Ai Mondiali di Qatar 2022 ilfattoquotidiano.it tifa Marocco, le ragioni della nostra iniziativa (leggi)
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Quando, al minuto 57 del quarto di finale con il Portogallo, Romain Saïss si è toccato il flessore che aveva già scricchiolato nella partita con la Spagna, prima di alzare bandiera bianca e chiedere il cambio, tutto il pubblico marocchino è stato assalito dallo sconforto. Un’apprensione, del resto, più che giustificata. Il difensore del Besiktas, colonna dei Leoni dell’Atlante da più di un lustro, è uno dei segreti della straordinaria solidità difensiva della nazionale di Regragui. I dati parlano chiaro: nelle 5 partite disputate finora Saïss è stato il signore dei cieli, vincendo tutti i duelli aerei che ha ingaggiato con gli avversari. In più, è stato anche il secondo giocatore per numero di salvataggi (30), dietro solo al wonderkid croato Josko Gvardiol (32).
All’interno di un sistema tattico che punta molto sull’aggressività e l’organizzazione difensiva, rinunciando quasi completamente al possesso del pallone (il Marocco ha il secondo minor possesso medio della competizione – poco più del 30% – alle spalle della sola Costa Rica), Saïss è il guardiano del bunker marocchino, rimasto inviolato in ben 4 occasioni, nonostante gli assalti di avversari del calibro di Croazia, Belgio, Spagna e Portogallo. L’unico a perforarlo, paradossalmente, è stato Nayef Aguerd con una sfortunata autorete nell’ultima gara del girone con il Canada.
Un qualcosa di storico se si pensa che, prima del Marocco, solo altre 12 nazionali nella storia dei Mondiali avevano subito nessuna o una sola rete (come i Leoni dell’Atlante) nel loro cammino fino ai quarti: l’Inghilterra nel 1966, Brasile e Olanda nel 1974, ancora Brasile nel 1978, Inghilterra e Polonia nel 1982, Brasile nel 1986, Italia nel 1990, Francia nel 1998, Germania nel 2002, Italia e Portogallo nel 2006. Ma l’importanza di Saïss per il Marocco va oltre le statistiche. ” È un leader naturale“, ha raccontato a The Athletic il portiere Carl Ikemi, suo ex compagno di spogliatoio al Wolverhampton. “È un giocatore molto coraggioso, che in campo ha sempre una parola per gli altri e ti aiuta a superare i momenti più difficili. Sta mancando molto ai Wolves”. La pensa anche così anche Nayef Aguerd, il suo giovane compagno di reparto. “Ha un carisma incredibile. È il capitano. Il suo ruolo all’interno della nazionale è fondamentale per tutto il gruppo”, ha dichiarato tempo fa al quotidiano Paris Normandie il difensore sfornato dall’Accademia Mohammed VI di Salé, oggi in forza al West Ham.
Eppure non è stato sempre così. Nato nella Drôme, nel sud-est della Francia, da padre marocchino e madre francese, Romain è uno di quei giocatori forgiati dalla gavetta e arrivati relativamente tardi al professionismo. Fino ai 25 anni, infatti, Saiss ha vissuto all’ombra del dilettantismo. “Non avrei scommesso sul fatto che avrebbe fatto una carriera internazionale”, ha rivelato Christian Soublin, il suo allenatore ai tempi dell’FC Royans Vercors (la prima squadra di Saïss), in una bella intervista al magazine francese So Foot. “All’epoca era relativamente fragile e non gli piaceva entrare in stretto contatto con gli avversari”. La svolta è arrivata nel 2011, quando è approdato al Clermont, scoperto da Sébastien Regache. “ Sono sempre rimasto concentrato, anche se quando hai 21 anni e sei ancora un dilettante, un po’ senti venir meno le speranze“, ha raccontato in un’intervista al Guardian. “Ma sapevo che c’erano altri giocatori che avevano sfondato tardi, come Franck Ribéry, ad esempio, che, come me, non è nemmeno mai andato in accademia. Così ho continuato a lavorare e a crederci”.
