Sono decine le segnalazioni provenienti dalle scuole di Torino e provincia, che da diverse settimane non vengono riscaldate adeguatamente e rimangono al freddo. Un problema che riguarda molte scuole del nord Italia. A Torino, superiori, medie ed elementari sono alle prese con il gelo. Si parla di temperature che arrivano fino a 12-13 gradi, talvolta al di sotto dei 10, e che non permettono di garantire il regolare svolgimento delle lezioni. Ai problemi strutturali si è aggiunta anche una nevicata che ha provocato guasti alle caldaie di diversi edifici e le reazioni degli studenti non si sono fatte attendere. Al liceo Gioberti i ragazzi hanno protestato uscendo in corridoio e rifiutando di continuare le lezioni, mentre gli studenti dell’IIS Enzo Ferrari hanno deciso di temporeggiare quando sono stati informati di un probabile intervento di manutenzione durante le vacanze natalizie. In alcune scuole i dirigenti hanno preso in mano la situazione, acquistando dei termoconvettori e smistando le classi in aule più calde.

“Alcune classi sono costrette a cambiare aula ogni ora per fare lezione”, spiega Matteo, rappresentante degli studenti al Ferrari. Stesso discorso all’IIS Galileo Ferraris di Settimo Torinese, dove la preside Cristina Reinero è stata costretta a trasferire alcune classi in un edificio esterno di pertinenza della scuola. “In queste scuola abbiamo tre impianti, di cui uno non funziona da ben quattro anni. Ad aprile un referente della Città Metropolitana aveva promesso un intervento durante l’estate, ma non è mai stato realizzato. Adesso sperano di tamponare garantendo l’accensione degli impianti per 20 ore, che comunque non sono tante se si considera che la scuola rimane aperta con persone all’interno dalle 7 alle 23”. Secondo la dirigente, senza interventi radicali sulle strutture la situazione è destinata a ripetersi ogni inverno. “Uno può accendere anche un caminetto, ma ci sarà sempre freddo se gli infissi sono vecchi e le strutture non sono coibentate”, commenta. Nell’attesa si ricorre a soluzioni di fortuna come stufette scaldabagno, coperte e giubbotti. “In ogni caso le bollette dei termoconvettori che saremo costretti a installare le pagherà la Città Metropolitana”, conclude. Per gestire i reclami, l’ente responsabile dell’edilizia scolastica ha istituito una piattaforma ad hoc a disposizione dei presidi. Ma le lamentele arrivano soprattutto dagli studenti e dai loro genitori. Diverse interpellanze sono state depositate anche nei consigli di Circoscrizione. “Lo sto denunciando in Conferenza dei servizi e anche all’Anci: riceviamo dallo Stato 22 milioni di euro e ne trasferiamo quasi 82 milioni per effetto della perequazione”, spiega Caterina Greco, consigliera metropolitana con delega all’Istruzione e al Bilancio. “Siamo la Città metropolitana più estesa d’Italia, con 312 Comuni e 160 edifici scolastici. Abbiamo bisogno di più risorse per svolgere le funzioni fondamentali”, commenta

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