Nel periodo delle feste di fine anno si moltiplicano le cene e i pranzi durante i quali è quasi inevitabile – e probabilmente necessario, almeno per la nostra salute mentale – consumare cibi “poco salutari”. Dovendo poi fare i conti con le frustrazioni (se si resiste), con i sensi di colpa (se si cede) e con la cintura dei pantaloni da allargare. C’è un’alternativa tra la resa sbracata all’abbondanza e una rigida e asociale astinenza? Certamente sì, a patto di cambiare prospettiva e di considerare più importanti dei sontuosi antipasti, delle fettuccine al tartufo e dei ravioli al brasato l’affetto, le buone relazioni, il senso di solidarietà e l’allegria che accompagnano le cibarie. Nei cenoni diventa allora fondamentale non tanto fare il bis di lasagne al forno, ma la chiacchiera premurosa con la nonna anziana e, perché no, il pettegolezzo benevolo sussurrato con complicità nell’orecchio della nipote adolescente.

Tuttavia, anche il corpo ha le sue esigenze. A questo proposito va fatta una premessa. Ciascuno dovrebbe, almeno a partire da una certa età, conoscersi e dunque essere in grado di fare i conti con le proprie caratteristiche e le proprie esigenze, e su queste misurare con consapevolezza le scelte, anche a tavola. Nella certezza che nessun alimento è nocivo in sé. Paracelso (medico svizzero vissuto a cavallo del 1500) affermava che “è la dose che fa il veleno”. Ciò vale per i farmaci, ma anche per il cibo. È quindi soprattutto una questione di dosi, ovvero di porzioni e di frequenze. Non fa bene, soprattutto alla nostra psiche, pensare che un piccolo assaggio o una porzione ragionevole possano produrre chissà quali sconquassi metabolici.

Per passare alla pratica, ecco qualche suggerimento:

Riducete al minimo gli antipasti con salumi e formaggi: sono bombe caloriche che appesantiscono lo stomaco ancora prima di iniziare.

Bene invece incominciare con un pinzimonio di verdure crude (carote, finocchio, sedano, radicchio rosso), ricche di fibre e di fattori protettivi. Rifiutate con garbo i bis e piuttosto gustate con una masticazione accurata quello che avete nel piatto: le sensazioni gratificanti generate da un piatto saporito e ben cucinato si moltiplicheranno e un precoce senso di sazietà vi aiuterà ad evitare gli eccessi.

– In ogni caso, non dimenticate che, dopo un pranzo eccezionalmente ricco e abbondante rispetto alle vostre abitudini, c’è sempre la possibilità di bilanciare questi eccessi adottando, nei giorni successivi, comportamenti più sobri. Per esempio, digiunando per una sera oppure privilegiando il consumo di frutta e verdura. Ottime anche le corroboranti, leggere e assai digeribili creme di zucca e porro oppure di carota e sedano rapa.

– Infine, non dimenticate che dopo un pasto più abbondante del solito, soprattutto se le giornate sono fredde, può far piacere sorseggiare una calda tisana digestiva. Provate questa, gradevole e di efficacia sperimentata. Mettete in un litro d’acqua bollente cinque foglie di alloro, la buccia (solo la parte gialla) di un limone, un cucchiaio di melissa, un cucchiaio di camomilla e un altro di semi di finocchio. Spegnete il fuoco, coprite e lasciate riposare per quindici minuti. Filtrate e gustate l’infuso ben caldo senza dolcificare.

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