Don Gino Rigoldi si augura che questa vicenda "dia uno scossone" al Ministero per un carcere in cui "manca un direttore da 20 anni e ci sono lavori da 16". I ragazzi sono infatti scappati approfittando delle strutture di alcuni lavori in corso
Sono in corso le ricerche per trovare quattro detenuti evasi dal carcere minorile Beccaria di Milano. A scappare sono stati sette ragazzi, intorno alle 16.30 del giorno di Natale, ma in due sono stati ritrovati nelle ore successive. Il terzo è rientrato autonomamente in tarda mattinata e a convincerlo sono stati i genitori. Dopo l’evasione, nel penitenziario è stato anche appiccato un incendio e quattro agenti sono stati ricoverati per intossicazione: tre di loro sono stati dimessi, il quarto è ancora in ospedale ma non è in gravi condizioni.
La ricostruzione – Secondo quanto si apprendere dalla prima ricostruzione dell’evasione i sette ragazzi (cinque italiani, un ecuadoriano e un marocchino in carcere per furti e rapine, non per reati di sangue) hanno rotto una protezione in legno, sembra già cedevole, del cantiere attivo da anni: sei sono saliti sulle impalcature per poi calarsi da un muro più basso rispetto a quello che circonda l’Istituto. Uno, invece, per calarsi, come nei film, avrebbe utilizzato un lenzuolo. Quando hanno deciso di fuggire, sembra non in modo preordinato, si trovavano nel campo di calcio.
Il giorno dopo – A mezzogiorno di lunedì presso l’Istituto è arrivato in visita Giuseppe Cacciapuoti, direttore generale del personale del Dipartimento per la Giustizia Minorile, insieme al sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari e la presidente del tribunale dei minori di Milano Maria Carla Gatto. All’incontro era presente il cappellano don Claudio Burgio. Mentre Don Gino Rigoldi, storico cappellano dell’Istituto minorile Beccaria, parlando con i giornalisti ha dichiarato: “Mi telefoneranno, li riporterò indietro. Mi auguro che questa vicenda dia uno scossone” al Ministero per un carcere in cui “manca un direttore da 20 anni e ci sono lavori da 16“. I ragazzi sono infatti scappati approfittando delle strutture di alcuni lavori in corso.
Prima l’evasione e poi l’incendio – I sette ragazzi evasi hanno tutti tra i 17 e i 19 anni. Dopo la fuga, altri ragazzi reclusi hanno appiccato fuoco ai materassi e sono arrivati cinque mezzi dei vigili del fuoco per tenere la situazione sotto controllo. Già ieri sera sono stati trovati altri 2 ragazzi dei 7 evasi, si tratta di maggiorenni, uno dei quali è stato rintracciato, dalla polizia penitenziaria, a casa della suocera. Un altro sarebbe stato riaccompagnato in carcere da un familiare, secondo quanto riferito da fonti di polizia penitenziaria. Per la gravità dell’evasione sono rientrati in servizio tutti gli agenti reperibili.
L’allarme del cappellano – “Certamente a volte si ha la sensazione che i diritti dei minori siano davvero minori”, ha dichiarato don Claudio Burgio, cappellano del carcere Beccaria ed è anche il responsabile della comunità Kayros. Ci sono “lacune” ha spiegato all’agenzia Ansa da colmare per quanto riguarda il personale, non solo di agenti di polizia penitenziaria ma anche di educatori. Una “situazione annosa” in cui è difficile “gestire situazioni sempre più complesse, con ragazzi sempre più compromessi da esigenze psichiatriche”, aggravate dagli abusi di droga e alcol. “Nell’immediato occorre un’organizzazione all’altezza della situazione, per agenti ed educatori. Ne abbiamo parlato con il capodipartimento e con il sottosegretario. Il primo punto – ha sottolineato – è avere una situazione in sicurezza”. “Al momento qui ci sono una quarantina di ragazzi. A ristrutturazione terminata arriveremo a ottanta. I lavori vanno un po’ a rilento ma sembra che a maggio si aprirà un’altra ala“. Nel frattempo, ha raccontato don Claudio “spesso bisogna trasferire i ragazzi altrove, a volte al Sud rendendo per le famiglie le visite impossibili”. E poi c’è la questione del personale. “Manca stabilità. Spesso gli agenti restano un anno. Per trattare con i ragazzi ci vuole competenza e formazione e il continuo turnover non aiuta” ha aggiunto. Una questione che riguarda anche gli educatori. “La situazione non è diversa da quella di altre carceri dove si sono verificati tensioni ed episodi gravi come Bologna, Roma”.
I leghisti: “Sconcertati” – Il leader della Lega Matteo Salvini si è detto “sconcertato” per questa fuga. “Ci sarò oggi per incontrare il direttore, per capire come mettere in maggiore sicurezza non solo il carcere minorile di Milano ma anche tutte le carceri italiane perché troppo spesso ci sono episodi violenti”, ha detto a margine di una visita alla fondazione ‘Eris Onlus’ a Limbiate, in Brianza. Anche per il sottosegretario alla giustizia Andrea Ostellari, senatore leghista, l’evasione “è sconcertante”. “Visiterò di persona l’istituto. Ciò che è accaduto non si deve ripetere. Vanno individuate soluzioni efficaci e immediatamente disponibili per scongiurare episodi simili”. Negli istituti minorili, per ragioni connesse anche al sovraffollamento penitenziario nelle carceri, l’età dei detenuti – ricorda il segretario della Uilpa Gennarino De Fazio– “può arrivare fino 25 anni”.