Nel tracciare il bilancio dell'anno che sta per concludersi e le prospettive per quello nuovo, il numero uno della filiale italiana della Losanga ha fatto il punto sulla transizione energetica e sui problemi che l'automotive si trova ad affrontare a livello continentale
Romano, 61 anni, tre figli, laurea in giurisprudenza e master in economia. Raffaelle Fusilli è il primo italiano ad esser stato nominato alla guida di Renault Italia, di cui è amministratore delegato da luglio 2021. Ha iniziato la sua carriera professionale proprio con la casa della Losanga nel 1988, prima di intraprendere un percorso internazionale che lo ha portato dalla Francia agli Stati Uniti. In precedenza ha ricoperto incarichi direttivi in Ducati, Maserati, Ferrari e Mercedes Benz Italia. Ha operato in oltre 60 mercati e gestito startup in Cina, Russia, India e Medio Oriente. Con lui abbiamo fatto il punto su mercato dell’auto, situazione internazionale, elettrificazione e prospettive per il 2023.
Si chiude un anno delicato per l’automotive in generale, tra strascichi della pandemia, conseguenze del conflitto nel cuore dell’Europa e carenza di componentistica. Che 2022 è stato per il Gruppo Renault?
Il 2022 è stato un anno particolarmente complesso, tra crisi della componentistica, dei microprocessori, guerra in Ucraina, la cessione della partecipazione in Avtovaz. Un anno decisamente complicato ma il Gruppo Renault ha reagito con grande resilienza, ottenendo risultati finanziari superiori alle attese e in anticipo di un anno e mezzo rispetto al piano Renaulution. Senza tutte le problematiche di cui sopra avremmo chiuso un anno senza precedenti. Tuttavia, quanto ottenuto sinora conferma quanto solide siano le fondamenta su cui oggi poggia l’azienda.
Dal primo gennaio il vostro amministratore delegato Luca De Meo sarà anche il presidente dell’Acea, l’associazione dei costruttori europei. La mission è chiara: puntare su transizione ecologica e digitalizzazione. Quanto è difficile realizzarla?
Il green deal è un‘opportunità strategica per l’Europa. Il nostro continente è la regione delle new technology a basso impatto ambientale, è in questo ambito che dovremo ulteriormente specializzarci. Come costruttori non contestiamo la direzione presa dalle nostre Istituzioni e la necessità di ridurre l’impatto del trasporto privato sulle città e sull’ambiente. Infatti, se confrontiamo la capacità di reazione alle nuove sfide del mondo dell’industria automotive rispetto a quello dell’energia e dell’infrastruttura non c’è confronto. Il processo di progettazione ed industrializzazione di una nuova auto richiede circa tre/quattro anni. Ma il nostro settore è stato capace di introdurre velocemente sul mercato un gran numero di veicoli elettrici, non c’è stata la stessa rapidità nell’installazione di una rete capillare di punti di ricarica e nello sviluppo di fonti di energia rinnovabili. La difficoltà del completamento della transizione ecologica è proprio qui, nella necessità che ogni singolo attore faccia completamente la propria parte e serve un’accelerazione di tutti. Sarà questa, credo, la sfida principale del nostro CEO come presidente dell’ACEA, per sostenere un equilibrio tra ciò che è positivo per l’ambiente e l’economia europea e ciò che è positivo per la società.
Nel nostro Paese la via dell’elettrificazione è più impervia che altrove. Come mai, secondo lei, e cosa si può fare per renderla più agevole?
E’ fondamentale procedere ad una diffusione intelligente dell’infrastruttura di ricarica, per ottenere una copertura capillare del Paese, una maggior praticità di utilizzo dell’auto elettrica e, quindi, la rassicurazione dei clienti. Le colonnine su suolo pubblico si stanno diffondendo progressivamente, ma non sono ancora sufficientemente distribuite per numero e per copertura geografica da costituire un’efficiente rassicurazione per il cliente interessato all’acquisto dell’elettrico. Se pensiamo che oggi si contano in Italia circa 33.000 punti di ricarica pubblici e che al 2030, per soddisfare le esigenze del parco circolante di vetture elettrificate che avremo a quella data (circa 6 milioni) ne serviranno fra 95.000 e 130.000, vediamo che il delta è enorme. Questo rimane ancora oggi uno dei freni principali all’acquisto di veicoli elettrici nel nostro Paese. Il secondo punto da affrontare sarà lo sviluppo delle fonti rinnovabili, determinante per la mobilità elettrica, sia per perseguire un ciclo pienamente virtuoso a zero emissioni dal punto di vista ambientale sia per ridurre i costi della ricarica. Sarà essenziale anche poter disporre di tariffe energetiche vantaggiose, che rendano l’auto elettrica un’alternativa valida e conveniente rispetto all’auto tradizionale. Oggi più che mai, la transizione tecnologica dell’auto s’intreccia con la transizione energetica verso le rinnovabili.
