Prima del voto “dissi che l’obiettivo è quello di non ridare il reddito a quel 25% che lo ha percepito indebitamente, cioè che non ha diritto, c’erano stati casi di mafiosi, di chi abita all’estero…Noi quelli vogliamo non proteggere. Il resto, che è il 75%, numeri un po’ tagliati da campagna elettorale…non ha nulla da temere. Io penso che il 50% non abbia nulla da temere. Forse sono addirittura di più“. Sono le parole usate dal presidente del Senato, Ignazio La Russa, intervistato da Bruno Vespa alla festa del decennale di FdI, in risposta a una domanda sul futuro della misura di sostegno al reddito introdotta dal Movimento 5 stelle.

“Io dissi ‘il 50% non ha nulla da temere, il 25% li inseguiremo per scoprire se avevano diritto veramente. Il resto gli dobbiamo trovare un lavoro’ – continua – Quindi non è un numero così enorme di persone che pensiamo debba avere l’aiuto a entrare nel mondo del lavoro volendo entrare nel mondo del lavoro perché gli altri non ci vogliono proprio entrare secondo me”.

Come si può fare? “La formazione ci può essere, però ci sono tantissimi lavori…“, continua La Russa che fa l’esempio di una sua assistente che “fino alla campagna elettorale” gestiva un ristorante a Milano e che, sostiene il presidente del Senato, “per un mese ha chiuso perché non riusciva a trovare lavoratori”. “Non trovò un cameriere e non trovò un cuoco – continua – E non è che non si presentavano, ma dicevano di avere il reddito di cittadinanza e di voler venire ma in nero, ma lei non li poteva assumere…”.

Quindi l’esponente di Fratelli d’Italia continua: “Non c’è bisogno di quest’enorme formazione per fare il cameriere, ma chiamiamoli assistenti di sala, o il cuoco, ma chiamiamoli chef”. “Per cui credo che con la buona volontà e lo stato di necessità di andare a lavorare vero, facendo sacrifici, perché il lavoro è anche sacrificio” il lavoro si trovi, conclude La Russa.

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Riforma costituzionale, La Russa: “La farà Meloni. Io sono per il semipresidenzialismo alla francese”

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