“Qatargate? Io personalmente non sono per niente sorpreso, ero convinto da migliaia di indizi visti in questi anni che la corruzione rimanesse estremamente diffusa in una parte importante della politica, non solo a sinistra ma anche a destra. Mi si può anche raccontare che si tratta di mele marce, ma io continuo a pensare che in questo paese la politica non abbia risolto non solo la questione delle tangenti, ma anche dei finanziamenti illeciti“. Sono le parole del direttore de ilfattoquotidiano.it e di Fq Millennium, Peter Gomez, che, intervenendo a “Tagadà” (La7), analizza gli effetti dello scandalo Qatargate.
Gomez spiega: “L’inchiesta belga con perquisizioni all’interno del Parlamento europeo in Italia non sarebbe possibile. L’unica volta che si è tentato non di perquisire il Parlamento, ma semplicemente di entrare a Montecitorio per acquisire i bilanci depositati in un partito, fu nel 1993, all’epoca di Mani Pulite. E in quell’occasione – continua – ci fu una rivolta del Parlamento come se ci fosse stato un attentato alle prerogative parlamentari. È vero che in questo paese si è abolita l’immunità parlamentare, ma nel corso degli anni si sono aggiunte mille leggi e cavilli per rendere di fatto impossibili le indagini sui politici eletti che finiscono sotto inchiesta e che quindi vengono regolarmente archiviati o assolti”.
Il direttore del Fatto online sottolinea: “Quello che è certo è che questo scandalo è un danno d’immagine, e non solo d’immagine, che riguarda tutto il paese. In questo momento in tutte le cancellerie e in tutti i giornali d’Europa veniamo trattati come i soliti italiani corrotti. Questo avrà per il governo una conseguenza gravissima, perché nel momento in cui dovremo andare in Europa col cappello in mano per chiedere le dilazioni sul Pnrr – prosegue – avremo delle enormi difficoltà da parte dei paesi del Nord Europa. A questo aggiungiamo il decreto sui rave party, contenente un emendamento secondo cui ai condannati definitivi per corruzione si tornerà ad assegnare i benefici carcerari. Il segnale è: mentre nel resto d’Europa li arrestano, noi mettiamo fuori i condannati definitivi per corruzione. È questa la figura che vogliono fare gli italiani?”.
Gomez, infine, si pronuncia sulla posizione della presidente del Consiglio: “Giorgia Meloni ha detto che è con Nordio perché è garantista nella fase delle indagini e giustizialista nel momento della pena. Non so cosa voglia dire ‘giustizialista’, ma, qualunque cosa voglia dire, Giorgia Meloni è d’accordo col fatto che i condannati definitivi per corruzione non scontino interamente la loro pena in carcere? – conclude – La devono scontare solo i poveracci e non i colletti bianchi? Ma non vedete che c’è una ipocrisia generalizzata nella politica? E non perché sono tutti ladri, ma perché tutti sanno che in casa loro c’è qualcosa che non funziona. Basta leggere le cronache dei giornali per rendersene conto”.