Il 2023 inizia dopo quattro mesi di ripresa del mercato, sia a livello nazionale che europeo. Quali sono la prospettive per il nuovo anno e quali le novità di prodotto Renault che proporrete?
Per quanto riguarda le prospettive del mercato globale, nel 2023 forse la crisi dei microprocessori si attenuerà leggermente. Non credo, invece, ci saranno miglioramenti a breve termine per quanto riguarda la logistica, quindi, tutta la tensione legata ai trasporti e, a meno che la crisi russo-ucraina non si risolva, anche quella sulle materie prime perdurerà nel 2023. I dati macroeconomici, dunque, sono figli di situazioni che esulano dal nostro controllo. Il 2022, soprattutto il secondo semestre, è stato fortemente impattato dall’effetto inflazione; prevediamo che il 2023 avrà una dinamica simile. In questo quadro, Renault si presenta avendo fatto “i compiti a casa” per quanto riguarda l’ottimizzazione dei costi e l’efficienza economica, e con un’importante offensiva prodotto soprattutto nel segmento C, grazie anche ad Austral che stiamo lanciando in queste settimane e che per volumi e redditività rappresenta un milestone nella gamma Renault. Parlando del mercato italiano, ci aspettiamo che nel 2023 sia in linea con quello del 2022, ossia intorno a 1,5 milioni di unità. L’80% delle nostre vendite sarà ancora nel canale a privati, il più redditizio del mercato, in coerenza con la nostra strategia di passare dal volume al valore. Ci auguriamo poi ovviamente un rafforzamento degli incentivi e dovremmo assistere ad un minor aumento dei prezzi rispetto al 2022. A livello di gamma prodotto, nel 2023 lanceremo un’auto 7 posti e, nel 2024, un suv coupé e la Scénic 100% elettrica.
La nuova strategia che De meo ha battezzato Renaulution è già al secondo step. A che punto siamo con la sua realizzazione? Ce ne dobbiamo attendere un terzo con l’anno che viene?
Abbiamo deciso di correre verso il cambiamento, come illustrato dal nostro CEO Luca de Meo in occasione del Capital Market Day di novembre, riorganizzandoci e riposizionandoci nelle nuove catene del valore dell’automobile: veicoli elettrici, software, nuove mobilità ed economia circolare, oltre ai veicoli termici ed ibridi. L’obiettivo è diventare un gruppo automobilistico della Prossima Generazione basandosi su 5 business unit specializzate. Abbiamo annunciato, ad esempio, la creazione di un’entità indipendente, Ampere, il primo pure player elettrico nato dalla disruption di un costruttore automobilistico tradizionale; sarà una leva strategica determinante per fare di Renault una marca 100% elettrica ad orizzonte 2030, ben prima di quando la regolamentazione lo richiederebbe. Possiamo muoverci velocemente e guidare la transizione tecnologica verso l’auto elettrica perché questo è un ambito che già oggi vede Renault all’avanguardia, con oltre 10 anni d’esperienza unica e oltre 500.000 VE venduti nel mondo. È un vantaggio competitivo significativo e ora stiamo accelerando. Nella primavera scorsa abbiamo lanciato Megane E-Tech electric, un’auto che con la sua avanzata tecnologia, la sua connettività, le sue sensazioni di guida uniche ha aperto le porte ad una nuova generazione di auto elettriche e molte sono le novità che introdurremo prossimamente, fra cui la reinterpretazione in chiave del tutto moderna di due veicoli leggendari ed iconici che saranno un punto di svolta decisivo per democratizzare le auto elettriche: la Renault 5 e la R4. Vogliamo contribuire affinché sia l’Europa l’epicentro di questa rivoluzione. E lo faremo con i migliori partner, fra cui Google e Qualcomm, strategici nel nostro percorso di evoluzione in una Tech company, e di sviluppo di una customer experience digitale unica.