È stato arrestato per tortura, violenza sessuale e lesioni ma ha preferito restare zitto davanti ai magistrati e non rispondere alle loro domande. Gnagne Lath, detto Nesco, il 18enne ivoriano, è finito ieri in manette perché accusato, insieme a due minori, di “crudeltà” gravi “, reiterate violenze” e un “trattamento inumano e degradante” nei confronti di un 17enne, che era detenuto con i tre giovani nel carcere minorile Beccaria di Milano. I fatti per i quali è stato arrestato sono accaduti all’interno dell’istituto di pena minorile il 7 agosto scorso, quando l’ivoriano, tra l’altro poi arrestato ancora ad ottobre in un’inchiesta sulla crew dei trapper Simba La Rue e Baby Gang, era ancora detenuto al Beccaria e da pochi giorni era diventato maggiorenne. Da qui l’ordinanza di custodia in carcere firmata dal gip Guido Salvini, su richiesta del pm Rosaria Stagnaro nelle indagini della Squadra mobile, mentre sui due presunti complici minori procede il Tribunale per i minorenni.
La sera del 7 agosto, si legge negli atti, “avvicendandosi nella sorveglianza della porta della cella e nell’inflizione delle sevizie”, dopo aver sorpreso la vittima “nel sonno” durante il cambio turno del personale penitenziario, i tre avrebbero sottoposto il 17enne ad una serie di abusi sessuali, con morsi e anche una sigaretta spenta sul volto. La vittima delle violenze ha messo a verbale che “quanto patito gli aveva fatto riaffiorare alla mente i maltrattamenti subiti durante il viaggio affrontato dalla Libia per raggiungere l’Italia”. Il gip fa presente che Lath, arrivato in Italia quando aveva 12 anni, “è già stato condannato per i reati di rapina, tentata estorsione e minaccia” e fa parte “con il ruolo di gregario violento, della banda di trapper“. E ha dimostrato “una elevata crudeltà nell’usare violenza e nel procurare atroci sofferenze“. Il giovane ha detto solo che lavora nel campo degli eventi musicali e della sicurezza per Simba La Rue.