Cari amici del Fatto, è la quattordicesima volta che ci auguriamo Buon Natale e un miglior nuovo anno insieme. Il 2022 è stato ricco di sorprese, quasi tutte purtroppo negative per il mondo intero: la guerra scatenata dalla Russia in Ucraina; gli sforzi dell’Occidente per allargarla e allungarla a dismisura sulla pelle delle popolazioni civili, con la complicità della cosiddetta “Europa” sempre più corrotta, imbelle e autolesionista, che ha rinunciato a farsi promotrice di una soluzione negoziale e anche a tutelare gli interessi dei suoi popoli; la riabilitazione di disvalori che speravamo sepolti nel cimitero della storia, come la corsa agli armamenti e l’aumento delle spese militari; il divieto di usare la parola pace; la censura e il silenziatore per ogni pensiero diverso, critico, dissenziente, “complesso”, persino quando arriva dal Papa; l’irrisione del pacifismo, del dialogo, del compromesso; le vergognose liste di proscrizione contro i fantomatici “putiniani” per tappare la bocca soprattutto a noi del Fatto; la ghettizzazione della stragrande maggioranza degli italiani che si oppone al riarmo e alla cobelligeranza del nostro Paese in barba alla Costituzione e al Parlamento.

Il Fatto si è distinto più che mai nel plumbeo panorama conformista e asservito dell'”informazione” italiota, dando voce a un dibattito fra pensieri diversi, ospitando chi opponeva dubbi e non si allineava al pensiero unico delle “verità” ufficiali. E, grazie alle censure altrui, ha acquisito nuove firme che non avevano e non trovavano più casa. E nuovi lettori, molti dei quali abbiamo incontrato a Roma, il 5 novembre, fra i 100mila e più partecipanti alla splendida manifestazione per la pace in piazza San Giovanni.

Anche in Italia in questi 12 mesi è successo di tutto: la mancata elezione di Mario Draghi al Quirinale e la rielezione di Sergio Mattarella, l’harakiri del governo Draghi, la scissione nel M5S, la drammatica crisi sociale per i rincari dovuti alla guerra e alla speculazione finanziaria, la campagna elettorale in piena estate, la scelta incredibile e suicida del Pd di Enrico Letta di spaccare il fronte progressista, ostracizzando i 5Stelle nella speranza di ucciderli per ordini superiori ed esterni (solo così si spiega l’incessante e incredibile campagna di calunnie contro Giuseppe Conte) e regalando la vittoria alle tre destre di Giorgia Meloni, di Matteo Salvini e di quel che resta di Silvio Berlusconi. Dopodiché, non pago, ha completato l’operazione Tafazzi con un dibattito precongressuale da manicomio e ha pure dato la stura allo scandalo delle euromazzette dal Qatar, dal Marocco e da chissà quanti altri Stati esteri.

Anche sul fronte politico, il Fatto si è distinto da chi sdoganava Meloni per il suo “atlantismo” (che è come il Dash: lava così bianco che più bianco non si può) e al contempo riesumava il fascismo a sproposito per preannunciare nuove, improbabili marce su Roma. Col risultato di regalarle un sacco di voti e di oscurare il vero nero di questa destra: non quello delle camicie nere, ma quello dei legami con la destra neofascista eversiva retrostante le stragi degli anni 60, 70 e 80, e con l’affarismo berlusconismo e postberlusconiano dei fondi neri, dell’economia in nero, dei pagamenti in nero, del lavoro nero.

Questa discarica chiamata “legge finanziaria” e le altre prime mosse del governo Meloni ci stanno purtroppo dando ragione: regali ai ladri, agli evasori, ai corrotti e ai corruttori, guerra senza quartiere ai poveri e agli onesti. Una putrida e feroce restaurazione, forte coi deboli e debole coi forti, che ci fa rimpiangere l’unica stagione che negli ultimi vent’anni non ci abbia fatti vergognare di essere italiani: quella del governo giallo-rosa, non a caso screditata e demonizzata dai poteri forti e marci. I quali, intanto, si sono prontamente allineati al nuovo potere meloniano con i loro trombettieri a mezzo stampa e tv.

Dunque, stiamone certi, anche nel 2023 il Fatto si troverà quasi da solo a contrastare la propaganda governativa con l’unico antidoto efficace: la realtà nuda e cruda dei fatti. Se il governo farà cose buone lo riconosceremo, ma temiamo che saranno pochine (finora si salva soltanto la tenuta della premier sull’ergastolo ostativo per i boss mafiosi). Soprattutto tenteremo di stimolare le opposizioni a trovare non tanto l’unità, che dai banchi della minoranza conta fino a un certo punto; quanto un nuovo progetto comune con nuove idee per un’Italia più giusta sotto tutti i punti di vista, da proporre agli italiani quando (si spera presto) questa destraccia crollerà sotto le macerie del proprio fallimento e delle proprie bugie.

