Ancora vendite sui titoli di Stato italiani. Con i prezzi in discesa il rendimento di un Btp decennale (fisso in valore assoluto ma espresso in percentuale del valore del titolo) sale al 4,39% in aumento di 11 punti base rispetto alla chiusura di venerdì. I bond italiani rendono di più di quelli greci che sui dieci anni pagano il 4,29%. Si allarga lo spread (il differenziale di rendimento con i bund tedeschi), raggiungendo i 218 punti visto che i decennali della Germania rendono il 2,21% (+7). Un equivalente titolo francese rende il 2,73% (+6), uno spagnolo il 3,30% (+7).

Il movimento al rialzo è generalizzato e segue il rialzo dei tassi deciso la scorsa settimana dalla Banca centrale europea, tuttavia i titoli italiani sono particolarmente colpiti. Segnale che significa anche una percezione del rischio paese più marcato. Per lo Stato significa un maggior esborso per interessi da pagare sui bond di nuove emissione. Ogni anno l’Italia paga circa 60 miliardi di euro in interessi sul debito, cifra calata molto negli ultimi anni per effetto delle politiche ultra espansive della Bce. Alle finanze pubbliche (come a tutti i debitori) viene in aiuto l’incremento dell’inflazione che riduce rapidamente il valore reale delle passività. Nonostante gli aumenti degli ultimi mesi i rendimenti dei titoli di Stato restano negativi in termini reali, ossia gli interessi non compensano la perdita di potere di acquisto legata all’aumento generalizzato dei prezzi.

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