A cinque mesi dalla tragedia della Marmolada, quando un seracco si staccò provocando una strage, la Procura di Trento, come riporta l’Ansa, ha chiesto l’archiviazione del procedimento per disastro colposo che era stato aperto, senza indagati. Il 3 luglio scorso una frana di roccia e ghiaccio, staccatasi dal seracco sommitale, aveva travolto e ucciso undici persone.

L’indagine era nata per chiarire eventuali responsabilità di coloro che potevano prevedere quanto accaduto e una risposta chiara su questo – come riporta il Corriere del Trentino – la fornisce la perizia di oltre 60 pagine depositata dai consulenti della Procura, che ha richiesto una proroga sui tempi di consegna per la mole di materiale, fotografico e satellitare, che contiene. L’evento, dicono gli esperti dell’Università di Siena e di Trento, non si poteva prevedere. Un’ipotesi che già dall’inizio gli inquirenti avevano prospettato. La perizia, in cui – si apprende – si rileva anche il progressivo deterioramento del ghiacciaio che va avanti ormai da anni, sarà depositata agli atti e quindi sarà acquisibile dalle parti offese.

Il Ghiacciaio della Marmolada – come evidenziato da Legambiente che ogni anno monitora i ghiacciaia – nell’ultimo secolo si è ridotto di più del 70% in superficie e di oltre il 90% in volume. Oggi è grande circa un decimo rispetto a cento anni fa. Il suo ritiro ha mostrato una progressiva accelerazione, tanto che negli ultimi quarant’anni il solo fronte centrale è arretrato di più di 600 metri provocandone una risalita in quota di circa 250 metri. Stando alle previsioni degli esperti, il ghiacciaio più grande delle Dolomiti nel giro di meno di 15 anni potrebbe scomparire del tutto.

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