Tradizioni cristiane si mescolano ad antichi riti indigeni, nel cuore di una terra che regala sole e temperature miti anche durante il “nostro” inverno. Ecco perché – e dove – festeggiare il Natale in Messico, tra posadas e Nochebuenas
Le giornate si accorciano, il buio naturale è rischiarato dalle luci di strade e vetrine, lo shopping si fa via via più compulsivo. Sì, il Natale sta davvero arrivando, con il suo bastimento carico di tradizioni e di colori, quelli degli alberi addobbati all’inverosimile e delle stelle di Natale (o poinsettia che dir si voglia). Sapete che questa pianta è originaria del Messico? E proprio il paese centroamericano, culla della civiltà Maya, terra di templi e vulcani, di riti mistici e di una religiosità antica, che ben si presta all’idea di trascorrere il Natale in Messico.
Perché scegliere lo Yucatan o la Quintana Roo per la festa più importante, attesa e amata dell’anno? Ci sono tanti motivi. Il primo, forse il più scontato, è il poter crogiolarsi al sole caraibico mentre tutti gli altri sono avvolti in sciarpe e cappotti. Temperature miti, quelle del Messico di fine dicembre, con una media di 25 °C e piogge pressoché assenti. Sole assicurato, abbronzatura garantita.
La stessa garanzia di successo della vacanza è quella che ti assicura Bravo, il brand del gruppo Alpitour che mette a tua disposizione il Bravo Viva Azteca di Playacar, una delle località turistiche più sviluppate e conosciute dal pubblico internazionale. Situato a 50 km da Cancun, davanti a una spiaggia bianchissima e larga, con ben 4 ristoranti di cucina tipica Maya, messicana, internazionale e anche italiana, è la meta ideale dove lasciarsi l’inverno alle spalle e salutare il 2022 all’insegna di una rilassante vacanza.
Intanto, immergiamoci a capofitto nelle tradizioni del natale messicano, per scoprire di più su una terra che mescola abitudini, profumi e colori come pochi altri paesi riescono a fare.
Le strade delle città e dei piccoli villaggi si tingono del rosso intenso delle Nochebuenas. Sono le stelle di Natale, simbolo delle festività in Messico, che vengono vendute a ogni angolo delle strade, soprattutto nei mercatini chiamati “Tianguis”, spazi all’aria aperta dove trovare agroalimentari, souvenir e innumerevoli altre merci. Durante il periodo Maya, le poinsettia venivano chiamate Cuetlaxochitl e simboleggiavano il sangue dei guerrieri caduti, che tornavano a nuova vita con la fine dell’inverno.
Il calendario dell’Avvento è scandito in modo diverso rispetto alle abitudini italiane: si iniziano ad allestire le scene della Natività solo il 12 dicembre, ma le feste si concludono il 2 febbraio, in occasione della Candelora. I presepi, in pubblico e in casa, restano dunque per quasi due mesi, e sono addobbati con elementi tradizionali della cultura Maya, come gli abiti Tzotzil, i cactus, i pesci, le produttrici di tortillas o l’inserimento nelle scene di Lucifero.
Dal 16 al 24 dicembre, le processioni de Las Posadas richiamano la tradizione evangelista spagnola e furono introdotti per sostituire le celebrazioni che ricordavano la nascita di Huītzilōpōchtli, il dio del sole, della guerra e dei sacrifici umani. Oggi, il rito ricorda molto la Novena, ma invece delle preghiere statiche in chiesa i fedeli percorrono le strade di piccole e grandi città, mettendo in scena il percorso che Maria e Giuseppe fecero verso Betlemme.
Le giornate del 24, 25 e 28 dicembre sono caratterizzate dalle celebrazioni religiose come la Messa di Mezzanotte e dalla cena di Natale, subito dopo la celebrazione, durante la quale si consumano il baccalà al pomodoro, il revoltijo de romerito e si brinda a base di ponche, mentre i bambini giocano con le luci di Betlemme, degli innocui fuochi artificiali.
Il Dia de los Santos Inocentes, che in Italia molti ricorderanno come i “Santi Innocentini”, è il 28 dicembre e nella tradizione spagnolo-messicana equivale al nostro Pesce d’Aprile. È un giorno di scherzi e goliardia, celebrato anche con piccoli doni, che richiamano la commemorazione dell’eccidio di Erode.
Oltre al baccalà, sono molte le specialità che vengono preparate nelle cucine messicane durante il periodo natalizio. Mentre in Italia è molto diffusa la “cena di magro” della Vigilia, in Messico si è soliti consumare carne bianca (tacchino e pollo) e tamales, ovvero involtini di mais ripieni generalmente di un mix di carne e verdure.
Anche se non è diffuso nelle grandi città, il rito di cuocere i tamales alla pachamanca (ovvero sotto le braci ardenti) rimane ancora un’abitudine nei villaggi.
Il 24 dicembre si prepara la Ensalada de la Noche Buena (che per certi versi ricorda l’insalata di rinforzo partenopea), mentre tra i dolci troviamo Buñuelos e Rosca de Reyes, quest’ultima tipica invece del giorno dell’Epifania (Dia de los Reyes).
Il ponche di Natale è una bevanda a base di biancospino, piloncillo (zucchero di canna a forma di stick), cannella, prugne, mele, pere, tamarindo e – nella versione alcolica – un tocco di Rum.