di Alessandro

Mentre rientro in auto a casa, mi sintonizzo su Radio Radicale e ascolto la kermesse dei 10 anni di Fratelli d’Italia. Ospite di oggi, la premier Giorgia Meloni. Ora: sono anni luce distante da quella parte politica e tuttavia devo riconoscere che ad oggi hanno un popolo. O meglio: rappresentano una parte importante di questo Paese. La mia riflessione va subito a sinistra. Quanti partiti o micropartiti possono dire di rappresentare una parte considerevole di questo Paese?

Un passaggio di Giorgia Meloni mi ha colpito. Cito a mente, quindi posso sbagliare. “Noi rappresentiamo un progetto politico e culturale profondo”. Si può non essere d’accordo su questo progetto e io non lo sono. Però loro almeno ne hanno uno. Incarnano una visione di mondo e hanno una prospettiva di futuro. Una capacità di futuro. Quello che invece neanche si intravede a sinistra.

Come è possibile?

Ho in mente diverse risposte. La prima tra tutte è certamente la mancanza di umiltà. Questa mi pare si sia smarrita anche in un campo come la sinistra. Sono pochissimi i partiti, ad eccezione di Potere al Popolo, che si sporcano davvero con i problemi delle persone reali.

In secondo luogo, e forse è questo la parte più sfidante, la sinistra ha perso il proprio linguaggio. O meglio, non solo lo ha smarrito, ma non è capace di costruirne ancora uno nuovo. Un linguaggio non solo che faccia da contraltare alle destre, ma che sia nutriente per chi si sente di sinistra o per chi potrebbe esserlo e non lo sa.

Anche qui, la voglia e la capacità di elaborarne uno nuovo si ricollega alla mancanza di umiltà e alla incapacità di fare nuovi sforzi per parlare a chi è indeciso o lontano. Eh sì, perché, prima o poi, spero che tutti i partiti vogliano interrogarsi seriamente sulla fortissima astensione italiana.

Collegata a questi due temi, vi è la mia incredulità nel non veder riempite praterie per un campo di sinistra di governo. Abbiamo i salari più bassi d’Europa. Abbiamo quasi sei milioni di nuovi poveri. Abbiamo una precarietà che può solo aumentare e ammortizzatori sociali quasi annullati. Eppure, in questi campi, solitamente la sinistra non è capace di conquistare la sua credibilità. Non è un po’ strano? Sono persuaso che sia necessario ripartire da un nuovo linguaggio, un nuovo modo di raccontare il mondo e di indicare la rotta. La sinistra ha tutte le carte in regola per riprendersi il discorso politico. Ha fondamenta molto solide al suo interno.

E’ come quei bracieri che sembrano spenti, ma che se li smuovi un attimo mostrano braci ardenti. Certo, non dalla sera alla mattina. Ci vogliono anni. Magari solo 10, come quelli per Meloni, o magari molti di meno. Però bisogna iniziare.

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