Un concorso annullato, altri terminati intorno alla mezzanotte, tanto caos e polemiche. È quel che è accaduto il 9 novembre ad Avellino, dove il Comune ha bandito 35 posti tra funzionari, impiegati e operai, tutti a tempo indeterminato. Tanti i partecipanti: quasi un migliaio in totale con qualcuno sceso anche dal nord, l’obiettivo di tornare a casa con un posto fisso fa gola. Il luogo delle prove era il centro fieristico della vicina Ariano Irpino, ma per una delle categorie messe a bando in mattinata, “Istruttore amministrativo”, si sono registrate difficoltà sin dall’inizio, come spiegato da partecipanti. Le operazioni sono andate a rilento per l’entrata dei concorrenti, che si sono lamentati perché una volta all’interno della struttura hanno scoperto che una prova che si sarebbe dovuta sostenere con mezzi telematici sarebbe invece stata svolta all’antica, con carta e penna (e senza limitazioni all’utilizzo dei cellulari). E il caos è scoppiato infatti quando sono state sorteggiate le tracce, che dovevano essere fotocopiate per tutti i partecipanti: qualcuno ha denunciato irregolarità (presunte foto scattate via smartphone ai testi delle prove) e, come documentato anche da video che hanno fatto il giro dei social, si è creato un momento di tensione tra alcuni candidati e i membri della commissione.

“In quel momento c’era chi entrava e usciva dall’aula, cosa che ovviamente non si può fare” hanno raccontato alcuni dei partecipanti. E dopo un’ora tra accuse e tensioni non c’è stata altra strada, intorno alle 13 e 30, di annunciare il rinvio della prova scritta. Sul posto erano intervenute anche le forze dell’ordine, che però, come ha spiegato anche nei giorni successivi il questore di Avellino Terrazzi, “non avevano ricevuto notizie dello svolgimento di questo concorso. E in genere quando c’è la presenza di migliaia di persone, per qualsiasi motivo, è fondamentale garantire sempre una condizione di security adeguata”. Il caso ovviamente ha visto anche la replica della controparte, ovvero il Comune di Avellino, che col sindaco Gianluca Festa ha parlato di “caos frutto di 5 o 6 facinorosi che hanno provocato una gazzarra e si sono resi autori di atti di insubordinazione. A causa di questi cinque o sei mascalzoni si sono accumulati ritardi, sono partite accuse di brogli e irregolarità”, che per il sindaco sono “tutte false e destituite di qualsiasi fondamento”.

Tanto che il sindaco ha annunciato che l’ente si costituirà parte civile contro “gli eventuali sabotatori”, con attenzione chiaramente per “gli eventuali disservizi che potrebbero esserci stati nell’organizzazione”, ma con la certezza “che i concorsi si sono svolti in maniera trasparente. La commissione gode della mia piena e totale fiducia. Sono tutte persone di comprovata e specchiata onestà non solo intellettuale”. E anche sui disservizi è concentrata l’attenzione del Comune di Avellino che ha avviato un indagine in merito: “Se ci sono state leggerezze? Non lo so – ha commentato il sindaco Festa – stiamo valutando anche questo, e chiaramente in caso si rivelasse una gestione carente il Comune sarebbe danneggiato”. Procura al lavoro dunque sia per verificare eventuali irregolarità, anche analizzando i video che circolano in rete e sui social o raccolti dalle forze dell’ordine intervenute sul posto, che per accertare le responsabilità di quelli bollati come “sabotatori”. Le prove scritte per gli altri profili messi a bando (cinque su sei dunque) sono terminate regolarmente, sebbene con una valanga di bocciature: per 3 profili nessuno ha raggiunto il punteggio minimo per essere ammesso agli orali, per un altro si è registrato solo un idoneo, mentre 23 sono stati gli idonei di un’altra classe di concorso. Numeri che secondo il sindaco Festa sarebbero tombali per le accuse di brogli e irregolarità: “Con questi numeri la vedo proprio difficile che qualcuno abbia barato”.

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