Si fa presto a derubricare l’evento delittuoso avvenuto vicino a Roma come espressione di un “pazzo killer”. Occorrerebbe capire come mai una persona evidentemente mentalmente alterata, che in varie occasioni aveva sporto denunce pretestuose, diffamato persone, minacciandone altre, non fosse stata presa in cura dai servizi psichiatrici. Ah, è vero non si definiscono più ambulatori di psichiatria, ma, pudicamente in ogni regione in modo difforme, assumono denominazioni che tendono a nascondere questa parola. La prestazione sanitaria si declina in connotati indistinti quale “servizio di salute mentale” oppure “di igiene mentale” o ancora “socio sanitario” (come se la dermatologia si chiamasse servizio per la salute della pelle o igiene della cute!). Se ci si vergogna del proprio nome è chiaro che difficilmente si potrà avere una buona opinione di sé stessi e svolgere un buon lavoro.
Tutti questi servizi psichiatrici, camuffati con nomi strambi, sono in grande difficoltà in tutta Italia per diverse ragioni. La prima è l’aumento esplosivo dell’utenza dovuta a svariati fattori, fra cui possiamo annoverare le paure correlate alla pandemia e alla guerra. Il secondo aspetto è la riduzione del personale e delle strutture, a seguito della stagnazione degli stanziamenti per la sanità. I tagli sono inevitabili nel momento in cui si aumenta l’erogazione alla sanità dell’1/2 per cento, mentre l’inflazione viaggia 4 o 5 volte più veloce e le risorse devono necessariamente essere dirottate verso urgenze come la pandemia.
In questo stato di abbandono il poco personale opera per contenere l’onda d’urto delle richieste di aiuto lavorando quasi esclusivamente sull’urgenza. Viene a mancare la prevenzione fatta anche di rapporti con la medicina di famiglia, coi servizi sociali e territoriali che potrebbero segnalare casi di pazienti affetti da delirio paranoide come, presumibilmente, questo povero malato di Roma.
Il disturbo paranoide è una malattia caratterizzata da diffidenza, sospettosità, idea che gli altri si coalizzino contro di noi per danneggiarci, sfruttarci e umiliarci. Sul piano comportamentale il malato tende ad isolarsi e a vivere ai margini della società con comportamenti bizzarri. Le sue richieste di aiuto non sono mai dirette, ma indirette, per cui si rivolge alle autorità politiche e sanitarie per manifestare il fatto che gli altri sono coalizzati contro di lui. Arriva a compiere gesti estremi come aggredire o uccidere perché la sua malattia lo fa sentire braccato e in pericolo in quanto “tutti sono pronti a fargli del male”.
Fortunatamente, se preso in carico, il paziente paranoico con le cure moderne migliora velocemente e può riprendere una vita adeguata. Quasi sempre dovrà continuare le cure a lungo termine perché se le interrompe, poco alla volta, il suo disturbo riprenderà vigore. Curare un paziente paranoico richiede molto tempo e disponibilità perché è una persona intelligente che non si può turlupinare. Guai ad esempio a mentirgli perché il rapporto terapeutico cesserebbe. Si deve lavorare sulla relazione, sulla fiducia andando a far emergere i lati fragili e le sofferenze che lo hanno portato a questo gravissimo malessere.
Nel caso di cronaca questo signore, dopo la morte tragica del figlio, in base alle descrizioni dei giornalisti, viveva in una casa senza servizi, denunciava a più riprese gli altri, dai quali cui si sentiva perseguitato, minacciava tutti coloro che gli si avvicinavano. Gli elementi per comprendere che fosse una persona bizzarra e sofferente erano presenti, per cui sarebbe stato opportuno un intervento attraverso un Accertamento sanitario obbligatorio (Aso) del servizio di psichiatria. L’accertamento sanitario obbligatorio si attiva, previa segnalazione del medico di famiglia o di una struttura di polizia, dopo una valutazione, a seguito anche di segnalazione di parenti, vicini di casa o persone con cui la persona malata si interfaccia.