Dopo qualche buona partita con la squadra B allenata da Jean Noël Cabezas, nell’ottobre dello stesso anno Michel der Zakarian lo ha lanciato da titolare nella gara di campionato con lo Châteauroux. Inizialmente schierato nel ruolo di centrocampista, per via delle sue doti tecniche, è stata un’intuizione del successivo allenatore, Régis Brouard, che ne ha arretrato il raggio d’azione, a dare la vita alla leggenda del “Maldini marocchino”, come sarebbe stato poi ribattezzato dai tifosi. “All’epoca, però, discutemmo a lungo sull’opportunità di fargli fare il difensore”, ha spiegato Brouard a So Foot. Da quel momento la carriera di Romain Saïss è stata un’ascesa inarrestabile: Le Havre, Angers e poi, nel 2016, la traversata de La Manica, con lo sbarco in Inghilterra, acquistato per 4 milioni di euro dal Wolverhampton, che all’epoca militava in Championship.
In Premier ha raggiunto la definitiva consacrazione, anche come leader, risultando tra i protagonisti dell’immediata promozione in Premier dei Wolves. Non a caso è diventato subito un pupillo di Nuno Espirito Santo. Il guru dei Wolves dal 2017 al 2021, del resto, lo ha sempre ritenuto fondamentale per la sua difesa a tre, riservandogli spesso parole al miele. “Romain è un giocatore molto versatile e con una grande mentalità”, lo ha elogiato una volta. Le prestazioni sfoderate in Premier League, unite ad una leadership sempre più evidente, gli hanno permesso anche di riabbracciare la nazionale marocchina, a quattro anni di distanza dalla prima e ultima convocazione. A differenza del 2012, quando l’allora ct Rachid Taoussi l’aveva fatto debuttare in un’amichevole con il Togo, però, nel 2016 Romain é tornato con l’obiettivo di rimanere in pianta stabile nel giro dei Leoni dell’Atlante.
Ad aprirgli nuovamente le porte del Marocco è stato Hervé Renard, sbarcato a Rabat dopo la fine del regno di Badou Zaki. Con il commissario tecnico francese in panchina, Saïss ha disputato due edizioni della Coppa d’Africa e un Mondiale, giocando in coppia con Mehdi Benatia. Proprio dall’ex difensore di Juve, Roma e Bayern Monaco, ritiratosi dalla nazionale dopo la cocente eliminazione agli ottavi di finale della Coppa d’Africa 2019 (ai rigori con il Benin), Romain ha ereditato la fascia da capitano della nazionale. Una scelta benedetta da Vahid Halilhdožić, confermata da Walid Regragui e legittimata dal grande Mondiale disputato dal roccioso centrale del Besiktas. All’orizzonte, adesso, c’è la storica semifinale con la Francia, anche se l’incognita infortunio ha tolto un po’ di serenità alla vigilia, come ha spiegato il ct Regragui nella rituale conferenza stampa prepartita: “Abbiamo uno staff medico di alto livello. Aspetteremo fino all’ultimo minuto, Ad oggi non ci sono certezze“. L’unica è che Romain, uno dei due binazionali del Marocco con il passaporto francese, farà di tutto per rispondere presente all’appuntamento con la storia: ” Farò di tutto per esserci, voglio aiutare la mia squadra,ma ci sono momenti in cui bisogna saper essere ragionevoli e mettere da parte l’orgoglio personale“. Parole da leader. Ancora una volta.
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Romain Saïss, chi è il “Maldini marocchino” da cui dipendono le speranze del Marocco ai Mondiali
ILFATTO.IT TIFA MAROCCO - A 25 anni giocava nei dilettanti, oggi è il capitano della miglior difesa dei Mondiali che stasera sfida la Francia di Mbappè: ecco la sua storia
Ai Mondiali di Qatar 2022 ilfattoquotidiano.it tifa Marocco, le ragioni della nostra iniziativa (leggi)
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Quando, al minuto 57 del quarto di finale con il Portogallo, Romain Saïss si è toccato il flessore che aveva già scricchiolato nella partita con la Spagna, prima di alzare bandiera bianca e chiedere il cambio, tutto il pubblico marocchino è stato assalito dallo sconforto. Un’apprensione, del resto, più che giustificata. Il difensore del Besiktas, colonna dei Leoni dell’Atlante da più di un lustro, è uno dei segreti della straordinaria solidità difensiva della nazionale di Regragui. I dati parlano chiaro: nelle 5 partite disputate finora Saïss è stato il signore dei cieli, vincendo tutti i duelli aerei che ha ingaggiato con gli avversari. In più, è stato anche il secondo giocatore per numero di salvataggi (30), dietro solo al wonderkid croato Josko Gvardiol (32).
