Il Consiglio regionale ha votato l'incompatibilità dell'esponente azzurro lo scorso 6 dicembre, ma lui non si è ancora deciso a lasciare la carica da consigliere né quella da vicepresidente della giunta. In teoria sarebbe decaduto dalla mezzanotte tra il 22 e il 23 dicembre, ma senza un passaggio in aula tutto rimane solo sulla carta. Il presidente dell'assemblea: "Manderà lui le dimissioni nei prossimi giorni". Intanto però rimane in carica, violando la Costituzione
Un politico che non rispetta le regole e nemmeno si assume la responsabilità di spiegare il perché. Benvenuti in Lombardia, quella che dovrebbe essere la regione più avanzata d’Italia. Dove il vicegovernatore è ancora Fabrizio Sala, esponente di Forza Italia, nonostante sia incompatibile con quel ruolo da quando è stato eletto alla Camera. Il Consiglio regionale ha deliberato all’unanimità la sua incompatibilità lo scorso 6 dicembre, ma questo non l’ha ancora convinto a lasciare la poltrona. “La sua decadenza da consigliere regionale non ci è stata comunicata”, sostengono dallo staff di Attilio Fontana. E anche se Sala decadesse da consigliere, il suo decadere anche da vicepresidente e assessore regionale non sarebbe automatico: servirebbero le dimissioni o il ritiro delle deleghe da parte del governatore, che però non vuole trovarsi nell’imbarazzo di scegliersi un nuovo vice a due mesi dal voto, col rischio di creare screzi nella sua alleanza. Dato per assodato che al momento non ha lasciato la giunta, Sala è ancora un consigliere regionale? E se sì, quando cesserà di esserlo? Le domande, apparentemente banali, non trovano una risposta certa per un giorno intero. Ci vogliono diverse ore e diverse telefonate per scoprire che Sala, di fatto, è ancora un membro del consiglio regionale, benché il consigliere non l’abbia mai fatto, perché nominato assessore cinque anni fa.
La prima persona a cui ilfattoquotidiano.it ha posto i quesiti è lo stesso Sala. Ma l’onorevole al telefono si fa subito piccolo piccolo e accampa una scusa: “Sono con gente adesso, la richiamo io. Mi perdoni”. Ma non richiama più. Non risponde alle altre telefonate, né al messaggio Whatsapp in cui gli chiediamo di chiarirci una semplice questione: “In questo momento lei è ancora un consigliere regionale?”. Secondo Sala, evidentemente, i cittadini lombardi non hanno diritto di sapere chi li rappresenti. La ricerca deve quindi continuare per altre vie. In un primo momento fonti della Giunta delle elezioni della Regione, l’organismo cui è toccato contestare l’incompatibilità già due mesi fa, sostengono che Sala decada alla mezzanotte tra mercoledì 21 dicembre e giovedì 22, cioè una volta trascorsi dieci giorni lavorativi dall’approvazione della delibera che ha sancito la sua incompatibilità. Sono i tempi delle farraginose procedure del Pirellone in materia (quelle della Camera sono pure peggio). I dieci giorni dovrebbero servire a Sala per rimuovere l’incompatibilità, dimettendosi da consigliere regionale o da deputato. Cosa che lui si è ben guardato dal fare.
A quel punto cerchiamo di avere conferma della sua decadenza dal presidente del Consiglio regionale, il leghista Alessandro Fermi, e dal suo staff. Ma nonostante una telefonata e diversi messaggi, per 24 ore non arriva alcuna risposta. Non ne sa molto di più Federico Romani di FdI, il consigliere supplente che dall’inizio del mandato siede in aula al posto di Sala: “Mi risultava essere stata segnalata la decadenza con decorrenza 13 dicembre, ma non mi risulta che sia efficace”, risponde via Whatsapp. “Nessuno mi ha dato comunicazione in merito”. Quindi lei è ancora un consigliere supplente, non effettivo? “A me risulta così. In ogni caso ormai siamo a poco più di un mese dalle elezioni, quindi è quasi irrilevante”. Proviamo con gli uffici del Consiglio regionale, che si impegnano a sottolineare che la doppia carica non comporta un doppio stipendio perché ogni incompatibile deve scegliere quale ricevere. E i tempi? Dopo un po’ di confronto interno, gli uffici spostano la data della decadenza di Sala di un giorno: in teoria scatterebbe alla mezzanotte tra 22 e 23 dicembre. In teoria, perché mica decade per davvero: l’aula dovrebbe prendere atto della sua decadenza, ma non potrà farlo visto che l’ultima seduta al Pirellone è stata il 21 dicembre e il Consiglio regionale non verrà più convocato prima delle elezioni, a meno di urgenze e imprevisti. Così Sala può rimanere sia consigliere regionale, sia assessore, sia vicepresidente della Lombardia, sia deputato. Alla faccia dell’incompatibilità, stabilita non da una legge qualsiasi ma dalla Costituzione.
Elisabetta Strada, consigliera regionale e presidente della giunta delle elezioni, è sconsolata: “Il Consiglio regionale ha deliberato l’incompatibilità il 6 dicembre, dopo un percorso fatto in giunta con vari incontri, suggerimenti, inviti fino ad arrivare alla delibera consiliare. Questo è un atto formale da parte del Consiglio che merita rispetto, soprattutto da parte di chi svolge un ruolo istituzionale. Se si sa di essere incompatibili, si è incompatibili”. Poi, a 24 ore dall’inizio della nostra ricerca, arriva finalmente una telefonata di Fermi: “Sala mi ha scritto che manderà lui le dimissioni nei prossimi giorni”. Resta da capire se prima o dopo l’ultima seduta di giunta, in agenda il 28 dicembre, e se si dimetterà anche da assessore. Oppure se proprio non ce la farà a rinunciare alle ultime apparizioni da vicepresidente.