Arriva una svolta nell’inchiesta che riguarda le cooperative riferibili a Marie Therese Mukamatsindo, suocera del deputato Aboubakar Soumahoro. Nel registro degli indagati è iscritta anche Liliane Murekatete, la moglie del deputato. Il giudice per le indagini preliminari di Latina ha emesso un provvedimento con un divieto temporaneo di contrattare con la pubblica amministrazione e di esercitare imprese e uffici direttivi di persone giuridiche per un anno. La notifica è stata eseguita dagli investigatori della Guardia di Finanza di Latina per i membri del Consiglio di amministrazione della cooperativa Karibu di Latina. La presidente della cooperativa, che si occupa della gestione di richiedenti asilo e di minori non accompagnati nell’ambito della provincia di Latina, è Marie Therese Mukamatsindo, che è indagata per truffa aggravata e false fatture. Le Fiamme gialle e la polizia hanno notificato inoltre un provvedimento di applicazione del sequestro preventivo a fini di confisca, anche per equivalente, del profitto del reato contestato fino a 639.455,28 nei confronti di un indagato e di euro 13.368,42 nei confronti di altri due indagati. I reati contestati sono relativi gli anni di imposta dal 2015 al 2019.
Liliane Murekatete, secondo quanto si legge nel provvedimento del gip di Latina, in concorso col fratellastro Michel Rokundo (anche lui indagato), e con la madre di entrambi Mukamitsindo, nella loro qualità di consiglieri di amministrazione della Karibu dal 2018 a oggi “al fine di evadere l’imposta sui redditi e sul valore aggiunto indicavano (o omettevano di vigilare affinché altri e in particolare la Mukamitsindo indicassero) elementi passivi fittizi” nella dichiarazione dell’anno di imposte 2019, “utilizzando fatture relative a operazioni inesistenti emesse dall’associazione di promozione sociale ‘Jambo Africa’”, per un imponibile complessivo di 55.701 euro, “con Ires dovuta e evasa pari a complessivi 13.368 euro”. Gli altri indagati sono anche Richard Mutangana, Ghislaine Ada Ndongo e Christine Kabukoma, che dal 2014 a oggi si sono succeduti come legali rappresentanti dell’associazione di promozione sociale ‘Jambo Africa’ di Sezze. Secondo quanto si legge nell’ordinanza del gip, i tre “al fine di consentire alla Karibu l’evasione delle imposte sui redditi, emettevano nei confronti di detta cooperativa fatture relative a operazioni inesistenti relative all’anno di imposta 2015, tutte registrate nella contabilità della Karibu a fine anno 2015 nel conto di mastro ‘spese vitto e alloggio ospiti'” per “un importo di costi a fronte di operazioni inesistenti” pari a quasi 300 mila euro (293.276 mila euro).
In particolare poi Kabukoma “con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, in qualità di legale rappresentante dal 1.12.2015 a oggi” della Jambo Africa, “al fine di consentire alla Karibu l’evasione delle imposte sui redditi, emetteva nei confronti di detta società fatture relative a operazioni inesistenti”, che poi la Karibu metteva a contabilità. Nel 2016 nel conto di mastro ‘spese vitto e alloggio ospiti’ e in quello ‘altre spese ospiti’ l’importo di costi “a fronte di operazioni inesistenti” è di oltre 590 mila euro. Nel 2019 si legge di operazioni inesistenti per un imponibile complessivo di 55.701 euro. “La signora Murekatete si dichiara assolutamente estranea rispetto ai fatti contestatile, che peraltro riguardano un presunto danno erariale di 13mila euro, e siamo certi che a breve, anzi a brevissimo, verrà fatta chiarezza e dimostrata la totale innocenza della mia assistita” fa sapere Lorenzo Borrè, legale di Murekatete.
“Sono profondamente amareggiato, dispiaciuto e preoccupato per l’indagine che vede coinvolta direttamente la mia compagna Liliene Murakatete che confido dimostrerà la sua innocenza – fa sapere il deputato attraverso l’avvocato Maddalena Del Re -Ribadendo la mia totale estraneità ai fatti contestati sull’indagine della Coop. Karibù e del Consorzio Aid, di cui, come più volte affermato, non ero a conoscenza, nel prosieguo delle indagini, sempre più alla luce del sole, continuerò a impegnarmi nella mia attività politico-parlamentare sui temi che hanno da sempre caratterizzato il mio impegno“. La legale protesta per l’assimilazione dell’inchiesta al nome del deputato: “Per l’ennesimo giorno consecutivo, diversi media continuano ad associare il nome di Aboubakar Soumahoro alle indagini della Procura della Repubblica di Latina, sulla Cooperativa Karibù, che non lo vedono né indagato né coinvolto in alcun modo, distorcendo la verità dei fatti e la verità giudiziaria; molti media titolano, con ingiustificata disinvoltura, ‘caso Soumahorò accostando l’immagine del deputato al testo, a voler indurre nel lettore un inesistente coinvolgimento diretto di Aboubakar Soumahoro nelle indagini, con grave danno alla reputazione del proprio assistito”. Lo afferma il suo avvocato Maddalena Del Re.
L’indagine sulle cooperative è stata affidata alla Guardia di finanza e riguarda l’impiego dei fondi pubblici erogati, i rapporti con l’Erario e le vertenze con i dipendenti, che rivendicano crediti per circa 400mila euro certificati dall’Ispettorato del lavoro. Mukamitsindo, 68 anni, presidente della Karibu e consigliera di amministrazione del Consorzio Aid, risultava fino a pochi giorni fa l’unica indagata, mentre non lo è la 45enne Liliane Murekatete, moglie del deputato e amministratrice della Karibu fino a pochi mesi fa. Un fascicolo parallelo, senza indagati né ipotesi di reato, riguarda invece le denunce di maltrattamenti arrivate dagli ospiti (soprattutto minorenni) delle strutture di accoglienza gestite dalle due coop. Dal 2019 è inoltre in corso una terza indagine, aperta sempre nei confronti della suocera del deputato dopo un blitz dell’ispettorato del lavoro in una delle strutture della Karibu, che ipotizza la malversazione di erogazioni pubbliche. Lo scorso 2 dicembre la prefettura di Latina aveva annullato la procedura di affidamento alle cooperative affidando ad altri soggetti la gestione dei Centri.
Ieri all’Ispettorato territoriale del Lavoro di Latina c’era stata una convocazione per altri 5 lavoratori ex Karibu il caso degli stipendi non pagati, ma come ha fatto sapere il sindacato Uiltucs di Latina, i rappresentanti di Karibu e Aid non si sono presentati, inviando una comunicazione nella quale si spiegava che loro non “hanno più titolarità a seguito del procedimento attivato dal Ministero delle Imprese”, che aveva prospettato per Karibu la liquidazione coatta per troppi debiti e per Aid lo scioglimento per irregolarità non sanabili. In una intervista Mukamatsindo aveva dichiarato che non c’era stato dolo: “Non abbiamo soldi da dargli perché lo Stato non ci paga in tempo: tra burocrazia e Covid i fondi arrivavano anche dopo un anno e mezzo. (…) Il mio errore è stato non licenziarli prima. Quando ci siamo accorti che gli anticipi dello Stato arrivavano troppo tardi avrei dovuto avere il coraggio di farlo, ma li conosco da vent’anni e ho preferito aspettare”. A fine novembre invece a una lavoratrice erano stati riconosciuti due anni di stipendi a una lavoratrice.