La sua estradizione era per Erdogan la condizione per dare il via libera all’ingresso della Svezia nella Nato. Ma la Corte Suprema di Stoccolma ha respinto la richiesta di consegnare ad Ankara, come richiesto, il giornalista Bulent Kenes, accusato dalla Turchia di essere stato complice del tentativo di colpo di Stato del 2016 e di essere membro del movimento gulenista. L’Alta Corte, responsabile dei ricorsi contro le estradizioni, ha individuato “diversi ostacoli” alla consegna alle autorità turche di Kenes. Uno dei giudici della Corte Suprema svedese che ha emesso la sentenza, Petter Asp, ha spiegato le motivazioni in un comunicato affermando che “si tratta anche di reati politici. E c’è inoltre il rischio di persecuzione basata sull’opinione politica di questa persona. L’estradizione non può quindi avvenire”. La Svezia e la Finlandia aspettano ancora il nullaosta di Ankara per unirsi alla Nato e la questione delle estradizioni di persone considerate “terroriste” dalle autorità turche rimane il nodo più difficile da risolvere.
Kenes, 55 anni, che ha ottenuto l’asilo in Svezia, era il direttore del giornale in lingua inglese Today’s Zaman, di proprietà della rete legata al chierico musulmano di origine statunitense Fethullah Gulen. Il giornale è stato chiuso nell’ambito di una repressione governativa del gruppo. La Turchia incolpa Gulen per il fallito colpo di stato del 2016 e considera la sua rete un’organizzazione terroristica (Gulen). La Corte Suprema di Stoccolma ha dichiarato che c’è “un rischio di persecuzione basato sulle opinioni politiche della persona”. Nel corso degli ultimi mesi, Erdogan ha ripetutamente dichiarato di non potere concedere il via libera per l’ingresso nell’Alleanza atlantica entro fine anno, perché secondo la Turchia, Stoccolma non ha ancora soddisfatto le sue richieste rispetto all’estradizione di sospetti militanti, ritenuti da Ankara terroristi. Tra loro ci sono le milizie curde siriane ritenute dalle autorità turche responsabili dell’attentato nel centro di Istanbul. A inizio dicembre la Svezia ha estradato Mahmut Tat, ex militante del Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk) condannato in Turchia a 6 anni e 10 mesi di carcere a causa delle sue idee politiche. L’uomo aveva cercato rifugio nel 2015 in Svezia proprio per sfuggire alla sentenza emessa dai giudici turchi, ma la sua richiesta di asilo è stata rigettata da Stoccolma.