All’interno di un sistema tattico che punta molto sull’aggressività e l’organizzazione difensiva, rinunciando quasi completamente al possesso del pallone (il Marocco ha il secondo minor possesso medio della competizione – poco più del 30% – alle spalle della sola Costa Rica), Saïss è il guardiano del bunker marocchino, rimasto inviolato in ben 4 occasioni, nonostante gli assalti di avversari del calibro di Croazia, Belgio, Spagna e Portogallo. L’unico a perforarlo, paradossalmente, è stato Nayef Aguerd con una sfortunata autorete nell’ultima gara del girone con il Canada.
Un qualcosa di storico se si pensa che, prima del Marocco, solo altre 12 nazionali nella storia dei Mondiali avevano subito nessuna o una sola rete (come i Leoni dell’Atlante) nel loro cammino fino ai quarti: l’Inghilterra nel 1966, Brasile e Olanda nel 1974, ancora Brasile nel 1978, Inghilterra e Polonia nel 1982, Brasile nel 1986, Italia nel 1990, Francia nel 1998, Germania nel 2002, Italia e Portogallo nel 2006. Ma l’importanza di Saïss per il Marocco va oltre le statistiche. ” È un leader naturale“, ha raccontato a The Athletic il portiere Carl Ikemi, suo ex compagno di spogliatoio al Wolverhampton. “È un giocatore molto coraggioso, che in campo ha sempre una parola per gli altri e ti aiuta a superare i momenti più difficili. Sta mancando molto ai Wolves”. La pensa anche così anche Nayef Aguerd, il suo giovane compagno di reparto. “Ha un carisma incredibile. È il capitano. Il suo ruolo all’interno della nazionale è fondamentale per tutto il gruppo”, ha dichiarato tempo fa al quotidiano Paris Normandie il difensore sfornato dall’Accademia Mohammed VI di Salé, oggi in forza al West Ham.
Eppure non è stato sempre così. Nato nella Drôme, nel sud-est della Francia, da padre marocchino e madre francese, Romain è uno di quei giocatori forgiati dalla gavetta e arrivati relativamente tardi al professionismo. Fino ai 25 anni, infatti, Saiss ha vissuto all’ombra del dilettantismo. “Non avrei scommesso sul fatto che avrebbe fatto una carriera internazionale”, ha rivelato Christian Soublin, il suo allenatore ai tempi dell’FC Royans Vercors (la prima squadra di Saïss), in una bella intervista al magazine francese So Foot. “All’epoca era relativamente fragile e non gli piaceva entrare in stretto contatto con gli avversari”. La svolta è arrivata nel 2011, quando è approdato al Clermont, scoperto da Sébastien Regache. “ Sono sempre rimasto concentrato, anche se quando hai 21 anni e sei ancora un dilettante, un po’ senti venir meno le speranze“, ha raccontato in un’intervista al Guardian. “Ma sapevo che c’erano altri giocatori che avevano sfondato tardi, come Franck Ribéry, ad esempio, che, come me, non è nemmeno mai andato in accademia. Così ho continuato a lavorare e a crederci”.