Non dobbiamo credere che si tratti di casi così isolati e rari. Buona parte degli psicotici, che rappresentano l’1% della popolazione, sviluppa deliri paranoidei, da sommarsi a un numero imprecisato di persone affette da personalità paranoide (difficile è fare una statistica, ma alcune rilevazioni situano la percentuale nel 2% della popolazione). La nostra società favorisce il delirio paranoideo in quanto i luoghi di socializzazione si sono ridotti. Ogni persona per lo più vive passando dalla casa, all’automobile per poi tornare a casa, con un contatto scarso con le persone che incontra per strada e nei luoghi che frequenta. Spesso si conoscono di più i personaggi televisivi del momento, che i propri vicini di casa, per cui ci si abitua a ragionare da soli, con interlocutori immaginari. Molte trasmissioni televisive usano i telespettatori come farebbe il torero col toro.
Mentre il torero per far imbufalire il toro usa il drappo rosso, le trasmissioni che vanno per la maggiore mostrano le schifezze della società e della politica, per far infuriare lo spettatore. Quando il toro perde il controllo è facile per il torero infilzarlo. Allo stesso modo lo spettatore imbufalito sarà facile preda della pubblicità che infarcisce le trasmissioni in cui lui viene aizzato. Chi assiste, dopo aver visto le brutture della vita e della politica e dopo aver elaborato l’ idea che “tutto fa schifo”, si trova in uno stato di forte tensione. Ecco allora comparire una donna leggiadra che sponsorizza un profumo o un’auto che viaggia veloce su una strada assolata, senza traffico. Il malcapitato telespettatore, caricato precedentemente di tensione, riconoscerà nella pubblicità un angolo di pace e di felicità in cui rifugiarsi, per cui il messaggio passerà le barriere di diffidenza solitamente presenti nella sua mente.
Non voglio fare la solita tiritera per cui le colpe sono sempre della società e mai della singola persona. Vi sono tanti casi dove il malato lo è, indipendentemente dal contesto in cui vive. Proprio perché le patologie sono ineludibili occorrerebbe un tessuto sociale che cogliesse i segnali di sofferenza e servizi psichiatrici (senza nomi fasulli e infingimenti) che affrontassero con risorse e personale i problemi emergenti.
Luciano Casolari
Medico psicoanalista
Società - 13 Dicembre 2022
Strage in condominio, questi casi non sono rari ma i servizi psichiatrici in Italia sono in difficoltà
Si fa presto a derubricare l’evento delittuoso avvenuto vicino a Roma come espressione di un “pazzo killer”. Occorrerebbe capire come mai una persona evidentemente mentalmente alterata, che in varie occasioni aveva sporto denunce pretestuose, diffamato persone, minacciandone altre, non fosse stata presa in cura dai servizi psichiatrici. Ah, è vero non si definiscono più ambulatori di psichiatria, ma, pudicamente in ogni regione in modo difforme, assumono denominazioni che tendono a nascondere questa parola. La prestazione sanitaria si declina in connotati indistinti quale “servizio di salute mentale” oppure “di igiene mentale” o ancora “socio sanitario” (come se la dermatologia si chiamasse servizio per la salute della pelle o igiene della cute!). Se ci si vergogna del proprio nome è chiaro che difficilmente si potrà avere una buona opinione di sé stessi e svolgere un buon lavoro.
Tutti questi servizi psichiatrici, camuffati con nomi strambi, sono in grande difficoltà in tutta Italia per diverse ragioni. La prima è l’aumento esplosivo dell’utenza dovuta a svariati fattori, fra cui possiamo annoverare le paure correlate alla pandemia e alla guerra. Il secondo aspetto è la riduzione del personale e delle strutture, a seguito della stagnazione degli stanziamenti per la sanità. I tagli sono inevitabili nel momento in cui si aumenta l’erogazione alla sanità dell’1/2 per cento, mentre l’inflazione viaggia 4 o 5 volte più veloce e le risorse devono necessariamente essere dirottate verso urgenze come la pandemia.
