Viaggi, carissimi viaggi. Si prospettano fortissimi rincari per chi si sposterà durante le feste di Natale. Aereo o auto soprattutto, un po’ meglio i treni. È quanto emerge da alcune rilevazioni di Assoutenti che ricorda innanzitutto come per un pieno di gasolio si spenda ora circa 7,5 euro in più di un anno fa, mentre la benzina si paga in media il 2,9% in meno. Gli aumenti più eclatanti riguardano il trasporto aereo (anche qui in parte per il costo del carburante). Un volo nazionale si paga in media l’ 80,4% in più di un anno fa, i biglietti delle tratte europee sono praticamente raddoppiati (+ 94%) così come quelle dei voli a lungo raggio. Per volare da Roma Fiumicino a Phuket (Thailandia) imbarcandosi il 24 dicembre e tornando il 2 gennaio, il biglietto di andata e ritorno parte da 2.253 euro; per andare alle Maldive occorre mettere in conto una spesa minima di 1.499 euro; per le Seychelles servono 1.476 euro. 1.284 euro la spesa per volare a Zanzibar, 926 euro per Mauritius e 425 euro per Sharm el-Sheikh.

In Italia le tariffe di hotel e strutture ricettive sono più alte del 12,9% rispetto al Natale 2021. Stesso rincaro per gli skipass saliti in media tra il 10% e il 13% rispetto alla scorsa stagione sciistica, e la classica settimana bianca che costa quest’anno tra i 1.400 e i 1.600 euro a persona. “I viaggi di Natale e Capodanno delle famiglie italiane valgono circa 13 miliardi di euro – ricorda il presidente Furio Truzzi – Con i prezzi di voli e hotel a questi livelli, una fetta consistente di cittadini sarà costretta a rinunciare alle partenze, con danni non solo per le famiglie ma anche per le imprese del turismo e per tutto l’indotto”. Aumenti si prospettano anche per mangiare. Secondo alcune stime fatte dal Codacons utilizzando i dati dell’Istat, a parità di consumi, cenone della Vigilia e il pranzo di Natale, assieme al cenone e pranzo di Capodanno, costeranno agli italiani complessivamente 612 milioni di euro in più rispetto alla spesa sostenuta nel 2021. “Regalo” dell’inflazione che ha interessato pressoché tutti i beni alimentari e che i rivenditori hanno il larga parte scaricato sui consumatori.

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