Il 2022 certo non sta finendo in bellezza, quella libertà e normalità che sognavamo durante il lockdown non si è completamente materializzata. Anche se siamo liberi di muoverci, a rendere difficile e a volte anche impossibili gli spostamenti sono problemi legati all’inadeguatezza delle infrastrutture nel post Covid o alle battaglie salariali per far fronte ad un’inflazione a doppie cifre che non vedevamo da quarant’anni.
La nazione che meglio descrive quanto sopra descritto è il Regno Unito. E’ bene precisare che quella del regno di sua maestà, nonostante le dimensioni modeste rispetto all’ americana, è un’economia che muta velocemente a seconda del ciclo economico. E’ insomma molto recettiva ai cambiamenti economici. Inoltre, a differenza di nazioni come l’Italia, il bacino del risparmio britannico è modesto e la rete di supporto familiare minima. In altre parole, nel Regno Unito se si perde il lavoro o non si arriva più alla fine del mese si può rapidamente scivolare verso il basso lungo i gradini della scala sociale. E’ successo con la recessione della fine degli anni Ottanta inizio anni Novanta quando famiglie di professionisti, appartenenti alla classe media, hanno perso le case a causa dell’impennata dei tassi d’interesse e sta succedendo di nuovo adesso.
Il periodo storico che però si avvicina maggiormente al presente sono gli anni Settanta. Gli inglesi hanno coniato una frase a riguardo ‘winter of discontent’ per descrivere le settimane di scioperi, blackout e manifestazioni che si svolsero dal novembre del 1978 al febbraio del 1979. Il governo laburista di James Callaghan non resse, si dovette dimettere e subito dopo salì al potere la signora Margaret Thatcher. Dopo un paio di mesi di scioperi a singhiozzo da parte di diverse categorie a dicembre del 2022, il mese in cui si viaggia per andare a trovare amici e famiglia, gli scioperi sono aumentati vertiginosamente arrivando ai livelli del 1978. Al centro i trasporti che progressivamente si fermando in tutto il paese. Che importa se a Natale del 2022 si viaggia senza green pass o covid test quando non si è sicuri se si riuscirà a salire su un aereo o a rientrare nel Regno Unito? Dal 23 dicembre, infatti, sciopera anche il personale della dogana, coloro che devono controllare i passaporti dei viaggiatori. Molte famiglie hanno cambiato i programmi e invece di attraversare la manica si stanno organizzando per un altro Natale in patria.
Scioperano anche le infermiere e il personale delle autoambulanze, e a giudicare dai salari che percepiscono fanno bene. In alcuni ospedali la tradizionale raccolta di cibo natalizia, cibo che veniva distribuito ai poveri, quest’anno sarà offerto alle infermiere che non riescono ad arrivare alla fine del mese. Tutto ciò avviene nel XXI secolo, sullo sfondo di una crisi energetica molto simile a quella degli anni Settanta, ma in assenza di disoccupazione. Il problema attuale è invece il rifiuto della sotto-occupazione.
Non si riesce a trovare personale in tutti i settori, alcuni ristoranti hanno deciso di aprire solo per cena perché mancano i cuochi ed i camerieri; molti negozi hanno ridotto gli orari per mancanza di personale e all’ufficio postale, quando non è in sciopero, bisogna fare lunghe code perché mancano gli impiegati agli sportelli. Come mai? Molti, tanti, troppi hanno deciso di non tornare al lavoro dopo il Covid ai salari pre-Covid. C’è chi è rientrato in patria, chi ha deciso di andare in pensione e chi ha semplicemente smesso di lavorare per pochi spicci.
Solo i fattorini che ci portano a casa di tutto, dalla pizza appena sfornata da Domino’s all’ultimo modello dell’aspirapolvere Dyson, sembrano abbondare. Questa categoria di lavoratori che si ubica nella parte più bassa della piramide lavorativa sembra stranamente immune dai problemi degli altri settori. Ma non ha garanzie, non è sindacalizzata. Spesso non ha scelta e arrotonda con le mance.
E così anche a Natale del 2022, a pandemia finita, l’online e la delivery ci vogliono far credere che siano tornati alla normalità. Ma è solo un’illusione. Chi in questo ‘Christmas of Discontent’ avrà bisogno di un’autoambulanza potrebbe non trovarla o potrebbe restarci dentro 16 ore prima di entrare in ospedale; chi deve fare la dialisi potrebbe dover attendere ore prima di essere assistito da un’infermiera; le famiglie che andranno a trovare i nonni all’estero potrebbero al loro rientro dover fare file chilometriche per i controlli dei passaporti o passare giornate intere in aeroporto, a causa degli scioperi dei controllori di volo. Chi invece ha deciso di rimanere in patria potrebbe non trovare un treno.
Che succederà a gennaio? Per quanto tempo resisterà il governo di Sunak? I mercati stanno facendo di tutto per sostenere lui e la sterlina, ma questa volta, come negli anni Settanta, è probabile che il destino del paese non verrà deciso dagli amici hedge funds di Sunak, ma dal proletariato di sua maestà.