In questo stato di abbandono il poco personale opera per contenere l’onda d’urto delle richieste di aiuto lavorando quasi esclusivamente sull’urgenza. Viene a mancare la prevenzione fatta anche di rapporti con la medicina di famiglia, coi servizi sociali e territoriali che potrebbero segnalare casi di pazienti affetti da delirio paranoide come, presumibilmente, questo povero malato di Roma.
Il disturbo paranoide è una malattia caratterizzata da diffidenza, sospettosità, idea che gli altri si coalizzino contro di noi per danneggiarci, sfruttarci e umiliarci. Sul piano comportamentale il malato tende ad isolarsi e a vivere ai margini della società con comportamenti bizzarri. Le sue richieste di aiuto non sono mai dirette, ma indirette, per cui si rivolge alle autorità politiche e sanitarie per manifestare il fatto che gli altri sono coalizzati contro di lui. Arriva a compiere gesti estremi come aggredire o uccidere perché la sua malattia lo fa sentire braccato e in pericolo in quanto “tutti sono pronti a fargli del male”.
Fortunatamente, se preso in carico, il paziente paranoico con le cure moderne migliora velocemente e può riprendere una vita adeguata. Quasi sempre dovrà continuare le cure a lungo termine perché se le interrompe, poco alla volta, il suo disturbo riprenderà vigore. Curare un paziente paranoico richiede molto tempo e disponibilità perché è una persona intelligente che non si può turlupinare. Guai ad esempio a mentirgli perché il rapporto terapeutico cesserebbe. Si deve lavorare sulla relazione, sulla fiducia andando a far emergere i lati fragili e le sofferenze che lo hanno portato a questo gravissimo malessere.
Nel caso di cronaca questo signore, dopo la morte tragica del figlio, in base alle descrizioni dei giornalisti, viveva in una casa senza servizi, denunciava a più riprese gli altri, dai quali cui si sentiva perseguitato, minacciava tutti coloro che gli si avvicinavano. Gli elementi per comprendere che fosse una persona bizzarra e sofferente erano presenti, per cui sarebbe stato opportuno un intervento attraverso un Accertamento sanitario obbligatorio (Aso) del servizio di psichiatria. L’accertamento sanitario obbligatorio si attiva, previa segnalazione del medico di famiglia o di una struttura di polizia, dopo una valutazione, a seguito anche di segnalazione di parenti, vicini di casa o persone con cui la persona malata si interfaccia.
Non dobbiamo credere che si tratti di casi così isolati e rari. Buona parte degli psicotici, che rappresentano l’1% della popolazione, sviluppa deliri paranoidei, da sommarsi a un numero imprecisato di persone affette da personalità paranoide (difficile è fare una statistica, ma alcune rilevazioni situano la percentuale nel 2% della popolazione). La nostra società favorisce il delirio paranoideo in quanto i luoghi di socializzazione si sono ridotti. Ogni persona per lo più vive passando dalla casa, all’automobile per poi tornare a casa, con un contatto scarso con le persone che incontra per strada e nei luoghi che frequenta. Spesso si conoscono di più i personaggi televisivi del momento, che i propri vicini di casa, per cui ci si abitua a ragionare da soli, con interlocutori immaginari. Molte trasmissioni televisive usano i telespettatori come farebbe il torero col toro.
Mentre il torero per far imbufalire il toro usa il drappo rosso, le trasmissioni che vanno per la maggiore mostrano le schifezze della società e della politica, per far infuriare lo spettatore. Quando il toro perde il controllo è facile per il torero infilzarlo. Allo stesso modo lo spettatore imbufalito sarà facile preda della pubblicità che infarcisce le trasmissioni in cui lui viene aizzato. Chi assiste, dopo aver visto le brutture della vita e della politica e dopo aver elaborato l’ idea che “tutto fa schifo”, si trova in uno stato di forte tensione. Ecco allora comparire una donna leggiadra che sponsorizza un profumo o un’auto che viaggia veloce su una strada assolata, senza traffico. Il malcapitato telespettatore, caricato precedentemente di tensione, riconoscerà nella pubblicità un angolo di pace e di felicità in cui rifugiarsi, per cui il messaggio passerà le barriere di diffidenza solitamente presenti nella sua mente.
