Gli impegni sono giuridicamente vincolanti e coprono tutti i mercati attuali e futuri di Amazon nello spazio economico europeo e dovranno essere operativi entro il prossimo giugno. È esclusa invece l’Italia per quanto riguarda gli impegni relativi alla Buy Box e a Prime in virtù dei rimedi imposti direttamente dal Garante nazionale della concorrenza. In caso di mancato rispetto degli accordi gruppo rischia una multa di quasi 50 miliardi
Tregua tra Bruxelles e il colosso dell’e-commerce Amazon. L’Antitrust europeo ha accettato gli impegni presentati dal gruppo per evitare l’uso improprio dei dati aziendali non pubblici dei venditori indipendenti che utilizzano la piattaforme e quindi evitare possibili favoritismi per quei venditori che si avvalgono anche dei suoi servizi di logistica e consegna. Amazon si è mossa dopo che l’Ue ha avviato due indagini formali nel 2019 e nel 2020. Nel mirino dell’autorità europea vi erano anche i criteri per selezionare il vincitore della ‘Buy Box’ e spingere l’utilizzo del programma fedeltà Prime da parte dei venditori indipendenti.
“La decisione odierna stabilisce le regole secondo cui Amazon dovrà agire in futuro”, ha detto ai giornalisti a Bruxelles il commissario europeo per l’Antitrust Margrethe Vestager aggiungendo che “I rivenditori indipendenti concorrenti, i corrieri e i clienti europei avranno più opportunità e scelta“. “Siamo lieti di aver trovato una soluzione alle richieste della Commissione europea e di avere chiuso questi casi. Pur continuando a non essere d’accordo con molte delle conclusioni preliminari” dell’Ue, “ci siamo impegnati in modo costruttivo per poter continuare a servire i clienti in tutta Europa e supportare le 225mila piccole e medie imprese europee che vendono attraverso i nostri negozi”, scrive Amazon in una nota di commento alla decisione.
Amazon ha inizialmente proposto di impegnarsi a “non utilizzare dati non pubblici relativi o derivati dalle attività dei venditori indipendenti per la propria attività di vendita al dettaglio”; “trattare tutti i venditori allo stesso modo nella classifica delle offerte ai fini della selezione del vincitore della Buy Box”; “stabilire condizioni e criteri non discriminatori per la qualificazione dei venditori sul mercato e le offerte a Prime“; “consentire ai venditori Prime di scegliere liberamente qualsiasi vettore per i propri servizi logistici e di consegna e negoziare i termini direttamente con il vettore di loro scelta”; e “non utilizzare” a proprio vantaggio “alcuna informazione ottenuta tramite Prime circa i termini e le prestazioni dei vettori di terze parti”.
A seguito di una consultazione tra la Commissione europea e altri attori interessati sul mercato, avvenuta tra luglio e settembre 2022, Amazon ha offerto un’ulteriore serie di impegni, esprimendo tra l’altro anche la volontà di “migliorare la presentazione della seconda offerta della Buy Box concorrente”.
Gli impegni sono giuridicamente vincolanti e coprono tutti i mercati attuali e futuri di Amazon nello spazio economico europeo e dovranno essere operativi entro il prossimo giugno. È esclusa invece l’Italia per quanto riguarda gli impegni relativi alla Buy Box e a Prime in virtù dei rimedi imposti direttamente dal Garante nazionale della concorrenza con una decisione del 30 novembre 2021. In caso di violazione degli accordi Amazon rischia una sanzione fino al 10% del proprio fatturato annuo totale (470 miliardi di dollari nel 2021, la multa sarebbe quindi fino a 47 mld) oppure una penale del 5% al giorno del proprio fatturato giornaliero per ogni giorno di mancato rispetto.