Eldar Mamedov, ha ricoperto un ruolo tutt'altro che marginale nel cosiddetto Qatargate essendo l'uomo che tra gli advisor di S&D gestiva il dossier sull'emirato del Golfo. Tanto che, stando alle dichiarazioni dell'assistente parlamentare Francesco Giorgi di fronte agli inquirenti, l'uomo è una delle persone ad aver ricevuto (e accettato) biglietti omaggio per assistere ai Mondiali. La magistratura belga ha chiesto di congelare due conti: uno riferibile ad Antonio Panzeri, l'altro alla figlia Silvia
All’interno dei Socialisti europei è in corso la resa dei conti. E chi frequenta i corridoi delle istituzioni brussellesi sa bene che l’ultimo provvedimento colpisce una figura tutt’altro che marginale nel gruppo politico. È quella di Eldar Mamedov, consigliere politico di S&D per gli Affari Esteri di nazionalità lettone e origini iraniane, che, secondo quanto appreso da Ilfattoquotidiano.it da più fonti interne alla famiglia socialista, che è stato sospeso per “colpa grave” e segnalato alla polizia belga. Nel momento in cui si scrive, l’uomo non risulta essere indagato.
Nello scandalo delle mazzette in Ue inviate dal Qatar, Mamedov ha ricoperto un ruolo tutt’altro che marginale. Tra i frequentatori dei palazzi europei di Bruxelles è considerato un uomo “vicino all’Iran”, Paese con il quale il Qatar ha una stretta relazione. Ed è proprio l’emirato di Doha uno dei dossier sui quali si è maggiormente concentrata la sua attività da advisor. Tanto che era proprio lui, nel corso dell’ormai famosa seduta della Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni (LIBE) dell’Eurocamera del 1 dicembre scorso, a sedere al fianco di Francesco Giorgi. Ed è sempre lui, dopo l’ok alla liberalizzazione dei visti nella stessa seduta, nella quale è comparso il “voto fantasma” di Eva Kaili, ad aver esultato con tanto di “batti cinque” con l’ex assistente parlamentare di Antonio Panzeri e oggi nell’ufficio di Andrea Cozzolino (Pd). Il nome di Mamedov compare però anche nel cuore dell’inchiesta sul cosiddetto Qatargate, in particolar modo per i regali che avrebbe ricevuto, e accettato, da Doha. Quando il giudice Michel Claise ha chiesto a Giorgi chi avesse ricevuto doni dai vertici dell’emirato, l’uomo indagato per organizzazione criminale, corruzione e riciclaggio di denaro, considerato uno dei personaggi chiave del sistema messo in piedi da Panzeri, fa anche il suo nome. “Nel mio telefono – ha detto – c’erano i biglietti che ho inviato a un consigliere politico, Eldar e la sua fidanzata. Loro sono andati” a vedere le partite del Mondiale. Un fatto che, se confermato, dimostrerebbe una grave violazione delle regole per gli advisor che in nessun modo, spiegano ancora da S&D, possono accettare regali.
Intanto la magistratura belga ha chiesto all’Italia, attraverso Eurojust, di congelare due conti correnti, uno intestato ad Antonio Panzeri, l’altro alla figlia Silvia. I due conti fanno parte dei sette che erano stati acquisiti in esecuzione di un ordine di investigazione europeo emesso nell’ambito dell’indagine su una presunta corruzione di europarlamentari per favorire gli interessi di Qatar e Marocco. Nei giorni scorsi la Procura di Milano aveva ricevuto l’ordine di investigazione europeo dai magistrati belgi, che indagano per associazione per delinquere, corruzione e riciclaggio, con la richiesta di effettuare una serie di perquisizioni. La Guardia di finanza aveva trovato e sequestrato somme in contanti nella casa di famiglia di Panzeri nella Bergamasca (17mila euro) e in quella di Abbiategrasso di Francesco Giorgi (20mila euro), ex collaboratore dell’ex eurodeputato. Inoltre, era stata acquisita documentazione su sette conti correnti riferibili a Panzeri, alla figlia, a Giorgi e all’ex segretario generale della Confederazione internazionale dei sindacati Luca Visentini.
Le carte sui conti sono state trasmesse in Belgio e, poi, dalle autorità di Bruxelles è arrivata in queste ore in Italia, attraverso Eurojust, la richiesta di congelarne due: uno di Panzeri e l’altro della figlia. Si tratta dei due conti in cui sarebbero state rintracciate le somme più consistenti e che si sospetta possano essere provento del reato di corruzione. Dell’istanza sono stati informati gli inquirenti milanesi ed ora si sta valutando la competenza territoriale per effettuare il sequestro, che potrebbe ricadere, a quanto pare, su un’altra Procura lombarda. Si tratta di eseguire un cosiddetto certificato di congelamento, come avvenuto ieri per l’appartamento a Cervinia, in Val d’Aosta, acquistato da Niccolò Figà-Talamanca. Un sequestro che dovrà essere disposto da un gip. Intanto, entro il 24 dicembre la difesa di Maria Dolores Colleoni, la moglie di Panzeri per la quale la Corte d’Appello di Brescia ha dato il via libera alla consegna al Belgio, presenterà ricorso in Cassazione contro tale decisione.