraverso un dialogo tra la comunità scientifica e i decisori”. Tra questi fondatori, scorrendo l’atto costitutivo, ci sono anche Figà-Talamanca, che ha poi ricoperto il ruolo di tesoriere e amministratore delegato, e l’uomo che rappresenta uno dei collegamenti tra No Peace Without Justice e l’altra ong, Fight Impunity: Gianfranco dell’Alba.
Quello di dell’Alba, che risulta estraneo alla vicenda, è un nome noto nella politica italiana, dato che dal 1994 al 2004 è stato Deputato al Parlamento europeo, eletto nel 1994 con la Lista Marco Pannella e nel 1999 con la Lista Emma Bonino. Dal 2006 al 2008 è stato inoltre capo di Gabinetto del ministro per le Politiche Europee Emma Bonino. Parallelamente, dal 1998 al 2009, ha ricoperto proprio il ruolo di segretario generale di No Peace Without Justice, prima di essere sostituito da Figà-Talamanca. Consultando l’atto costitutivo di Fight Impunity, la ong presieduta da Panzeri e oggetto di perquisizione da parte degli investigatori belgi, risulta che tra i fondatori, oltre a Panzeri, c’è proprio dell’Alba.
La connessione tra le due organizzazioni vicine all’ambiente dei Radicali è confermata anche da ciò che si può notare semplicemente passando di fronte alla sede di Fight Impunity in Rue Ducale 41, a Bruxelles. Al fianco del portone si trova la targa della ong, ma ci sono anche quelle di No Peace Without Justice, dell’Associazione Luca Coscioni, dei Radicali Italiani e di +Europa. Inoltre, proprio Emma Bonino risulta far parte del board onorario di Fight Impunity. Nonostante ciò, la leader radicale, alla domanda del Corriere che le ha chiesto se conoscesse Antonio Panzeri, si è limitata a rispondere: “Non mi ricordo di lui, può essere che l’abbia incontrato qualche volta quando ero al Parlamento europeo”.