Un piccolo miracolo di Natale sta per accadere nelle sale cinematografiche italiane. E’ l’apparizione di Living, un film tratto da un film delicato come il suo antecedente dichiarato, “Vivere“, del maestro giapponese Akira Kurosawa uscito nel 1952. Proprio in quell’anno si svolge la storia di Living, con la sorpresa di essere realizzato esattamente nello stile dei film di allora, a cominciare dai titoli di testa e passando per tutta una deliziosa messa in scena e fotografia.
Vi potrà interessare che a scrivere il remake del capolavoro di Kurosawa non è stato uno qualunque, ma nientedimeno che un premio Nobel (2017) per la letteratura Kazuo Ishiguro. Del resto rimaneggiare uno dei 120 film più belli di tutti i tempi secondo il Time necessitava una particolare attenzione.
Di alta qualità il film è davvero pieno, a cominciare dalla recitazione di tutti i personaggi, primo fra tutti il protagonista Bill Nighy, dalla carriera poderosa che inizia nel lontano 1976. Senza soffermarsi sulla trama di Living, che scoprirete in sala e che è ispirata al romanzo di un altro gigante della letteratura, Lev Tolstoj (La morte di Ivan) vi basti sapere che in 102 minuti di durata vi troverete di fronte a molti importanti interrogativi e temi dell’esistenza umana, dalla incombenza della morte, all’importanza del ricordo, dalla necessità di agire per gli altri anche quando non se ne abbia alcun vantaggio personale, a quella di prendere coscienza dell’incomunicabilità dei propri reali sentimenti, dal capire quali sono le cose veramente importanti nella vita al non sprecare il tempo che ci è assegnato dal fato.
Passando inoltre per la satira feroce sulla burocrazia che ai tempi di Tolstoj doveva essere davvero insopportabile, ma anche quella del ’52 ha molto non ha molto da invidiare a quella del ventunesimo secolo. Un avviso: questo film è davvero pieno di buoni sentimenti, ma non è propriamente un film natalizio. Probabilmente vi verrà strappato più di un sorriso durante la proiezione, ma all’uscita non avrete certo lo stesso stato d’animo che potreste avere con un cinepanettone e, forse, questa volta è giusto così.