“Attilio Fontana ascolta i professionisti” il titolo dell'incontro al Pirellone la cui frequenza - da parte dei giovani laureati - valeva "come riconoscimento delle ore" del corso di formazione regionale per diventare medici di medicina generale. "Un modo scorretto di condurre la campagna elettorale", attacca il neonatologo e consigliere di +Europa Michele Usuelli. Rozza (Pd): "Se non fossero stati costretti, a quell'evento non sarebbe andato nessuno"
Futuri medici di famiglia a lezione da Attilio Fontana. Il paradosso dei paradossi s’è concretizzato giovedì 15 dicembre al Pirellone, durante un incontro con il governatore a cui oltre ai medici di medicina generale sono stati invitati, da email ufficiale, anche tutti i medici che frequentano il corso regionale per diventarlo. Con un’annotazione messa nero su bianco: “La frequenza all’evento vale come riconoscimento delle ore”. Insomma, chi in epoca di Covid ha fatto più di un pasticcio e in cinque anni non è riuscito ad accorciare le infinite liste d’attesa che rendono un’impresa prenotare una visita nel pubblico, ora è in grado di insegnare ai medici il loro mestiere. O quantomeno di contribuire alla loro formazione. “Attilio Fontana ascolta i professionisti”, era il titolo dell’appuntamento. Ma il governatore ha ascoltato ben poco, visto che dopo i saluti iniziali affidati a lui e al neo assessore al Welfare Guido Bertolaso, sia l’uno che l’altro sono filati via.
Insorge Michele Usuelli di +Europa, che oltre a essere consigliere regionale è anche medico neonatologo: “Questo è un modo scorretto di condurre la campagna elettorale. Il corso per diventare medico di famiglia ha una durata complessiva di tre anni e di circa 5.000 ore, suddivise in attività pratiche di tirocinio e attività teoriche. Dopo aver cambiato meno di un mese fa la legge elettorale per decidere lui quando convocare le elezioni, ora il governatore appare scorretto e irrispettoso nei confronti dei medici di medicina generale”. Dura anche la consigliera del Pd Carmela Rozza: “È sconcertante l’uso che Fontana fa per la sua campagna elettorale dell’istituzione e del suo ruolo nei confronti delle professioni sanitarie. Qualcuno dovrà spiegare se i politici, in questo caso il presidente e candidato Fontana, siano stati ammessi alla docenza dei medici di medicina generale in formazione. Un fatto gravissimo, ma una cosa è certa: all’incontro con Fontana se non fossero stati costretti, dei professionisti della sanità, non ci sarebbe andato nessuno”.
Ma di che si è parlato all’evento? Dopo i saluti iniziali, è stato il momento di tre tavole rotonde: la prima sulle sfide da affrontare in futuro, come la carenza dei medici di famiglia, con il direttore generale di Ats Milano Walter Bergamaschi, la seconda con i rappresentanti delle cooperative di medici di famiglia e delle associazioni dei pazienti, la terza sulle novità del corso di formazione per i medici di famiglia, con il direttore dell’accademia Alessandro Colombo. “Era un normale convegno di medicina generale ed è usuale che anche i convegni vengano fatti valere come ore di teoria, allo stesso modo dei seminari”, dice Paola Pedrini, segretario lombardo del sindacato dei medici di medicina generale Fimmg, anche lei tra i partecipanti così come il vicesegretario nazionale della Fimmg, Fiorenzo Corti, cui sono toccate relazione introduttiva e conclusioni. Ma al di là delle difese d’ufficio, resta che un evento per medici è stato proposto con un titolo fuorviante e utilizzato da Fontana per fare campagna elettorale: “È una cosa grave”, sostiene Usuelli, “anche perché per mandare gli inviti è stato utilizzato un indirizzario che gli altri candidati a governatore non hanno. Fontana non ha alcun titolo per usarlo a scopo elettorale”.