Non voglio fare la solita tiritera per cui le colpe sono sempre della società e mai della singola persona. Vi sono tanti casi dove il malato lo è, indipendentemente dal contesto in cui vive. Proprio perché le patologie sono ineludibili occorrerebbe un tessuto sociale che cogliesse i segnali di sofferenza e servizi psichiatrici (senza nomi fasulli e infingimenti) che affrontassero con risorse e personale i problemi emergenti.
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Doha, 24 dic. (Adnkronos/Afp) - "Chiediamo maggiori sforzi per accelerare la revoca delle sanzioni internazionali contro la Siria". Lo ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri del Qatar, Majed al-Ansari, il giorno dopo che una delegazione di alto livello ha visitato Damasco. L'ambasciata del Qatar ha riaperto domenica, ponendo fine a una frattura durata 13 anni tra i due paesi.
"La posizione del Qatar è chiara", ha detto Ansari. "È necessario revocare rapidamente le sanzioni, dato che ciò che ha portato a queste sanzioni non esiste più e che ciò che ha portato a queste sanzioni sono stati i crimini del precedente regime".
Roma, 24 dic (Adnkronos) - Tutto pronto per l'apertura questa sera della porta santa nella basilica di san Pietro e, quindi, per l'avvio ufficiale del Giubileo. Tra l'altro, in chiesa saranno presenti le autorità civili, nazionali e cittadine oltre ovviamente alle autorità ecclesiastiche. Mentre oltre 25mila fedeli, giunti da tutto il mondo, parteciperanno al rito e alla celebrazione eucaristica dai maxischermi in piazza san Pietro.
La premier Giorgia Meloni è attesa a san Pietro, mentre certamente alla sarà presente il presidente della Camera Lorenzo Fontana: "Il Natale, quest'anno, introduce all'anno santo che ci porta a una riflessione sulla speranza, il messaggio dell'anno giubilare. La prima speranza è che il 2025 possa essere l'anno della pace, l'anno del cessate il fuoco, della parola fine sulle violenze contro gli innocenti", ha detto Fontana annunciando la sua presenza.
Anche per questo, sono già scattate le imponenti misure di sicurezza, che prevedono tra l'altro una 'zona rossa' di massima sicurezza in corrispondenza del perimetro interno di piazza san Pietro. A vigilare sull'area di massima sicurezza, tra l'altro, tiratori scelti e squadre antiterrorismo, cinofili, artificieri e reparti speciali di polizia e carabinieri. Saranno attive anche le postazioni anti-drone istallate dai comparti delle forze armate.
Roma, 24 dic (Adnkronos) - "L'aggressione omofoba avvenuta a Milano il 22 dicembre, contro una coppia di giovani uomini insultati e attaccati fisicamente mentre camminavano mano nella mano, è un fatto gravissimo e inaccettabile. Per questo motivo ho presentato un'interrogazione ai ministri della Giustizia e dell'Interno". Lo scrive sui social il senatore di Iv Ivan Scalfarotto.
"Questo episodio, purtroppo, non è isolato: i casi di violenza e discriminazione omolesbobitransfobica sono sempre più frequenti. È necessario che il Governo intervenga con urgenza, introducendo misure immediate ed efficaci affinché questi fenomeni siano prevenuti e contrastati -aggiunge Scalfarotto-. Chiedo inoltre che sia chiarito se gli aggressori siano stati identificati e quali provvedimenti siano stati presi. Non possiamo più tollerare inerzie, specie da un governo che non ha esitato a introdurre nuovi reati e nuove pene in ogni occasione e molto spesso anche per decreto legge: servono azioni concrete e immediate per tutelare i diritti e la sicurezza di tutti i cittadini, in particolare quelli più esposti all'odio e alla discriminazione".
