Ventimiglia, a pochi metri dal confine la semifinale dei Mondiali unisce tifosi marocchini e italiani: “È finita, ma abbiamo lasciato un segno”
Nel salone della onlus Spes di Ventimiglia, a pochi chilometri dal confine con la Francia, la semifinale dei Mondiali con il Marocco è stata proiettata poco distante dai giacigli dove (in assenza di un centro di transito), le persone sono costrette ad accamparsi per la notte in attesa di passare la frontiera. Così, per novanta minuti, il calcio ha riunito davanti allo schermo italiani e cittadini di origine marocchina, da anni residenti a Ventimiglia e persone di passaggio che nel giro di qualche giorno sperano di arrivare in Francia. Questa insolita comunità, che poi è la stessa che spesso collabora in frontiera per rendere meno invivibile le condizioni dei migranti, ha sognato per qualche ora di potersi prendere una rivincita, quanto meno sportiva, sui cugini transalpini. Niente di fatto, alla fine tifosi e simpatizzanti del Marocco hanno salutato la sconfitta con un applauso: “Ero convinto che avremmo potuto vincere – commenta il verduraio Adnane Berrhot, improvvisato mattatore della serata – ma abbiamo comunque cambiato mentalità e lasciato un segno nella storia del calcio”.