Durigon, la segretaria e l’arte suprema del comando. Il leghista Claudio Durigon si è appena distinto per l’uscita choc sui laureati: “facciano anche i camerieri” dice. Ma in politica il metro di giudizio, si sa, è particolare. Succede infatti che Isabella Ciolfi, ex “segretaria particolare” di Durigon, sia assunta all’Ater di Frosinone ma da 14 anni lavori in realtà a Roma, nei palazzi della politica. Tanto che per lei, responsabile del tesseramento regionale del Carroccio, lasciato un posto se ne prepara un altro: a breve farà la segretaria di un altro senatore leghista. E restando sempre nei ranghi dell’organizzazione del Carroccio del Lazio, dove si vota a febbraio.
Una caso singolare quello della signora Ciolfi, che dall’anno scorso è anche segretario nazionale del comparto case di Fesica, il sindacato che rappresenta i dipendenti delle case popolari. Perché la sua vita “in comando” tra Camere e ministeri pone un paio di questioni: per legge, il comando dovrebbe avvenire solo tra amministrazioni pubbliche, e gli ex istituti delle case popolari non lo sono. Inoltre di norma dura tre anni. Ma è la stessa Ciolfi a chiarire: “Sinceramente non ricordo negli anni quando sono rientrata all’Ater, ma io vado e vengo quando finisce il contratto. Con l’ultimo ho lavorato presso la Commissione Finanze, come segretaria particolare dell’onorevole Laura Cavandoli (sempre Lega, ndr)”. Fino al 28 ottobre 2022, quando termina la legislatura. “Per questo sono appena rientrata rientrata nel mio ente, ma uscirò appena mi richiameranno. Molto a breve”. Ma non è tutto chiaro, tanto che se chiedi dove stia adesso, la risposta è: “In questo momento… sono… fuori!”. Se fuori Roma o Frosinone, non dice. Ma andiamo con ordine.
L’Ater di Frosinone è un ente delle case popolari come tanti ce ne sono. Non è che abbia personale di troppo ma, com’è come non è, da 14 anni a questa parte l’ente vigilato dalla Regione si vede arrivare richieste di disporre il “comando” della dipendente Isabella Ciolfi, inquadrata con un livello B1 del contratto privato di Federcasa. E regolarmente, autorizza il dipendente a prestare servizio altrove. L’ultimo volta è successo giusto un anno fa, quando al cda dell’ente la richiesta atterra su carta intestata della Camera dei Deputati: l’ufficio dell’onorevole leghista Cavandoli, chiede di disporre il comando “per le esigenze della sua segreteria particolare”. Stesso copione dal 2013 al 2018, quando a farne richiesta era il Mef, come “segretaria particolare” del direttore generale con delega alle commissioni finanze di Camera e Senato. E poi lo stesso Durigon, che nel 2018 la chiama al Ministero del Lavoro come “segretaria particolare” durante il Governo Conte I. Prima ancora? Dal 2008 al 2013 alla Camera, stavolta su richiesta del presidente della VI Commissione Gianfranco Conte, all’epoca del Pdl.
A conti fatti, dal 2008 al 2022, cioè per 14 anni, la signora Ciolfi è stata quasi sempre “in comando”, ben poco al suo posto a Frosinone. La qual cosa, come anticipato, rileverebbe più di un problema. Il comando infatti sarebbe possibile solo tra amministrazioni pubbliche ma se Camera e Senato lo sono certamente, l’Ater di Frosinone è un ente pubblico economico non una Pa. Così dite il Testo unico del pubblico impiego (D.P.R. n.3/1957) indicando il carattere temporaneo ed “eccezionale” del servizio presso altra amministrazione, qualora sia richiesta per una “speciale competenza”.. Lo ribadisce una legge dal 2001 (n.165 – art. 30 comma 2-sexies). E il principio viene anche ribadito da un parere della Presidenza del Consiglio il 14 ottobre 2014. Sul punto la Cionfi risponde: “Sono questioni che afferiscono agli enti che si accordano, poi ci sono organi revisori, insomma credo che se ci fosse questo tema non avrei fatto quel che ho fatto”. L’altro è relativo alla durata del comando che per definizione di legge sarebbe una “assegnazione temporanea una sede di servizio diversa”, annuale e con tre rinnovi massimo. “Ma io infatti quando termina torno giù, finché non arriva una nuova richiesta. Se tutto va bene, presto presterò servizio per un senatore della Lega”. Perché così è l’arte suprema del comando.
Sulla cui necessità forse bisognerebbe riflettere. Non si capisce bene quale vantaggio porti se la speciale competenza richiesta è poi quella di “segretaria particolare” di un politico. Più evidente è però il vantaggio che ne ha il “comandato”, che assume un ruolo di prestigio e potere, e una retribuzione che è parametrata agli standard di chi attiva il comando. “Non guadagno certo cifre pazzesche – dice la Ciolfi – ma le somme le decide l’ente che fa il comando. Come funzionaria b1 all’Ater prendo circa 30mila euro lorde, la Camera mi ha riconosciuto un compenso da funzionario di staff di segreteria, credo sui 36mila lordi, se poi ci sono maggiorazioni le decide sempre l’ente che fa il comando”. Insomma, è uno dei pochi “distacchi” per cui certo non si soffre e aiuta pure la carriera. Il cv della Ciolfi ripete la formula: “vista l’esperienza precedente…”. Certo migliore d’un “laureato-cameriere”, con buona pace di Durigon.