Roma, 24 dic. (Adnkronos) - Dimenticate le cifre astronomiche delle regate transoceaniche di alto livello, come il Vendée Globe attualmente in corso a bordo dei grandi Imoca 60 piedi, e i budget milionari. Sta per partire laMini Globe Race,a bordo di imbarcazioni che più ridotte forse si potrebbe ma non è chiaro come: 5,80 metri di lunghezza per la circumnavigazione del pianeta, in solitario, sotto la formula di economicità e semplicità. Si tratta della prima regata di questa nuova classe di barche, nata circa cinque anni fa dal vulcanico avventuriero, e organizzatore di altre iniziative veliche di successo, Don McIntyre, che anni fa lanciò la Golden Globe Race, in solitario su barche retrò dotate di attrezzature anni '70, e poi quella in equipaggio con la stessa tipologia di imbarcazioni vintage, la Ocean Globe Race.
La Mini Globe Race è invece dedicata a imbarcazioni monotipo, cioé tutte tratte dallo stesso progetto -del progettista polacco Janusz Maderski-, autocostruite in compensato marino e resina epossidica ma dal piano velico e dalle appendici moderni ed efficienti, in grado di sostenere a lungo le infinite planate oceaniche con vento teso e mare formato: un compromesso tra semplicità e performance, come nelle intenzioni dell'ideatore, a dislocamento ridotto: appena 700 kg. A partire per il giro del mondo saranno in quindici, 13 uomini e due donne. Il costo stimato di questo barchino, chiglia in acqua, si aggira sui 30.000 euro. In confronto, i già piccoli Mini 6.50 sembrano vascelli.
Non è la prima volta che questi miniscafi si misurano in regata, e infatti la gara "di riscaldamento" del Mgr 2025 sarà la terza transatlantica della classe 5,80, con partenza sabato 28 dicembre da Lagos in Portogallo, tappa a Lanzarote che vale come qualificazione alla Mini Globe, e arrivo ad Antigua da dove il giro del mondo partirà effettivamente il 23 febbraio. A differenza del Vendée sono previste delle tappe: Panama, Mistery Island, Tahiti, Tonga, Fiji, Darwin, Cocos, Mauritius, Durban Cape Town, St Helena, Recife per finire, ovviamente, ad Antigua. Il percorso è il larga parte lungo l'equatore, evitando Capo Horn e Leeuwin ma passando da Buona Speranza.
"Quando spiego per la prima volta alla gente cosa sta per succedere con l'Mgr -scrive McIntyre nella presentazione della regata- la maggior parte scuote la testa e dice 'impossibile', o semplicemente mi fissano increduli. Questo non è un Vendée Globe, certo, ma è un'avventura realizzabile e accessibile per velisti speciali che è destinata a ispirare e stupire molti. L'intera flotta di 15 yacht vale meno di un foil di un Imoca". La regata ha trovato recentemente la sponsorizzazione di Alma Humans, fondata nel 2007 da un filantropo che vuole rimanere ignoto e che sosterrà la neonata classe 5,80 fino al 2030: "il nostro obiettivo -scrive lo sponsor- è sostenere quelle persone meritevoli che solitamente sono brillanti nei loro campi ma non sono realmente conosciute dalle masse".
La prima Mini Globe Race è stata disegnata per celebrare il cinquantesimo anniversario di una storia impresa in solitario, quella del britannico John Guzzwelle del suo "Trekka", una minibarca di poco più di sei metri in cui il gigantesco 25enne Guzzwell faceva una certa fatica a entrare ma che lui stesso aveva costruito, ispirandosi a sua volta ad un'altra barca simile, lo sloop "Sopranino" disegnato da Laurent Giles su cui altri due britannici, Patrick Ellam e Colin Mudie, attraversarono l'Atlantico nel 1952. Guzwell decise invece per la circumnavigazione e l'armo frazionato a yawl, per gestire meglio da solo la navigazione. Progetto sempre di Giles, ed ecco il Trekka di 6,25 metri, costruzione -magistrale, con incastri a coda di rondine e legni pregiati- dello stesso Guzzwell: il cantiere era un capannone dietro un negozio di fish and chips a Victoria BC, Canada.
