L’ex commissario Ue, Dimitris Avramopoulos, ha ricevuto, su approvazione della Commissione europea, uno stipendio da 60mila euro dalla ong Fight Impunity, coinvolta nello scandalo sulle mazzette in Ue. Il lavoro svolto: due conferenze, di cui una online, e un articolo. Il tutto fatto nell’arco di circa un anno. Lo scrive La Stampa mentre cresce l’attenzione sul ruolo svolto dal politico greco che, va precisato, non risulta indagato e ha ricevuto legittimamente il proprio compenso. Ma l’attenzione su di lui rischia di compromettere la sua candidatura come inviato speciale dell’Ue per il Golfo. E proprio su questo Avramopoulos è intervenuto nella serata di lunedì respingendo ogni insinuazione. “C’è un complotto da parte di alcuni ambienti in Italia per distorcere l’immagine della mia partecipazione completamente legale e formale a Fight Impunity. Il primo obiettivo è indebolire la mia candidatura alla carica di Rappresentante Speciale dell’Ue nel Golfo Persico e rafforzare l’appoggio per il candidato socialista italiano (Luigi Di Maio, ndr). Tutti a Bruxelles sanno che sono in vantaggio per questa posizione. Ritengo che la decisione finale sarà ritardata”. La commissione, però, ha fatto sapere che svolgerà accertamenti sul suo ruolo all’interno della ong.
L’ex commissario europeo ieri ha comunque confermato di aver ricevuto 5mila euro al mese ma spiega di aver ottenuto “l’autorizzazione scritta da Ursula von der Leyen“, anche se l’Ong non era iscritta al registro Ue della trasparenza. È quest’ultimo il punto che ha convinto Palazzo Berlaymont ad avviare un’indagine interna per verificare eventuali comportamenti non corretti da parte del politico di nazionalità greca. In particolare l’attenzione si sta concentrando sui suoi incontri con i membri dell’attuale Commissione.
Avramopoulos ha lasciato l’incarico di membro onorario del board della ong il giorno stesso degli arresti, così come anche l’ex Alto rappresentante per la Politica Estera dell’Ue, Federica Mogherini, che però non risulta aver ricevuto alcun compenso. Ma restano da verificare le modalità con le quali ha svolto la sua attività di promozione. Von der Leyen, infatti, lo aveva autorizzato a ottenere una remunerazione per svolgere “campagne di sensibilizzazione, come ad esempio pubblicare articoli, partecipare a convegni, lanciare eventi, rilasciare interviste”. Ma come detto il suo operato si è limitato a due convegni e un articolo in un anno, il tutto per 60mila euro. Il primo appuntamento, scrive il quotidiano torinese, risale al 12 luglio del 2021, un webinar online organizzato dal Delphi Economic Forum, in occasione del quale Avramopoulos ha anche scritto un articolo sulla lotta all’impunità pubblicato sul portale NewEurope. Il secondo risale invece al 13 aprile del 2022: un convegno in Grecia, sempre del Delphi Economic Forum, che ha visto l’ex commissario sul palco con il suo “grande amico Panzeri”, come lo ha presentato.