Parigi protesta dopo la strage compiuta venerdì 23 dicembre da un 69enne estremista di destra che, animato da sentimenti razzisti, come lui stesso ha confessato durante l’arresto, ha sparato in un centro culturale curdo, uccidendo tre persone e ferendone altre quattro.
Tensioni e scontri con la polizia sono scoppiati in Boulvard du Temple, vicino a Place de la République, dove è stata organizzata una manifestazione. Come riporta Le Parisien, dopo un inizio di protesta tranquillo, la manifestazione è degenerata: alcuni manifestanti hanno lanciato fumogeni, oggetti e arredo urbano contro la polizia che ha risposto con i lacrimogeni. A margine della manifestazione, sono stati dati alle fiamme auto e scooter, come si vede dalle immagini diffuse sui social dal giornalista di Brut, Remy Buisine. Secondo l’Ansa, almeno quattro auto sono state ribaltate, di cui almeno una incendiata e dei bidoni della spazzatura sono stati dati alle fiamme.
Il 69enne, durante il suo arresto, ha rivendicato di aver agito perché è “razzista“. A riferirlo una fonte vicina al dossier precisando che l’uomo, un macchinista in pensione, aveva accanto a sé una valigetta contenente “due o tre caricatori carichi, una scatola di cartucce calibro 45 con almeno 25 cartucce all’interno”. L’arma utilizzata è una “1911 Colt 45” dell’esercito americano “dall’aspetto logoro”.
Secondo il portavoce del Consiglio democratico curdo in Francia, Berivan Firat, citata da Bfmtv, ci sarebbero dei “provocatori” alla base dei disordini e degli scontri. Un “veicolo con la bandiera turca” sarebbe passato, facendo “il segno dei Lupi grigi” e “provocando i giovani”. I Lupi grigi sono un’organizzazione ultranazionalista turca, estremamente ostile nei confronti della comunità curda. Il ministro dell’Interno, Gérald Darmanin, aveva ordinato lo scioglimento di questa organizzazione di estrema destra nel 2020.
In centinaia, comunque, a Place de la République hanno sventolato bandiere della nazione curda e del Pkk, esibendo anche le foto di tre militanti curdi uccisi a Parigi nel gennaio 2013. Le persone in piazza hanno anche osservato un minuto di silenzio in onore di tutte le vittime e dei “curdi morti per la libertà”. In molti hanno denunciato quanto accaduto ieri come un atto “politico” e di “terrorismo”.
“Non abbiamo dubbi che siano degli omicidi politici. Il fatto che le nostre associazioni siano prese di mira rivela un carattere terroristico e politico”, ha dichiarato Agit Polat, portavoce del Consiglio democratico curdo in Francia (Cdkf), che ha anche qualche recriminazione da fare all’indirizzo delle autorità francesi per la mancanza di un piano per la sicurezza del circolo culturale preso di mira ieri dalla mano omicida ieri e delle altre entità curde in Francia. E fra i manifestanti non mancano quelli che evocano un coinvolgimento della Turchia.
Intanto anche a Marsiglia diverse centinaia di persone si sono radunate in centro, rispondendo all’appello dell’associazione per la difesa dei diritti dei curdi, Solidarietà e Libertà.
Dopo gli scontri, il Consiglio democratico in Francia ha deciso di porre fine alla manifestazione.