Il viaggio durò 4 anni, tra il 1955 e il 1959, e fu raccontato in "Trekka Round the World", che ha ispirato centinaia di navigatori solitari su piccole barche e che trova, per ora, i suoi epigoni più recenti nella Mini Globe: la rotta è, infatti, quasi la stessa di quella seguita da Guzzwell e avrebbe dovuto avere lui come osservatore d'onore della regata, di cui è stato nominato "patrono". Ma Long John è morto lo scorso agosto, a 94 anni e dopo innumerevoli navigazioni -oltre all'apprezzato libro tecnico "Modern Wood Yacht Construction"- nella sua casa canadese. "Il team McIntyre MGR è stato onorato che abbia accettato il ruolo di Race Patron per la Alma Mini Globe Race 2025-2026 prima della sua scomparsa. La sua eredità continuerà a ispirare velisti e sognatori in tutto il mondo", è l'addio degli organizzatori.
Roma, 24 dic. (Adnkronos Salute) - Dal 1964 la Lega del Filo d'Oro si occupa e si preoccupa di unire – proprio come un lungo filo – le persone sordocieche al mondo esterno. E in questi 60 anni è diventata un punto di riferimento in tutta Italia per l'assistenza, l'educazione, la riabilitazione, il recupero e la valorizzazione delle potenzialità residue e il sostegno, alla ricerca della maggiore autonomia possibile, di queste persone e di quelle pluriminorate psicosensoriali di tutte le fasce d'età. Sessant’anni di presenza, oggi ancora più radicata con Centri e Servizi territoriali in 11 regioni, anche se poi gli oltre 1.200 utenti e le loro famiglie bisognose di aiuto e supporto che in media vengono seguiti ogni anno arrivano da tutta Italia. Un viaggio che narra una storia straordinaria fatta di solidarietà, impegno e risultati concreti: il 20 dicembre scorso per lo speciale compleanno della Lega del Filo d'Oro Poste Italiane ha attivato un servizio filatelico temporaneo con bollo speciale, con la dicitura "60esimo anniversario di Fondazione".
"Quello che volge al termine è stato un anno importante e ricco di soddisfazioni, che ci ha visto proseguire con impegno e passione nel cammino iniziato ormai 60 anni fa al fianco delle persone sordocieche e con pluridisabilità psicosensoriale e le loro famiglie - ha detto Rossano Bartoli, presidente della Fondazione Lega del Filo d'Oro - In una data così importante, nel ricordo di coloro che hanno dato vita all'associazione, voglio ringraziare sentitamente il personale, il Consiglio di Amministrazione e i componenti di tutti gli organi Istituzionali, i consulenti, i volontari per l'incessante impegno, le famiglie che rinnovano costantemente la loro fiducia in noi e i tanti sostenitori, senza i quali i nostri sforzi non sarebbero possibili".
La sordocecità, disabilità unica e specifica riconosciuta con la Legge 107 del 2010, è la combinazione di una minorazione visiva con una uditiva, totale o parziale. La pluridisabilità psicosensoriale indica, invece, quella condizione in cui alle problematiche sensoriali legate alla vista e/o all’udito si affiancano anche disabilità motorie, intellettive, cognitive o seri problemi di salute. Secondo il "Nuovo studio sulla popolazione di persone sordocieche, con disabilità sensoriali e plurime in condizioni di gravità", realizzato dall’Istat in collaborazione con la Lega del Filo d’Oro (2023), si stima che oggi in Italia le persone con disabilità sensoriali e plurime alla vista e all’udito e contemporaneamente con limitazioni di tipo motorio siano oltre 360mila. Si tratta di una fascia di popolazione spesso invisibile, che rischia di essere confinata nell’isolamento imposto dalla propria disabilità, la cui stima complessiva deve essere però vista verso l’alto, tenendo in considerazione anche i minori al di sotto dei 15 anni, non inclusi nella rilevazione, e le persone che presentano, oltre alla disabilità sensoriale, anche una disabilità intellettiva.
