Il M5s chiede di interrompere l’invio di armi all’Ucraina e dare spazio alla diplomazia. Giorgia Meloni risponde sbeffeggiando i percettori di reddito di cittadinanza: “Si può proporlo ai russi per convincerli a ritirare le truppe?”. Dopo lo scontro tra il leader M5s e la premier di ieri a Montecitorio, oggi le tensioni si sono spostate a Palazzo Madama e, di nuovo, durante la discussione generale sulle comunicazioni in vista del prossimo Consiglio europeo. Una provocazione, quella della premier, che ritorna a prendere di mira chi benefica del sostegno contro la povertà. Una battaglia per Meloni ormai quotidiana.

Tutto è iniziato con l’intervento del senatore M5s Pietro Lorefice. “Basta armi, dopo 10 mesi abbiamo visto che fare i bulli e puntare il dito su un aggressore quale è Putin è inutile: diamo spazio alla diplomazia”, ha dichiarato in Aula. “Bullizzare un bullo non funziona”. Lorefice ha quindi condannato la strategia di avere “solo impegni di carattere militare senza l’avvio di un percorso diplomatico negoziale”. E ancora: “Questa Ue sembra diventata una succursale della Nato. Ci auguriamo che le conclusioni di questo ennesimo Consiglio europeo mostrino un sussulto di volontà, mostrino un risveglio dell’Europa. È il momento di iniziare a lavorare concretamente per la pace, è ora che l’Ue si attivi sul piano diplomatico, lavorando pancia a terra per organizzare al più presto una Conferenza internazionale di pace insieme all’Onu, al Vaticano, agli Stati Uniti e anche alla Cina. Non solo nell’interesse del popolo ucraino ma anche nostro. Noi presidente siamo molto preoccupati di come lei potrà rappresentare a Bruxelles l’Italia,anche per le recenti prove di forze con la Francia sul tema dell’immigrazione”.

Meloni, nel corso della replica, se l’è presa proprio con il M5s. E ha scelto di rispondere provocando proprio il Movimento 5 stelle. “L’invio delle armi è stato deciso da precedente governo, con il M5s alla guida”, ha detto. “A nome dell’Italia voglio ringraziare il Movimento 5 stelle per il sostegno che ha dato al popolo ucraino. Contano i fatti più delle parole”. La premier si è detta “molto interessata al tema della pace, tutti vogliono la pace. Non siamo contenti del conflitto ucraino. Siccome tutti lavorano per la pace, voi sembrate avere soluzioni che io non ho. Vorrei foste più concreti, che mi aiutaste a capire cosa intendete quando parlate di negoziati. Al di là di quelli che pensano che sventolando la bandierina colorata si possa ottenere la pace. Potete cortesemente spiegarmi i contenuti? L’Ucraina deve arrendersi perché questo ci consente di ottenere la pace? Non sono d’accordo che Ucraina deve arrendersi, ma se voi ce lo dite almeno abbiamo chiara la posizione del M5s. Oppure, come scritto nella vostra risoluzione, chiedete l’immediato ritiro delle truppe russe: potete dirci come si possono convincere i russi? Sui può proporre loro un Reddito di cittadinanza?”. E ha chiuso: “Oppure ritenete che si debba riconoscere la giurisdizione russa sui territori annessi e oggetto di referendum che considero illegittimi?. La questione è seria, bisogna scendere nel concreto”.

Alla presidente del Consiglio ha poi controreplicato la capogruppo M5s Barbara Floridia: “Sono scioccata e preoccupata perché noi abbiamo bisogno di un presidente del Consiglio e non di un comico”. E ha aggiunto: “Presidente Meloni lei nella sua replica ha risposto in poche battute offendendo e ridicolizzando non solo la guerra e chi soffre nella guerra” in Ucraina “ma anche i poveri che percepiscono il reddito di cittadinanza. Questo non è l’atteggiamento del presidente del Consiglio, lei non è più leader di opposizione, è anche il mio presidente. Non possiamo tollerare toni del genere, che offendono non solo chi soffre per la guerra ma anche per chi soffre nel nostro paese”. A Floridia si è unita anche l’ex capogruppo M5s Mariolina Castellone, parlando di “uno spettacolo indecoroso” che “ridicolizza i problemi del Paese”: “A lei ricordiamo che il M5s ha votato un solo decreto per l’invio delle armi di difesa in Ucraina”. E ancora: “Se però la presidente Meloni chiede in Aula a noi quale strategia mettere in campo per raggiungere la pace allora due sono le cose: o pensa che la sua maggioranza non sia in grado di trovare una strada per avviare soluzioni diplomatiche convincenti oppure non ha alcuna intenzione di adoperarsi in quella direzione”. Quindi Castellone, ha stigmatizzato le parole sul reddito di cittadinanza di Meloni: “Sono parole di spregio verso la sofferenza di una fascia debole di cittadini e sono parole che ridicolizzano perfino una tragedia come la guerra. Il Parlamento è il luogo dove si prendono decisioni sul futuro e sulle sorti del popolo italiano, non un teatro di cabaret in cui ci si esibisce in spettacoli magari esilaranti per una parte di parlamentari ma imbarazzanti e inopportuni per la gran parte di Paese”.

Ieri, a Montecitorio, a scontrarsi con Meloni era stato il leader Giuseppe Conte. L’ex premier ha infatti messo sotto accusa quello che, secondo lui, è un “sovranismo da operetta” pieno di “contraddizioni” e “passi indietro”. E rivolgendosi quindi alla presidente del Consiglio ha detto: “Mi ascolti come io ho fatto per tre anni coi suoi interventi. E questa volta senza labiale”. Un riferimento chiaro a fine ottobre quando, proprio mentre Conte parlava, Meloni fu inquadrata mentre pronunciava una parolaccia.

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