Dopo qualche buona partita con la squadra B allenata da Jean Noël Cabezas, nell’ottobre dello stesso anno Michel der Zakarian lo ha lanciato da titolare nella gara di campionato con lo Châteauroux. Inizialmente schierato nel ruolo di centrocampista, per via delle sue doti tecniche, è stata un’intuizione del successivo allenatore, Régis Brouard, che ne ha arretrato il raggio d’azione, a dare la vita alla leggenda del “Maldini marocchino”, come sarebbe stato poi ribattezzato dai tifosi. “All’epoca, però, discutemmo a lungo sull’opportunità di fargli fare il difensore”, ha spiegato Brouard a So Foot. Da quel momento la carriera di Romain Saïss è stata un’ascesa inarrestabile: Le Havre, Angers e poi, nel 2016, la traversata de La Manica, con lo sbarco in Inghilterra, acquistato per 4 milioni di euro dal Wolverhampton, che all’epoca militava in Championship.
In Premier ha raggiunto la definitiva consacrazione, anche come leader, risultando tra i protagonisti dell’immediata promozione in Premier dei Wolves. Non a caso è diventato subito un pupillo di Nuno Espirito Santo. Il guru dei Wolves dal 2017 al 2021, del resto, lo ha sempre ritenuto fondamentale per la sua difesa a tre, riservandogli spesso parole al miele. “Romain è un giocatore molto versatile e con una grande mentalità”, lo ha elogiato una volta. Le prestazioni sfoderate in Premier League, unite ad una leadership sempre più evidente, gli hanno permesso anche di riabbracciare la nazionale marocchina, a quattro anni di distanza dalla prima e ultima convocazione. A differenza del 2012, quando l’allora ct Rachid Taoussi l’aveva fatto debuttare in un’amichevole con il Togo, però, nel 2016 Romain é tornato con l’obiettivo di rimanere in pianta stabile nel giro dei Leoni dell’Atlante.
Ad aprirgli nuovamente le porte del Marocco è stato Hervé Renard, sbarcato a Rabat dopo la fine del regno di Badou Zaki. Con il commissario tecnico francese in panchina, Saïss ha disputato due edizioni della Coppa d’Africa e un Mondiale, giocando in coppia con Mehdi Benatia. Proprio dall’ex difensore di Juve, Roma e Bayern Monaco, ritiratosi dalla nazionale dopo la cocente eliminazione agli ottavi di finale della Coppa d’Africa 2019 (ai rigori con il Benin), Romain ha ereditato la fascia da capitano della nazionale. Una scelta benedetta da Vahid Halilhdožić, confermata da Walid Regragui e legittimata dal grande Mondiale disputato dal roccioso centrale del Besiktas. All’orizzonte, adesso, c’è la storica semifinale con la Francia, anche se l’incognita infortunio ha tolto un po’ di serenità alla vigilia, come ha spiegato il ct Regragui nella rituale conferenza stampa prepartita: “Abbiamo uno staff medico di alto livello. Aspetteremo fino all’ultimo minuto, Ad oggi non ci sono certezze“. L’unica è che Romain, uno dei due binazionali del Marocco con il passaporto francese, farà di tutto per rispondere presente all’appuntamento con la storia: ” Farò di tutto per esserci, voglio aiutare la mia squadra,ma ci sono momenti in cui bisogna saper essere ragionevoli e mettere da parte l’orgoglio personale“. Parole da leader. Ancora una volta.
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Mondiali, Marocco-Francia: la Federazione compra i biglietti invenduti e li regala ai tifosi
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Tel Aviv, 25 feb. (Adnkronos) - Ofri Bibas, sorella dell'ostaggio liberato Yarden Bibas, ha criticato duramente il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, nonché i notiziari, gli utenti dei social media e i diplomatici pubblici, per aver descritto in dettaglio, contro la volontà della famiglia, gli omicidi avvenuti durante la prigionia della moglie di Yarden, Shiri, e dei suoi figli piccoli Ariel e Kfir. Pubblicare tali informazioni nonostante le ripetute richieste della famiglia è stato "un abuso fine a se stesso nei confronti di una famiglia che ha attraversato 16 mesi di inferno e che deve ancora affrontare il peggio", ha sritto Ofri Bibas su Facebook.
Netanyahu ha descritto l'omicidio dei ragazzi in modo molto dettagliato in un discorso tenuto davanti all'America Israel Public Action Committee e, mentre teneva in mano una foto delle vittime, durante una cerimonia militare tenutasi ieri, in seguito alla quale, la famiglia Bibas ha inviato una lettera di diffida a Netanyahu e ad altri uffici governativi, chiedendo loro di smettere di pubblicare dettagli non approvati sugli omicidi, riporta il sito di notizie Ynet.