Per comprendere la loro condizione in termini pratici, basti sapere che la nostra mente riceve il 95% di tutto ciò che apprende attraverso questi due sensi. In questo scenario la Lega del Filo d’Oro, oltre a garantire attività di assistenza, educazione e riabilitazione alle persone sordocieche e con pluridisabilità psicosensoriale è impegnata in prima linea nel portare all’attenzione delle Istituzioni politiche e dell’opinione pubblica le loro istanze con l’obiettivo di ottenere inclusione sociale, autodeterminazione e autonomia.
Roma, 24 dic (Adnkronos) - "Apprendo con sgomento della morte di Eugenio Donise. Stanotte, a poche ore dal Natale, dopo una malattia che se l’è portato via in pochi mesi". Lo dice Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro della Camera.
"Eugenio è stato uno dei più significativi dirigenti del Partito Comunista Italiano a Napoli, per anni segretario regionale: ha attraversato con convinzione, passione e autonomia tante stagioni da Valenzi a Bassolino, dagli anni difficili del colera a quelli della ricostruzione, dalle battaglie contro la deindustrializzazione del Mezzogiorno alla lotta contro la degenerazione morale del pentapartito -prosegue Scotto-. Ha rappresentato la città al Senato della Repubblica, animando per anni il dibattito politico e culturale di Napoli, anche dopo la fine del suo impegno istituzionale"
"L’ultima volta che ho visto Eugenio è stato a un convegno di cui lui era relatore alla Camera del lavoro della Cgil su Togliatti e la via italiana al socialismo, con una specifica finestra aperta sula costruzione a Napoli del ‘partito nuovo’ nell’immediato dopoguerra. Uomo di una cultura sterminata - lo incontravi tutti i giorni a Port’Alba dove ci sono ancora le librerie più belle del mondo -, bibliofilo competente e allo stesso tempo sempre con l’orecchio a terra sulla difficile condizione materiale del popolo napoletano. Mancherà a tanti di noi che lo hanno conosciuto e ai tanti lavoratori che lui ha sempre difeso. Addio Eugenio", conclude.
Roma, 24 dic (Adnkronos) - "Proprio alla vigilia delle feste il governo Meloni e la sua maggioranza, nascosti, furtivi, in segreto erano pronti a piazzare sotto l’albero di tutti gli italiani, dei nostri giovani, degli sportivi, un pacco avvelenato: il ritorno delle sponsorizzazioni dell’azzardo nel mondo dello sport". Lo dice il senatore del Movimento 5 Stelle Marco Croatti.
"Così, secondo quanto si apprende, era previsto nella bozza decreto cultura, proprio per smantellare le tutele contro l’azzardo volute dal M5S e contenute nel decreto Dignità del 2018, nate per proteggere i valori positivi del nostro sport -prosegue-. È servito a qualcosa il nostro grido d’allarme, la denuncia che continuiamo a lanciare con forza affinché si blocchi definitivamente un'operazione vergognosa che avrebbe come conseguenza l’aggravarsi di una piaga sociale che ha costi sociali enormi e drammatici nel nostro Paese e che colpisce soprattutto le persone più deboli e fragili. L’azzardopatia distrugge le vite di migliaia di italiani, delle loro famiglie, dei nostri giovani e deve rimanere fuori dal mondo dello sport".
"Rivolgiamo un accorato appello a tutte quelle forze politiche che pensano al bene di tutti e non solo agli interessi di qualche lobby, a tutti i cittadini, che siano tifosi, sportivi o padri che vogliono proteggere i loro figli affinché affianchino il M5S nell’’opporsi con ogni strumento contro questa oscenità voluta dal governo Meloni, dalla Lega di Serie A e dai signori del betting. Facciamo squadra contro l’azzardo e restiiamo vigili", conclude Croatti.