Al tempo dell’Unione Sovietica, in Russia il caviale costava più o meno come la pasta di acciughe. Però era quasi impossibile trovarlo nei negozi. Lo si trovava solo a prezzi folli al mercato nero. Lo stesso valeva per molti beni per i quali il governo sovietico stabiliva dei prezzi molto inferiori a quelli che ne riflettevano il valore reale. E, quasi sempre, il risultato era mettere quei beni fuori dal mercato, inaccessibili a tutti eccetto che ai membri della “nomenklatura”, i membri del partito comunista sovietico.

Non che il mitico “mercato” sia il toccasana per tutti i problemi, ma quando un governo si intromette nei meccanismi dei prezzi quasi sempre fa danni, spesso provocando la sparizione del bene il cui prezzo si vorrebbe ridurre. In Italia ci ricordiamo la storia dell’“Equo Canone” introdotto nel 1978 dal governo Andreotti. Era una legge che mirava ad abbassare i costi degli alloggi, ma ebbe come conseguenza quella di paralizzare il mercato degli affitti e creare un fiorente mercato nero.

Oggi viene fuori l’idea di un “tetto” al prezzo del gas naturale approvato dal Consiglio europeo. La notizia dell’accordo è stata accolta con entusiasmo sui giornali e Giorgia Meloni ha parlato di “vittoria italiana”. Tutti sembrano contenti di una misura che, in teoria, ha lo scopo di ridurre i prezzi dell’energia. Ma i risultati sono ancora tutti da sperimentare e, prima di cantare vittoria, sarà il caso di vedere cosa succede nel mondo reale.

Per ora non cambia niente, dato che l’accordo scatta dal 15 febbraio, e al momento il “tetto” è nettamente più alto del prezzo del gas alla borsa di riferimento, quella di Amsterdam. Ma se il prezzo si impenna di nuovo, allo scatto del limite gli operatori europei non potranno acquistare gas, a meno che i produttori non accettino di abbassare i prezzi. Cosa della quale non sono per niente contenti, come vi potete immaginare. Nella pratica, i produttori potrebbero semplicemente decidere di mandare il loro gas liquido verso altri mercati, in Asia per esempio.

Il problema è che non stiamo parlando di caviale, del quale si può sempre fare a meno contentandosi della pasta di acciughe. Il gas è una fonte di energia vitale per la sopravvivenza economica (e anche fisica) degli Europei. Senza gas rischiamo di restare al buio e al freddo, come pure di fermare tutta l’industria europea, già in grave difficoltà per i prezzi elevati del gas. Lo hanno previsto gli stessi membri del Consiglio europeo che prevedono che l’accordo può essere “disattivato immediatamente” in caso di rischi per la sicurezza dell’approvvigionamento. Potete star sicuri che i politici non si possono permettere di mettere al buio i cittadini europei per una loro iniziativa – anche se bene intenzionata. E, se succede una cosa del genere, il gas lo pagheremo caro esattamente come se il “tetto” non fosse mai esistito.

Come al solito, quando i politici si mettono in testa di far vedere che stanno “facendo qualcosa”, i risultati possono essere nulli (se va bene) o controproducenti (molto spesso). Speriamo solo che stavolta non facciano troppi danni. Se volete leggervi un ragionamento sensato sulla questione del tetto al prezzo del gas naturale, potete leggere un articolo di Massimo Nicolazzi dove l’autore si domanda se invece del tetto non sarebbe stato meglio introdurre una “sospensione per eccesso di rialzo” come si fa in altri mercati finanziari. Ma questo, dice Nicolazzi, “sarebbe stato troppo semplice”. Purtroppo è così che funziona la politica: le cose semplici non sono mai prese in considerazione.

Come ultima cosa, ricordiamoci che tutte queste manovre finanziarie non hanno nessun effetto sulla disponibilità fisica del gas naturale, come pure degli altri combustibili fossili, petrolio e carbone. Sono risorse limitate e in via di esaurimento, e questo spiega molte cose dell’attuale situazione. Se vogliamo veramente risolvere il problema dell’alto costo dell’energia, è inutile affidarsi a trucchetti finanziari. Bisogna affrontare il problema alla base e muoversi seriamente verso la sostituzione dei fossili con l’energia rinnovabile.

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