Tre dei quattro indagati per lo scandalo delle mazzette del Qatar in Unione europea rimarranno in carcere. Lo hanno deciso i giudici della camera di Consiglio del Tribunale di Bruxelles al termine della prima udienza sul Qatargate. In prigione rimane per un mese l’ex eurodeputato socialista e presidente della ong Fight Impunity, Antonio Panzeri, considerato dagli inquirenti il grande manovratore del giro di bustarelle distribuite dall’emirato del Golfo che ha portato alle accuse di associazione a delinquere, corruzione e riciclaggio mosse dalla Procura federale.

Come lui, in arresto rimane anche Francesco Giorgi, il suo ex assistente e oggi nell’ufficio dell’eurodeputato del Pd, Andrea Cozzolino, e la compagna ed ex vicepresidente del Parlamento Ue, Eva Kaili. Quest’ultima, però, resta in carcere dopo aver chiesto e ottenuto il rinvio della propria udienza al 22 dicembre. Scarcerato, ma sotto sorveglianza elettronica, Niccolò Figà-Talamanca, segretario generale di No Peace Without Justice. “Se, entro 24 ore, viene presentato ricorso contro tale decisione, le persone interessate compariranno entro quindici giorni dinanzi alla camera d’accusa presso la Corte d’appello di Bruxelles”, ha comunicato la Procura federale belga.

Secondo indiscrezioni riportate dall’emittente greca Mega Tv, riprese dalla stampa tedesca, gli inquirenti belgi che stanno indagando sulla presunta rete di corruzione ad opera del Qatar avrebbero nel mirino “oltre 60 eurodeputati”, la maggior parte dei quali appartenenti al gruppo dei Socialisti&Democratici, al Partito popolare europeo e a “partiti di sinistra”. Lo riporta Focus.de. Intanto gli investigatori belgi hanno assunto l’approccio ‘Follow the money‘, segui i soldi. Perché sono proprio le banconote sequestrate dagli agenti, per un totale di circa 1,5 milioni di euro, a poter aprire la strada che li porterà a capire chi materialmente li ha ricevuti dal Qatar. Una parte dei contanti sequestrati nelle abitazioni di Panzeri, Giorgi, Kaili e in un trolley del padre dell’ex vicepresidente del Parlamento Ue, scrive Le Soir, sono stati prelevati da banche nel Paese europeo. Un’informazione di primaria importanza perché con indagini e approfondimenti sarà possibile risalire al conto corrente e all’identità di chi ha effettuato il prelievo.

L’accertamento in corso sulle banconote è scaturito dal fatto che molte di queste, ora in possesso dell’autorità giudiziaria, risultavano essere nuove, ancora avvolte nella plastica, e quindi provenienti da un istituto. Analizzandole sarà anche possibile trovare le impronte digitali, nella speranza che queste combacino con quelle degli imputati e delle altre persone coinvolte nello scandalo sulle mazzette del Qatar a europarlamentari di ieri e di oggi, assistenti e membri di ong che ha sconvolto il Parlamento europeo. Una delle ipotesi su cui stanno lavorando i magistrati belgi è che ci possano essere degli europarlamentari ‘a libro paga’ per favorire l’emirato. Sulla base di un ordine di investigazione europeo, nei giorni scorsi i magistrati milanesi hanno disposto una serie di perquisizioni eseguite dalla Guardia di Finanza.

Gli accertamenti richiederanno comunque qualche settimana, mentre sono ancora in corso gli interrogatori ai principali accusati, a vario titolo, di corruzione e riciclaggio di denaro. Compreso Giorgi, considerato il “grande manovratore” e, secondo quanto emerso dalle rivelazioni di vari media, un “fiume in piena” con gli inquirenti ai quali avrebbe fornito nuovi particolari. Anche se, come ricostruito da La Stampa, si sarebbe assunto la piena responsabilità di quanto accaduto sostenendo che la compagna Kaili è estranea alla vicenda. E proprio Cozzolino si è autosospeso in mattinata dal gruppo dei Socialisti e Democratici al Parlamento europeo, dopo le dimissioni dei giorni scorsi da coordinatore per le urgenze della formazione.

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