Anche in casa nostra, quella di Seif e delle sue diramazioni, l’anno che va a concludersi ha portato molte novità. E, per fortuna, non tutte negative (come l’aumento del costo della carta, gli altri rincari dei costi di produzione e la riduzione della pubblicità, che dal nuovo anno ci costringeranno a ritoccare il prezzo del giornale in edicola a 2 euro). Un anno fa annunciavamo la nascita della Fondazione Umanitaria del Fatto, che grazie alla generosità di tanti lettori ha già aiutato la mensa dei poveri di Milano, donne in fuga da uomini violenti, migranti accolti alla frontiera italo-francese in Val di Susa, bambini di Kiev malati di cancro evacuati dagli ospedali sotto le bombe, profughi ucraini rifugiati in Italia.

Ora partiamo con una nuova iniziativa culturale e formativa: il progetto Scuola, diretto da Domenico de Masi con la consulenza scientifica di Tomaso Montanari e una serie di corsi (quello propedeutico sul Sistema sociale, e poi quelli su Giustizia ambientale, Geopolitica del presente e del futuro, Costituzione, legalità e democrazia e un seminario Prospettive sociali rivolto ai docenti di ruolo e giovani dai 15 ai 20 anni) che vedranno impegnati docenti di altissimo profilo e valore (li troverete via via sul sito scuoladelfatto.it, dove già potete iscrivervi). Non è una scuola di giornalismo, ma di formazione alla cittadinanza e mira ad arrivare là dove non arrivano la scuola e l’università per aiutare chi vuole leggere meglio l’Italia, il mondo e anche i giornali (soprattutto uno…).

Quante volte ci è capitato, nei nostri incontri in giro per l’Italia, di invitare dei ragazzi ad abbonarsi al fatto e di sentirci rispondere che lo farebbero volentieri, ma temono di ritrovarsi di fronte un muro invalicabile: quello delle cose che i quotidiani danno necessariamente per scontate, ma che i lettori o hanno dimenticato, o non conoscono o non hanno vissuto in prima persona. Iniziare a leggere un quotidiano, per molti, è come salire su un treno in corsa senza conoscerne la provenienza né la destinazione né gli altri passeggeri: chiunque voglia colmare quel gap e prendere il treno della vita e della cittadinanza in stazione, con tutte le informazioni che gli occorrono, può iscriversi alla Scuola: non ci sono limiti di età né di titoli di studio, né ovviamente vincoli o padroni.

Come sempre, anche nel 2022 abbiamo dato il massimo, e anche qualcosa in più, con il Fatto Quotidiano cartaceo, con i contenuti speciali della nuova sezione digitale “Extra”; e con le altre canne del nostro organo multimediale: il sito web ilfattoquotidiano.it, la casa editrice Paper First, il mensile Fq Millennium e la piattaforma TvLoft.

La vostra risposta è stata, ancora una volta, un formidabile premio ai nostri sforzi che ci ha consentito di mantenere, e in certi mesi addirittura di aumentare, i nostri “numeri” sul mercato, in controtendenza con l’andamento generale dell’editoria: numeri di acquirenti in edicola e in abbonamento, soprattutto digitale.

Senza l’aiuto e la partecipazione di voi lettori e abbonati, non ce l’avremmo mai fatta. Ed è sempre bello sapere di avere tanti amici che si battono per la sopravvivenza di una voce libera. Una voce che, anche quando sbaglia, lo fa sempre in buona fede, senza secondi fini e mai per conto terzi.

Anche quest’anno ci appelliamo a voi lettori: aiutateci non solo acquistandoci in edicola e abbonandovi, ma anche scrivendoci i vostri consigli, idee, suggerimenti, rilievi, critiche e dissensi. Noi cercheremo di rispondere a tutti e di pubblicare i contributi più originali e interessanti nella pagina quotidiana “Lo dico al Fatto. Inviateci le vostre lettere e i vostri messaggi (1500 caratteri al massimo) a Il Fatto Quotidiano, via di Sant’Erasmo 2, 00184 – Roma, a segreteria@ilfattoquotidiano.it o a lettere@ilfattoquotidiano.it, indicando il nome del giornalista a cui vi rivolgete.

Molti di voi, azzannati dalla crisi, ci scrivono che vorrebbero continuare a leggerci, ma non se lo possono permettere. Per questo abbiamo predisposto un abbonamento a prezzo speciale al Fatto Quotidiano, che comprende anche l’accesso ai contenuti di Extra e del sito, a Fq Millennium, ai programmi televisivi di TvLoft e alla carta prepagata del Fatto. Sarà inoltre possibile pagare l’abbonamento in 3 o 4 comode rate. In cambio vi chiediamo uno sforzo per sostenerci, acquistando ogni giorno il Fatto in edicola, abbonandovi e regalando abbonamenti a persone a voi care. Aiutateci ad “affezionare” sempre più cittadini alla lettura del Fatto. Che, senza di voi, non esisterebbe.

L’altro giorno la nostra lettrice Monica G. ci ha scritto: “In questo malinconico Natale 2022, meno male che ci siete voi, amici del Fatto!”. Ed Ernesto M., studente e abbonato, ci ha ringraziati “perché mi tenete compagnia, dite quello che vorrei dire io, mi fate capire un sacco di cose che non capisco e mi restituite anche un po’ di buonumore”. Sono i più bei complimenti che potessimo ricevere. Facciamoci compagnia anche nel 2023.

A nome nostro e delle nostre redazioni,

Buon Natale e Buon Anno a tutti con il Fatto Quotidiano!

Marco Travaglio, Antonio Padellaro e Peter Gomez

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