Washington, 25 feb. (Adnkronos) - "Questa decisione lacera l'indipendenza di una stampa libera negli Stati Uniti". Lo ha detto il presidente della White House Correspondents' Association Eugene Daniels, criticando l'amministrazione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump per aver affermato che d'ora in poi sarà lei stessa a decidere quali giornalisti potranno seguire gli eventi della Casa Bianca. "In un paese libero, i leader non devono scegliere le testate" da accreditare, ha aggiunto.
Washington, 25 feb. (Adnkronos) - La portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha dichiarato durante il briefing di oggi che l'amministrazione determinerà quali organi di stampa faranno parte del pool stampa della Casa Bianca. Attualmente la White House Correspondents Association aiuta a coordinare la copertura del pool.
La Leavitt ha affermato che alle "testate tradizionali" sarà comunque consentito di unirsi al pool, ma ha osservato che l'amministrazione consentirà l'adesione anche ad altri siti. "Sono orgogliosa di annunciare che restituiremo il potere alle persone che leggono i vostri giornali, che guardano i vostri programmi televisivi e che ascoltano le vostre stazioni radio", ha aggiunto.
(Adnkronos) - L'indagine su Twitter International Uk vede due indagati - si tratta di due ex amministratori (un irlandese e un indiano) - che si sono succeduti negli ultimi anni alla guida del social poi rilevato da Elon Musk a fine 2022. L'indagine nasce da un controllo fiscale della Gdf, concluso ad aprile 2024, proprio sulla piattaforma americana, che oggi si chiama 'X', sulla scia delle stesse verifiche fatte su Meta. Il fascicolo è affidato dal pm Giovanni Polizzi, già protagonista di altre indagini sui colossi del web.
Il punto centrale del fascicolo affidato a Polizzi, lo stesso che si è occupato dell'inchiesta su Meta, è l'idea che debbano essere tassate come transazioni commerciali le iscrizioni gratuite alle piattaforme online in cambio della cessione dei propri dati personali, che hanno un valore economico, visto che consentono la profilazione degli utenti.
Solo lo scorso dicembre la procura di Milano ha notificato l'avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti dei rappresentanti legali della società di diritto irlandese Meta, titolare dei social Facebook e Instagram. L'inchiesta - ancora aperta - ipotizza per il colosso l'omessa dichiarazione e mancato pagamento - tra il 2015 e il 2021 - dell'Iva per un totale di oltre 877 milioni di euro.
Washington, 25 feb. (Adnkronos) - La Casa Bianca attribuisce il grosso livido sulla mano destra di Donald Trump, che era visibile durante l'incontro di ieri con il presidente francese Emmanuel Macron, alle strette di mano del presidente americano.
"Il presidente Trump è un uomo del popolo", ha affermato la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt, aggiungendo: "Il suo impegno è incrollabile e lo dimostra ogni singolo giorno. Il presidente Trump ha lividi sulla mano perché lavora costantemente e stringe mani tutto il giorno, tutti i giorni".
Roma, 25 feb. (Adnkronos) - Sono due i momenti della replica di Daniela Santanchè sottolineati dalle opposizioni, che oggi hanno votato compatte la mozione di sfiducia alla ministra del Turismo. Il primo quello sull''intemerata' del tacco 12 e il glamour, della sinistra che odia la ricchezza. Un tentativo di 'buttarla in caciara' e uscire dal merito, grave, della vicenda, dicono le opposizioni. L'altro passaggio è meno di colore e più inquietante, sostengono, ed è quando la ministra ha detto che alla prossima udienza valuterà le dimissioni "ma lo farò da sola - ha scandito- con me stessa, senza nessuna costrizione e forzatura". Una sottolineatura che, secondo le opposizioni, è un chiaro messaggio a Giorgia Meloni. E fa crescere l'interrogativo: perché la premier Meloni si fa trattare in questo modo? E' la domanda dei parlamentari di minoranza in Transatlantico.
