Una proposta di accordo bilaterale tra Ue e Marocco sulle liberalizzazioni dei prodotti agricoli e ittici tra l’Ue e il Regno sta facendo discutere l’Europarlamento e infuriare i produttori agricoli europei, in particolar modo quelli italiani e spagnoli. Un via libera da parte di Bruxelles rischierebbe di penalizzarli pesantemente, limitando i dazi sui prodotti di Rabat e immettendo sul mercato europeo merci a basso costo. È in questo contesto che, a cavallo tra il 2011 e il 2012, gli emissari del Regno nordafricano e Antonio Panzeri si muovono per arrivare all’approvazione della risoluzione che verrà votata il 16 febbraio 2012. L’ex europarlamentare di Articolo 1, nonostante sia stato eletto proprio dai cittadini italiani, si attiverà per convincere i compagni di partito a schierarsi per il via libera. E come lui, ad essere contattato dai rappresentanti dello Stato maghrebino è anche l’allora presidente del Partito Popolare Europeo, Joseph Daul.
Lo si legge in una missiva dell’inviato marocchino a Strasburgo risalente a quasi dieci anni prima dell’inchiesta della Procura del Belgio su alcuni politici, accusati di essersi fatti corrompere dai servizi segreti di Rabat per influenzare le decisioni del Parlamento Ue, e contenuta in un più ampio dossier di cablogrammi riversati in rete dal 2015: i Maroc-leaks, che svelano le manovre di lobbying portate avanti in tutto il mondo da Rabat. La bocciatura dell’accordo sui prodotti della pesca con l’Unione europea, il 14 dicembre 2011, è stata “uno shock” per il Marocco e i suoi alleati nel Parlamento Ue. Il voto sulle “misure di liberalizzazione reciproche per i prodotti agricoli e i prodotti della pesca” tra l’Ue e il Regno è così l’occasione per rimediare a quello che secondo i marocchini lo stesso Panzeri avrebbe definito “un incidente”. Un affare da miliardi di euro per il quale, però, serviva la collaborazione di eurodeputati amici. Così il governo maghrebino si muove tra i corridoi della Plenaria nel tentativo di convincere le due principali famiglie politiche, quella Popolare e quella Socialista, ad appoggiare all’interno della Commissione parlamentare per il commercio internazionale (INTA) la proposta di risoluzione che verrà poi approvata dall’Eurocamera il 16 febbraio 2012. Dall’altra parte, però, ci sono i produttori agricoli europei che cercano di ostacolare il nuovo accordo.
È in questo contesto che il Marocco chiede l’aiuto di Panzeri e Daul attraverso colloqui tenuti dall’inviato del Regno. “Il presidente del Ppe mi ha espresso il suo ottimismo circa le prospettive di approvazione dell’accordo in INTA e in plenaria – spiega il diplomatico – L’onorevole Daul mi ha detto che il Ppe non ha ancora formulato la sua linea ufficiale per il voto del 26 gennaio (in commissione, ndr). Ciò detto mi ha confidato, sulla base delle informazioni comunicategli dagli eurodeputati del gruppo e dai consiglieri politici delle segreterie, che la tendenza generale dei gruppi è favorevole all’accordo”. E così sarà, dato che il Ppe voterà a larga maggioranza la risoluzione.
Più incerta, invece, la posizione del gruppo Socialista per i timori riguardanti l’impatto sull’agricoltura europea. Preoccupazioni confermate anche nel testo finale della risoluzione presentata al Parlamento Ue. All’interno di S&D, si legge, si sono tenuti incontri recenti, ravvicinati e “tempestosi” sul tema perché essere colpiti maggiormente sarebbero i settori agricoli europei, in particolar modo quelli italiano e spagnolo. Così entra in gioco Panzeri: il politico si muove in accordo con le autorità di Rabat per favorire l’approvazione della risoluzione. Le notizie che trapelano dal gruppo socialista parlano di “sorpresa e shock” per la recente bocciatura, sentimenti che rendono, “secondo diverse fonti” del Marocco all’interno del gruppo, “gli eurodeputati più cauti e meno inclini a ripetere ‘l’incidente’ (come dice l’onorevole Panzeri)”. L’ex eurodeputato si muove per influenzare il voto dei colleghi di partito: “Una forte corrente all’interno di S&D, guidata dal presidente della Delegazione per il Maghreb, Antonio Panzeri, spinge per la separazione tra l’accordo agricolo e la questione del Sahara (sulla quale i più sensibili ai diritti umani stavano dando battaglia, ndr), pur promettendo un dibattito su quest’ultima negli organi competenti del Parlamento”. Il risultato è che anche la maggioranza dei Socialisti sosterrà la risoluzione, compresi Panzeri e Marc Tarabella, l’eurodeputato belga al quale sono stati recentemente perquisiti gli uffici degli assistenti dopo lo scandalo delle mazzette di Qatar e Marocco in Ue.
Un successo per il paese nordafricano che, così, può aumentare il flusso di esportazioni di prodotti agricoli e ittici verso l’Ue: nel 2010, l’export verso l’Europa ammontava già a circa 2 miliardi di euro. L’intesa prevedeva infatti la liberalizzazione con effetto immediato del 55% dei dazi doganali, contro l’allora 33%, e la liberalizzazione entro dieci anni del 70% dei dazi doganali sui prodotti agricoli e della pesca dell’UE, contro l’allora 1%. Un settore, quello agricolo, che per Rabat vale tra il 15% e il 20% del Pil e il 12% delle esportazioni del Paese, assorbendo il 38% della forza lavoro.
L’impegno di Panzeri continuerà anche dopo l’approvazione, in vista di un’altra risoluzione fondamentale, quella sull’Accordo euromediterraneo del 2013 che allarga la forbice delle liberalizzazioni sull’import/export tra Marocco e Ue. Come si legge nel rapporto 2012-2013 del Parlamento di Rabat sulle attività della Commissione mista Marocco-Ue, il Paese maghrebino “è riuscito a far togliere dal rapporto sulla politica di buon vicinato il passaggio in cui si affermava che i prodotti non portavano beneficio alle popolazioni del sud“. E in questa azione è stato di nuovo determinante l’ex europarlamentare italiano che ha “contribuito a sensibilizzare i deputati sulle accuse degli oppositori del Marocco”.