Secondo quando si apprende, la misura verrà prolungata con il decreto Milleproroghe atteso oggi, 21 dicembre, in Consiglio dei ministri. I sindacati di medici: "La ricetta dematerializzata ci permette di fornire cure migliori ai nostri pazienti perché non ci fa soffocare nella burocrazia"
Dopo le proteste dell’Ordine dei medici e dei sindacati di categoria, il governo ha deciso di prorogare la scadenza della ricetta dematerializzata, prevista per fine anno. Secondo quando si apprende, la misura verrà prolungata con il decreto Milleproroghe atteso oggi, 21 dicembre, in Consiglio dei ministri. Da gennaio, quindi, per i medici sarà ancora possibile inviare le prescrizioni ai pazienti via email o messaggio.
La norma è stata introdotta durante l’emergenza Covid per non obbligare i cittadini ad affollare gli studi. Ma, con la fine della crisi, è divenuta uno strumento fondamentale per i medici di base: “Ci permette di fornire cure migliori ai nostri pazienti perché non ci fa soffocare nella burocrazia”, ha dichiarato ieri Pina Onotri, segretario Generale del Sindacato Medici italiani. La proroga è considerata senz’altro il primo importante risultato della protesta, ma per i medici italiani è necessario che la misura sulla ricetta dematerializzata diventi strutturale.
Secondo i sindacati, il ritorno al cartaceo avrebbe causato lunghe attese negli studi medici. Senza la prescrizione a distanza, chiunque avesse avuto la necessità di ottenere una ricetta, si sarebbe dovuto recare fisicamente dal proprio dottore. Anche chi è costretto ad assumere sempre fermaci, perché affetto da patologie croniche, e non ha necessità di essere visitato ogni volta che deve rinnovare una cura. Un ritorno al passato che rischiava di mettere in crisi la categoria dei medici di famiglia, già in difficoltà come organico e oberata dalla burocrazia.
Nella giornata di ieri erano state molte le voci che si erano levate per chiedere che venisse almeno rimandata la scadenza della norma. “Auspichiamo un impegno del governo e del Parlamento – ha continuato Pina Onotri -. Liberare i medici convenzionati del Servizio Sanitario Nazionale da impropri carichi burocratici è la scelta più giusta per valorizzare la professione, contrastare l’esodo dalla categoria, permettere di utilizzare più tempo alla cura e all’assistenza dei pazienti”.
L’attacco all’eccesso di burocrazia, causa di deterioramento dei servizi offerti ai malati, è proseguito con Cristina Patrizi, segretario dell’Omceo Roma, l’Ordine dei Medici chirurghi e degli odontoiatri di Roma e provincia: “Basta con carichi impropri. È fondamentale semplificare le norme prescrittive. Noi auspichiamo che il governo si faccia carico di questo – spiega Patrizi- per venire incontro alle esigenze dei medici, affinché il loro lavoro sia conforme alla missione deontologica, che è quella di curare e fare diagnosi e terapia. Tutto ciò che aggrava questo lavoro va contro il dovere di assistenza e complica anche il rapporto con il paziente”.