A novembre sono state registrate 829.527 nuove immatricolazioni di automobili nell’Unione Europea, il 16,3% in più rispetto allo stesso mese del 2021. Si tratta del quarto aumento mensile consecutivo, importante perché riguarda tutti i mercati presi in considerazione anche se il cumulato dall’inizio dell’anno evidenzia ancora un passivo del 6,1%. Allargando poi l’analisi alla Gran Bretagna e ai paesi EFTA (Islanda, Norvegia e Svizzera), l’aumento è ancora più evidente (+17,4%) e il calo su base annua più basso (-5,4%).
Tornando alla zona UE, se è vero che quelli di novembre sono stati i numeri più convincenti da inizio anno soprattutto per i mercati più importanti (Germania +31,4%, Italia +14,7%, Spagna +10,3% e Francia +9,8%), lo è altrettanto che a novembre 2019, pre-pandemia, si raggiunse quota un milione di macchine. E che considerando i primi 11 mesi, soprattutto a causa del calo da gennaio a luglio, proprio i paesi che avrebbero dovuto fare da traino hanno mancato il loro compito: Italia -11,6%, Francia -8,7%, Spagna -4,4% e Germania -2,4%.
E’ un dato di fatto, comunque, che da agosto in poi il mercato continentale sia in ripresa. I motivi? Secondo il Centro Studi Promotor “la causa prima dell’inversione di tendenza è dovuta alla maggiore disponibilità di componenti come i microchip”, che va ad influire positivamente sull’offerta di prodotto.
Ma c’è un dato che differenzia in negativo il nostro Paese rispetto agli altri. Mentre nel resto d’Europa la percentuale di auto elettriche vendute aumenta, in Italia da gennaio a novembre è scesa dal 4,4% al 3,7% rispetto ai primi 11 mesi del 2021. In una nota del CSP, si legge ancora che le ragioni di questo “possono essere identificate nella scarsa diffusione delle colonnine e degli altri dispositivi di ricarica, ma anche nel fatto che gli incentivi varati nel nostro Paese nel 2022 per sostenere (analogamente a quanto si fa negli altri mercati) gli acquisiti di auto elettriche sono stati sicuramente poco efficaci in quanto una parte importante dei fondi stanziati è rimasto inutilizzato, mentre i fondi stanziati per favorire l’acquisto di auto tradizionali con emissioni fino a 135 grammi di CO2 al chilometro si sono esauriti in un paio di settimane”.