Economia & Lobby

Reddito di cittadinanza, dal riscatto al ricatto è stato un attimo

di Giovanni Ceriani

Fa benissimo Giuseppe Conte a denunciare con forza lo stravolgimento del Reddito di cittadinanza in atto in queste ore. Uno stravolgimento, si badi bene, voluto con particolare virulenza e cinismo non da Giorgia Meloni o destre varie, ma dal “centrista” Maurizio Lupi, il cattolico e moderato Lupi.

E fa benissimo perché questo ennesimo (e definitivo!) stravolgimento rende il Reddito di cittadinanza non più un sollievo e baluardo contro l’indigenza, l’abbrutimento e i ricatti ma, al contrario, un contenitore vuoto che può riempirsi a sua volta – e questa volta! – dei peggiori ricatti, abbrutimenti e indigenze.

Altro che “condizionalità”: qui siamo ad un passo dall’abuso correttivo e disciplinare – insomma punitivo e colpevolizzante – senza più alcun riferimento alla dignità della persona e alla possibilità di un riscatto degno. E’ una vendetta (e un vaffa) ad uso e consumo delle élite, che in questa maniera chiudono definitivamente con la stagione dei diritti – il famoso “Sussidistan” – a riaprono la stagione dei sacrifici: il solito “Austeritan”.

La “bontà” e “misericordia” di questo Natale viene così battezzata dalla violenza di questo stravolgimento, che segna lo smantellamento delle tutele sociali e costituzionali faticosamente riguadagnate in questi anomali anni di governi Conte e l’inizio (o ritorno) del regime-di-austerità.

Chiusa la parentesi “populista”, si riaffaccia la solita lotta (guerra) di classe al contrario che le élite hanno dichiarato, vinto ed esercitato dagli anni Ottanta ad oggi. E che oggi trova nei centristi moderati – della tecno-finanza, del tecno-sovranismo e del tecno-cattolicesimo – il suo più devastante punto di caduta. Caduta nell’inferno del liberismo sfrenato e della guerra di tutti contro tutti, con aggiunta di guerra tra poveri e guerra ai poveri.

E a Lupi che pontifica su quanto sia “doveroso e giusto” accettare qualunque offerta di lavoro, senza più riferimento alcuno alla “congruità”, rispondo che, al contrario, è per noi “doveroso e giusto” denunciare queste sue parole come una dichiarazione di guerra e una istigazione all’odio nei confronti dei poveri, dei lavoratori poveri, dei lavoratori precari e di tutti i “cercatori” di lavoro travolti dal macigno – oggi colpa – della loro “occupabilità”.

Dal riscatto al ricatto è stato un attimo: ed è bastata la manina “misericordiosa” del centro moderato e cristiano per dare la spinta finale.

“Buon” Natale.

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Ps. E a proposito di “Buon Natale”, ricordiamoci che senza congruità non c’è più diritto ma solo ricatto. E che il lavoro non-congruo è di fatto un lavoro non-degno, cioè, non-fondato-sulla-Costituzione. Per questo, e per concludere, ribadiamo ancora che solo un vero Reddito di cittadinanza può rendere giusto un Natale altrimenti solo buono.

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