Il giudizio della Commissione nel complesso è positivo, ma sono "non in linea con le raccomandazioni specifiche per paese" gli interventi identitari della nuova maggioranza. Appunti anche sulla mancata approvazione della delega fiscale di Draghi e sugli aiuti contro i rincari energetici: "L’Italia concentri sempre di più tali misure sulle famiglie più vulnerabili e sulle imprese esposte". La premier: "Soddisfatti. Confermata la bontà del lavoro fatto". Giorgetti: "Voi guardate il pelo nell’uovo. Noi giochiamo in Champions League"
È una promozione con diversi brutti voti quella arrivata da Bruxelles sulla prima legge di Bilancio del governo Meloni. Il parere della Commissione si conclude con un giudizio generale positivo – “Nel complesso” il documento programmatico di bilancio dell’Italia è “in linea con gli orientamenti di bilancio contenuti nella raccomandazione del Consiglio del 12 luglio 2022″ – che sconta però diversi rilievi critici molto pesanti. “In particolare su misure legate ai pagamenti digitali e all’evasione fiscale“, come ha riassunto il commissario Ue all’Economia Paolo Gentiloni. Quelle “insufficienze” fanno male perché riguardano tutte le misure bandiera della maggioranza di centrodestra, che hanno suscitato polemiche anche in Italia perché in evidente contrasto con gli impegni contro l’evasione fiscale presi nel Pnrr: il condono, l’aumento del tetto al contante e lo stop all’obbligo di accettare pagamenti elettronici sotto i 60 euro. In più nel mirino c’è anche il rinnovo dei pensionamenti anticipati con quota 103. Il governo, a caldo, fa buon viso a cattivo gioco: la premier Giorgia Meloni, ignorando le critiche, si è limitata a rivendicare che il giudizio “conferma la bontà del lavoro” fatto. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti con i cronisti abbozza: “Voi guardate il pelo nell’uovo. Ci sono dieci paesi che sono in linea. Noi giochiamo in Champions League, poi ce ne sono dieci che giocano in Europa League. Adesso venite qua a contestarci che giochiamo in Champions League, magari non la vinciamo però è una bella soddisfazione”.
Tutte le bocciature – “Le misure incluse nel documento programmatico di bilancio che non sono in linea con le raccomandazioni specifiche per paese”, spiega la Commissione, “riguardano in particolare: una disposizione che aumenta il massimale per le operazioni in contanti dagli attuali 2.000 euro a 5.000 euro nel 2023; una misura equiparata al condono fiscale che consente la cancellazione di debiti tributari pregressi relativi al periodo 2000-2015 e non superiori a 1.000 euro; la possibilità di rifiutare pagamenti elettronici inferiori a 60 euro senza incorrere in sanzioni e il rinnovo, con criteri di età più stringenti, nel 2023 dei piani di prepensionamento scaduti a fine 2022″. Il documento ricorda che nelle raccomandazioni 2019 “il Consiglio ha segnatamente raccomandato all’Italia di contrastare l’evasione fiscale, in particolare nella forma dell’omessa fatturazione, tra l’altro potenziando i pagamenti elettronici obbligatori, anche mediante un abbassamento dei limiti legali per i pagamenti in contanti, e di attuare pienamente le passate riforme pensionistiche al fine di ridurre il peso delle pensioni nella spesa pubblica” e gli interventi decisi dal governo Meloni sono platealmente in contrasto con quelle indicazioni.
Smentite, dunque, le tesi secondo cui la decisione di fissare a 10mila euro il limite massimo per i pagamenti in contanti in tutti i paesi dell’Unione sarebbe stata una sorta di “libera tutti” che dava ragione al governo. Quanto ai pagamenti con carta, l’introduzione delle multe in caso di rifiuto era uno degli obiettivi del Pnrr (raggiunto nel primo semestre 2022 come previsto dal cronoprogramma) con l’obiettivo di ridurre l’evasione fiscale. Resta da vedere se la maggioranza, alla luce del parere Ue, confermerà l’intenzione preannunciata ieri dall’azzurro Giorgio Mulè di ridurre a 40 euro la soglia sotto la quale da gennaio non sarà più obbligatorio accettare pagamenti con carta.
“Nessun progresso sulla riforma fiscale” – In più non sono stati compiuti “progressi” per quanto riguarda “la parte strutturale delle raccomandazioni di bilancio contenute nelle Raccomandazioni del Consiglio del luglio 2022, che richiedevano all’Italia di adottare e attuare adeguatamente la legge delega sulla riforma fiscale per promuovere ulteriormente ridurre le imposte sul lavoro e aumentare l’efficienza del sistema fiscale”, rincara la Ue: la delega come è noto fu approvata dal governo Draghi ma non è mai stata approvata in Parlamento a causa della crisi che ha portato alle elezioni del 25 settembre. L’altro appunto riguarda le misure contro i rincari energetici: “Sebbene l’Italia abbia adottato rapidamente misure in risposta all’aumento dei prezzi dell’energia, è importante – come raccomandato a tutti gli Stati membri – che l’Italia concentri sempre di più tali misure sulle famiglie più vulnerabili e sulle imprese esposte, per preservare gli incentivi alla riduzione della domanda di energia e ritiri queste misure man mano che diminuiscono le pressioni sui prezzi dell’energia”.
Il governo ostenta soddisfazione – La premier Giorgia Meloni, nonostante le critiche, ostenta soddisfazione: “Siamo particolarmente soddisfatti del giudizio espresso dalla Commissione europea sulla legge di bilancio. Una valutazione positiva che conferma la bontà del lavoro del Governo italiano, sottolinea la solidità della manovra economica e ribadisce la visione di sviluppo e crescita che la orienta. In questa direzione continueremo a lavorare nell’interesse dei cittadini italiani, delle famiglie e delle imprese”. Esulta pure il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti: “La Commissione ha promosso la nostra manovra giudicandola ‘in linea’: l’Italia è quindi inserita nella metà dei paesi europei che sono dalla parte giusta. Questo risultato è una grande soddisfazione. Abbiamo smentito i gufi nazionali: serietà e responsabilità pagano e continueranno a essere alla base di ogni nostra decisione”.
Gentiloni: “Giudizio positivo con rilievi critici” – “Un giudizio complessivo positivo con alcuni rilievi critici”, è invece la sintesi di Gentiloni. Mentre il vice presidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis ha sottolineato gli altri aspetti: “L’Italia, tuttavia, dovrebbe indirizzare meglio le misure energetiche per ridurre la domanda e aiutare i più vulnerabili. Dovrebbe inoltre tenere sotto controllo la spesa corrente e mantenere il ritmo delle riforme e degli investimenti”.