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Va in pronto soccorso perché ha il fiato corto e scopre di avere un tumore al seno in stadio avanzato

In un articolo pubblicato sul Cureus Journal of Medical Science, l’equipe medica ha descritto il caso della donna, che è stata sottoposta a una serie di trattamenti per contrastare il cancro

di 30science per Il Fatto

Da una semplice visita in pronto soccorso dovuta al fiato corto alla diagnosi di tumore al seno metastatico in stadio avanzato. È successo a una donna di 61 anni, in Marocco, che non riusciva a camminare per più di cento metri senza fermarsi a riprendere fiato. In un articolo pubblicato sul Cureus Journal of Medical Science, l’equipe medica ha descritto il caso della donna, che è stata sottoposta a una serie di trattamenti per contrastare il cancro.

Secondo quanto riportano gli autori, la donna, che ha chiesto di restare anonima, si è recata in pronto soccorso manifestando respiro sibilante, dolore al petto e asma. La signora aveva perso circa 28 chilogrammi in poco più di due mesi. Poco dopo essere stata visitata, la paziente ha ricevuto la diagnosi: un cancro originario del seno, ma diffusosi in altre parti del corpo, noto scientificamente come carcinoma lobulare invasivo.

Secondo le stime dell’America Cancer Society, questa condizione si verificherà in 287.850 donne americane, 43.250 delle quali sperimenteranno l’esito peggiore a causa del carcinoma. L’età media in cui questa forma di neoplasia viene identificata è di 62 anni. Secondo il rapporto pubblicato sulla rivista scientifica, i medici hanno ipotizzato la presenza di liquido accumulatosi attorno ai polmoni della donna, e il sospetto è stato confermato mediante biopsia. Gli specialisti hanno poi notato un nodulo al seno e un capezzolo retratto. I test hanno rivelato che il cancro si era diffuso al rivestimento che ricopre il polmone e attraverso una mammografia, l’equipe ha scoperto due masse cancerose nel seno sinistro. La paziente non si era mai sottoposta a mammografie prima. I Centers for Disease Control and Prevention raccomandano di eseguire l’esame tra i 50 e i 74 anni ogni due anni, in modo da diagnosticare tempestivamente l’eventuale presenza di una neoplasia e avviare un percorso specifico di trattamento.

La TAC ha poi mostrato che il tumore aveva raggiunto le ossa della donna, fino a compromettere il cranio. Il team ha scoperto inoltre che il cancro aveva i recettori del progesterone e degli estrogeni, che contribuiscono alla neoplasia di crescere, ma allo stesso tempo possono rappresentare un buon bersaglio per la terapia ormonale. I medici hanno rimosso chirurgicamente il fluido dai polmoni attraverso un ago, mentre il cancro è stato contrastato con terapia ormonale e chemioterapia. Nel rapporto gli autori non hanno fornito ulteriori informazioni sulle condizioni della paziente a seguito del trattamento.

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