Giuseppe Conte intervenendo in aula nelle dichiarazioni di voto ha dato una sua versione: "Ci sono solo due plausibili spiegazioni. La prima è che lei, Santanchè, ricatta Meloni. Può darsi che all'opposizione abbiate condiviso segreti che oggi mettono in imbarazzo la presidente del Consiglio e allora comprenderemmo perché ogni giorno Meloni dice che non è ricattabile... La seconda è che Fdi dopo aver avuto come motto 'legge e ordine', oggi che siete al potere si sentite casta intoccabile. Il caso Delmastro è l'esempio di questa vostra convinzione di essere al di sopra della legge".
Anche Elly Schlein si rivolge alla premier Meloni: "Cosa le impedisce di far dimettere Santanchè? Come è possibile accettare in silenzio, dopo che Santanchè ha detto che del pressing di Fdi se ne frega, che lei e solo lei decide se dimettersi come se non esistesse una presidente del Consiglio?". E insiste: "Meloni è stata campionessa mondiale di richieste di dimissioni e oggi ha disertato quest'aula, come fa non vergognarsi della sua incoerenza, come fa a non rendersi conto di quanto sia vigliacco il suo atteggiamento di continua fuga da quest'aula e dalla realtà? Dove si è nascosta la premier? Forse sta registrando un altro video, un contributo da inviare a una convention fra motoseghe e saluti nazisti?".
Conte ribatte anche al passaggio 'tacco 12' della ministra: "Lei ha detto che odiamo la ricchezza, ma non dica baggianate, siete voi che avete fatto la guerra ai poveri, che odiate i poveri. Noi odiamo o meglio ancora contrastiamo, la disonestà". Una questione, quella dei tacchi e delle borsette, che fa sbottare Schlein: "Lei viene qui a difendere le borsette, chi difende gli italiani dalla bollette? Noi non siamo qui per fare un processo ma per porre una gigantesca questione di opportunità politica: davanti ad accuse così gravi, per non ledere le istituzioni, avrebbe dovuto dimettersi".
La segretaria del Pd si rivolge quindi alla maggioranza: "Speriamo in un sussulto della maggioranza e dei singoli parlamentari. Se oggi salvate Santanchè dimostrate che a voi interessa difendere i vostri più che difendere l'onore delle istituzioni. Questa non è difesa nazionale, è difesa tribale". Per Elisabetta Piccolotti che interviene a nome di Avs, "il problema non è la ricchezza della ministra, il problema è che quando si è ricchi e non si pagano" gli stipendi ai lavoratori e si umiliano "le persone più povere".
Anche Iv, Più Europa e Azione che non avevano sottoscritto la mozione di sfiducia, hanno comunque dichiarato il voto a favore in aula. "Noi sappiamo che la mozione di sfiducia non sarà approvata, ma chiunque si è accorto che la ministra Santanchè non è sfiduciata da coloro che hanno presentato questa mozione ma dalla sua stessa maggioranza, dalla premier Meloni", dice Davide Faraone di Iv. Per Azione Antonio D'Alessio spiega: "Le mozioni di sfiducia non ci piacciono" e "la ministra non è colpevole fino a prova contraria" ma "è il quadro complessivo che finisce con il restituirci una politica rispetto alla quale scivolano via situazioni che non consentono una azione della ministra libera di condizionamenti". Linea simile a Riccardo Magi di Più Europa: "Per noi Santanché dovrebbe dimettersi" non per le questioni giudiziarie, ma "perché ha inanellato una serie di fallimenti da ministro". Intanto in serata l'aula ha respinto la sfiducia con 206 voti.
Londra, 25 feb. (Adnkronos/Afp) - Il primo ministro britannico Keir Starmer ha confermato che ospiterà colloqui sull'Ucraina con gli alleati nel fine settimana, dopo essere tornato dall'incontro con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump alla Casa Bianca. "Ospiterò diversi paesi questo fine settimana per continuare a discutere di come procedere insieme come alleati alla luce della situazione che ci troviamo ad affrontare", ha detto ai giornalisti.