La stretta al Reddito di cittadinanza continua. Dopo il cambiamento già deciso in Consiglio dei ministri, che aveva ridotto a otto i mesi di erogazione della misura per tutti coloro che sono ritenuti occupabili secondo la nuova, discussa definizione del governo, ora intervengono gli emendamenti alla legge di Bilancio 2023 presentati in commissione. Che hanno tagliato il sussidio di un altro mese, ma non solo. Ora – al netto di un pasticcio nella messa a punto del testo, che dovrà essere corretto in corsa – viene cancellata la cosiddetta “offerta congrua“, costringendo di fatto i beneficiari ad accettare qualunque lavoro e su tutto il territorio nazionale, pena la decadenza dal beneficio. Inoltre, i giovani tra i 18 e i 29 anni potranno ricevere il Rdc solo a patto di aver completato la scuola dell’obbligo o di frequentare un percorso formativo che punti ad assolverlo.
“Siamo alla follia pura, hanno fatto saltare il concetto di congruità che è un concetto fondamentale per tutelare la dignità del lavoro e degli studi”, ha attaccato il presidente del M5s Giuseppe Conte. Una scelta che secondo l’Alleanza Verdi e Sinistra cancella di fatto il Rdc per gli occupabili del Mezzogiorno. Il ministro del Lavoro Maria Elvira Calderone ha assicurato che sulla questione interverrà presto un decreto “che metterà i puntini sulle “i””. Intanto però il livello del dibattito assume toni inediti: “Coi decreti flussi noi non importiamo schiavi dall’estero”, assicura il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida. E ragiona: “Credo quindi che quei lavori che vengono offerti a cittadini che vengono dal resto del mondo siano dignitosi anche per coloro che dicono che andrebbero a rubare se non c’è il reddito di cittadinanza”.
L’offerta congrua è da sempre uno dei concetti più evanescenti del Reddito di cittadinanza. Perché, hanno spiegato tante volte i navigator durante la loro breve esistenza, per la platea del Rdc le offerte di lavoro non hanno mai rispettato i criteri imposti dalla normativa. Tanto che si contano sulle dita delle mani i beneficiari decaduti per aver rifiutato un’offerta di lavoro. Perché scattasse la condizionalità, infatti, l’offerta rifiutata doveva essere coerente con le competenze e le esperienze del candidato ma anche considerare variabili come l’aderenza ai parametri sulla retribuzione adeguata, la distanza del luogo di lavoro dal domicilio e i relativi tempi di spostamento. Variabili spesso imponderabili attraverso l’offerta formulata dal datore di lavoro, che negli annunci rivolti ai centri per l’impiego talvolta non dichiara nemmeno il tipo di contratto in questione. Così le offerte venivano segnalate, ma in caso di rifiuto non scattava la decadenza dal beneficio. Inutile dunque la riforma del governo Draghi che aveva ridotto da tre a due le offerte congrue rifiutabili, così come l’idea dell’esecutivo Meloni che in un primo momento le aveva portate a una soltanto. Ora, con l’approvazione di un emendamento di Noi moderati di Maurizio Lupi, la maggioranza taglia la testa al toro: via la congruità, sì all’obbligo di accettare ogni offerta di lavoro, ovunque sia e qualunque essa sia. Dimenticando definitivamente che il Reddito di cittadinanza è innanzitutto una misura di contrasto alla povertà, dove l’elemento delle politiche attive è complementare.
Il governo aveva già scelto di estendere all’offerta occupazionale per i beneficiari del Reddito anche il lavoro stagionale. Un’opportunità che l’approvazione dell’emendamento di Lupi rischia però di trasformare in un ricatto, eliminando qualunque vincolo. L’offerta “deve avere caratteristiche comunque di accettabilità“, ha detto la ministra Calderone. Ma cosa si debba intendere è impossibile dirlo, almeno per ora. “Su questo reinterverremo con un decreto con cui metteremo i puntini sulle “i” su quelle che sono le condizioni per gestire le politiche attive, ritorneremo sul tema nel mese di gennaio”, ha promesso la ministra a margine dell’assemblea di Coldiretti. Chiarendo che “in un contesto complicato il fatto di rifiutare un’offerta di lavoro vuol dire voler rimanere fuori dai circuiti”. Insomma, voler rimanere sul divano. Teoria tante volte smentita dai numeri e dai fatti e tutta via ancora al centro dell’azione di governo sul Reddito di cittadinanza. Ma non è tutto. Sulla scia di quanto detto dal nuovo ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, è stato approvato un altro emendamento che toglie il Rdc a tutti i giovani sotto i trent’anni che non abbiano assolto l’obbligo scolastico o che non dimostrino l’iscrizione e la frequenza “di un percorso di studi finalizzato all’assolvimento del diritto-dovere all’istruzione e formazione sino al conseguimento dell’obbligo formativo o, comunque, di una qualifica di durata almeno triennale”, si legge nel testo.
“Così i ragazzi che sono vissuti in famiglie disagiate e hanno vissuto un disagio sociale non potendo terminare i percorsi di studio invece di essere quelli che vengono più aiutati, vengono abbandonati a se stessi. Siamo alla pura follia“, ha commentato il presidente M5s Conte. Che sulla cancellazione della congruità dell’offerta di lavoro avverte: “Guardate che non riguarda il reddito di cittadinanza: dire che le persone che sono più indigenti devono accettare qualsiasi proposta di lavoro in qualsiasi parte d’Italia significa distruggere l’ascensore sociale, riguarda tutti: un ingegnere che ha lavorato per anni e deve andare a fare il lavapiatti da tutt’altra parte dell’Italia; Riguarda chi ha studiato giurisprudenza e deve accettare un lavoro sotto pagato in qualunque parte del Paese. Hanno fatto saltare il concetto di congruità, che è un concetto fondamentale per tutelare la dignità del lavoro e degli studi”.
Di tutt’altra opinione il ministro della dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare Lollobrigida. Anche lui ospite di Coldiretti, ha detto che “c’è una cosa strana: esistono lavori che vanno bene per gli immigrati ma non vanno bene per gli italiani?”. Spiegando poi che “la possibilità di lavorare in Italia esiste, la congruità è un fattore naturale, quello che non si può pretendere è di rendere normali le frasi che ho sentito da qualcuno in televisione: “se non ho più il reddito vado a rubare”. Prima di andare a rubare, per generazioni, i nostri nonni, i nostri padri, ci hanno insegnato che si può andare a lavorare anche accettando lavori umili”. Riforme e frasario che spingono le piazze dove si radunano i beneficiari del Rdc. “Questo assalto è tipico di una banda estremista”, commenta Franco Mari, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra in commissione Lavoro. E aggiunge: “Di fatto è stato cancellato, fin da subito, il reddito di cittadinanza per gli occupabili in particolare del Mezzogiorno. Serve una mobilitazione ampia del Paese, che sia forza alla battaglia delle opposizioni in Parlamento”.