di Pegah Moshir Pour, Comunità Iraniana in Italia

Santo Padre,

sono tre mesi che come comunità iraniana in Italia, ma anche nel mondo, stiamo portando alla luce tutto quello che il regime della Repubblica Islamica sta coprendo. Ci stiamo ispirando alla grande forza e coraggio delle donne iraniane che sono sono le vere Leader di questa rivoluzione.

Santo Padre, Lei è la figura di riferimento non solo per il mondo cristiano: in tanti la ascoltiamo, crediamo fortemente nelle sue parole che portano pace nei nostri cuori e svegliano quella parte dura dei poteri governativi.

Fratelli Tutti è la Sua Enciclica in cui tutta la popolazione mondiale riflette “la fraternità e l’amicizia sociale come le vie indicate per costruire un mondo migliore, più giusto e pacifico, con l’impegno di tutti”. Siamo un’unica famiglia e vogliamo fare azioni concrete per restaurare il mondo e superare i malanni generati dalle crisi di ogni genere.

Ma non tutti si aprono a tutto questo, in primis il Regime della Repubblica Islamica, che dell’Islam non riporta nulla. Riporto le Sue parole: “Diritti umani non sufficientemente universali”. Lo stiamo vedendo tutti i giorni in Iran. Lei usa una parola che ci fa piangere tutti i giorni, “Dignità”: le donne e gli uomini in Iran sono sottratti da ogni dignità di padri, madri, docenti, studenti, bambini.

Santo Padre, che colpa aveva il bambino di due anni ucciso da un colpo vagante del corpo di sicurezza della repubblica Islamica? Non ha avuto il tempo di conoscere e vedere il mondo. Che colpa aveva il piccolo Kian Pirfalak ucciso da colpi di pistola? era in macchina con la sua famiglia, era pieno di sogni per il suo futuro da piccolo inventore. Chi e cosa colmerà quel vuoto terribile dentro il cuore della madre e del fratellino rimasti vivi per miracolo?

Santo Padre, sappiamo che in tanti Le scrivono e in tanti Le chiedono aiuto e una preghiera, ma il regime sta forse per dare inizio ad una esecuzione di massa. Il 6 novembre, l’agenzia di stampa Irna ha riferito che 227 membri del parlamento hanno chiesto alla magistratura di affrontare “in modo deciso gli incitatori delle recenti rivolte, i legislatori iraniani hanno chiesto una severa punizione per coloro che hanno incitato le recenti rivolte sollecitando Qisas, “ritorsione in natura”, il famoso “occhio per occhio” per gli arrestati, definiti come “mohareb”. Mohareb, che letteralmente significa “guerriero” in arabo, è usato nella sharia per indicare il “nemico di Dio”, il che comporta la pena di morte.

Stiamo parlando di quasi 20mila arrestati, qui si tratta di genocidio. Ma quale legge di Dio prevede una tale crudeltà, quale Dio perdonerebbe un gesto simile? Santo Padre, sono persone innocenti, meno di 35 anni: erano per strada solo per invocare libertà! Persino l’Imam sunnita durante la preghiera del venerdì di Zahedan in Iran, Molavi Abdolhamid, ha definito il comportamento dei parlamentari “vergognoso” chiedendo loro durante il suo sermone del venerdì: “Gli altri parlamenti nel mondo si comportano come voi?”.

Santo Padre, non sappiamo cosa decidono ogni ora in Iran, ci svegliamo con la paura di leggere un’altra notizia di un’altra esecuzione ingiusta senza neanche dare la possibilità di difendersi o salutare per l’ultima volta i genitori.

Santo Padre, Le chiediamo di essere la voce di queste anime innocenti, non possiamo assistere ad una tale esecuzione di massa come Umanità.

Concludo con l’Articolo 3 “Diritto alla vita” della Carta dei Diritti Umani: Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza della propria persona.

Grazie per essere la Voce dell’Umanità.

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