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Londra, sempre meno acquisti nelle vie dello shopping di massa: così i negozi chiudono e gli spazi si trasformano in punti di ritrovo

Questa è la trasformazione che ci racconta l’ultima analisi condotta dalla Bbc che fotografa come stanno progressivamente cambiando le vie dello shopping di massa, le High Streets, in Gran Bretagna. Il fenomeno, che interessa anche altre latitudini, era già inserito su un lento ed inesorabile cammino, ma la rivoluzione che cambierà il profilo delle nostre città rispetto a come siamo abituati a conoscerle

di Antonella Zangaro

Da loghi dove comprare cose a luoghi dove fare qualcosa; magari un tatuaggio. Questa è la trasformazione che ci racconta l’ultima analisi condotta dalla Bbc che fotografa come stanno progressivamente cambiando le vie dello shopping di massa, le High Streets, in Gran Bretagna. Il fenomeno, che interessa anche altre latitudini, era già inserito su un lento ed inesorabile cammino, ma la rivoluzione che cambierà il profilo delle nostre città rispetto a come siamo abituati a conoscerle ha subito una forte accelerazione per via del Covid e degli anni di Lockdown che hanno mutato le nostre abitudini di consumo e di vita. Ciò che sarebbe accaduto in cinque anni si è reso evidente in dodici mesi.

Ordnance Survey, osservando il fenomeno in essere nel Regno Unito, ha raccolto i numeri che certificano come nelle grandi città, a cominciare da Londra, le vie tradizionalmente votate agli acquisti di massa si stiano trasformando in luoghi dedicati all’incontro e alla fruizione di servizi che on line sarebbe impossibile ottenere, in primis, i tatuaggi. Questa trasformazione porta con sé conseguenze a tutti i livelli, a cominciare dal passaggio sempre più obbligato dall’acquisto con contanti, in loco, a quello con carta di credito usata sulle piattaforme dell’e-commerce ed il costante calo di sportelli dai quali ottenere banconote ormai sempre meno disponibili per le strade inglesi.Per capire questa trasformazione basta semplicemente guardarsi intorno e vedere il continuo e frenetico avvicendamento di negozi, l’effetto yo-yo tra aperture e chiusure e nuove aperture che portano anche un certo spaesamento nelle abitudini di consumo laddove fino a poco tempo fa i grandi magazzini (si pensi alla chiusura di Top Shop a Londra nel 2020 e di Debenhams) avevano rappresentato una meta assicurata.

Il tema, riflette Michael Raymond Mainelli, co-fondatore del Think Tank inglese dedicato al commercio, Z/Yen e ospite presso il Business Club Italia a Londra, è globale ma alcune realtà stanno accelerando nella trasformazione. Così prende ad esempio banche ed uffici che stanno abbandonando le loro sedi tradizionali spinti dalla capacità di fornire i loro servizi di back-office da remoto, senza avere la necessità di una sede, costosa e ormai superflua perché i servizi di front-office e le riunioni in presenza si svolgono in giro per il mondo, in sedi diverse. Così, Londra e Singapore diventeranno centri nevralgici. Perché continuare a pagare costosissimi uffici, se non strettamente necessario, invece che selezionare hub più versatili per le nuove esigenze di lavoro? “Milano è già avviata su questo trend”, chiosa Mainelli. Lo stesso vale per molti negozi che trovano molto più conveniente la bacheca sul sito internet piuttosto che un locale con personale dai costi sempre più onerosi.

Ed è a partire da queste esigenze che i palazzi, prima occupati da grandi magazzini, oggi si trasformano in abitazioni. La conseguenza di questa metamorfosi conduce a quello che si delinea essere un nuovo consumo delle città stesse. L’inchiesta condotta dalla BBC dimostra come il cambio di scenario abbia aperto alla creazione di nuove comunità, fatte di persone che nei negozi ora cercano sempre di più servizi di vicinato e beni da condividere in compagnia. E se caffetterie, fast food e locali dove comprare cibo da asporto la fanno da padrone, sorprendendo ogni previsione, è la crescita esponenziale dei negozi di tatuaggi, che segna il passo sopravanzando tutti. Da Marzo 2020 allo stesso mese del 2021 in UK i tatuatori sono cresciuti del +8,2% surclassando il ritmo dei “distributori di cibo” che sono incrementati del +7,2%.

Se si pensa che in Italia qualcuno ha già predetto che le cucine nelle abitazioni saranno sempre meno utilizzate, perché il pasto verrà acquistato già pronto da consumare, questa tendenza rafforza la previsione e, come sempre, lascia immaginare che, con i suoi tempi, anche il Belpaese è destinato a seguire questo trend diffuso. E qualcuno sarà forse stupito nel sapere che in Scozia il numero di parrucchieri ed estetisti ha superato quello dei pub con una crescita del +9%, a riprova del fatto che gli stili di vita cambieranno radicalmente. Ad ogni latitudine, con prerogative specifiche.

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