L'amministrazione è stata sciolta a febbraio con una relazione dei commissari prefettizi dai toni durissimi: all'interno si dipingeva l’ente come permeabile alle pressioni della camorra, che sarebbe riuscita a infiltrarsi in numerosi appalti e servizi, spesso ottenuti con affidamenti diretti
Si può premiare il lavoro dei dirigenti di un comune sciolto per camorra? Certo che si può: accade a Castellammare di Stabia, dove scorrendo le pagine del decreto dei commissari straordinari si scopre che i risultati ottenuti dai vertici degli uffici sono stati ritenuti ottimi. In qualche caso vicini alla perfezione. E stiamo parlando dello stesso comune che a febbraio fu sciolto con una relazione dei commissari prefettizi dai toni durissimi, che dipingeva l’ente come permeabile alle pressioni della camorra, che sarebbe riuscita a infiltrarsi in numerosi appalti e servizi, spesso ottenuti con affidamenti diretti.
Il decreto commissariale 55/2022 della struttura guidata dal prefetto Raffaele Cannizzaro riconosce così alte retribuzioni di risultato per l’anno 2021. Con pagelle elevatissime, riportate nei giorni scorsi con minuziosa precisione dal quotidiano locale Metropolis: da un minimo di 78/100 per il dirigente dell’Urbanistica a un massimo di 97/100 per il segretario generale, il range nel quale si ritrovano i nove dirigenti del comune. Al dirigente dei servizi al cittadino, 84/100. Al dirigente dei servizi socio assistenziali, 93/100, al dirigente dei servizi finanziari, 88/100, al dirigente dei lavori pubblici, 83/100, al dirigente del settore ambiente 80/100, al dirigente della polizia municipale 89/100, al dirigente dell’unità di controllo di primo livello 91/100. Per loro scattano i relativi premi, proporzionati ai punteggi: dal 70 al 100%.
Vanno ricordate e ribadite tre cose. La prima è quella che concedere premi per gli obiettivi raggiunti è una procedura consolidata nelle amministrazioni locali. La seconda è che gli obiettivi sono scritti dalla giunta precedente allo scioglimento, quindi dalla politica che ha deciso le nomine dirigenziali. La terza è che i dirigenti in questione non risultano collegati alle ragioni dello scioglimento per camorra.
Resta il paradosso di fondo. Da un lato dirigenti che risultano eccellenti, profumatamente pagati anche per controllare. Dall’altro la camorra che sarebbe riuscita ad eludere quei controlli, penetrando – si legge nella relazione portata alla firma del ministro dell’Interno per il decreto di scioglimento – negli appalti dei rifiuti, della gestione del cimitero, dell’assegnazione delle spiagge libere attrezzate, del servizio di pulizia al Comune, delle strisce blu, della gestione dei beni confiscati alla criminalità organizzata. Con responsabilità politiche che ricadono alla giunta di centrodestra guidata dal sindaco Gaetano Cimmino. Tutte questioni che attengono sì all’organo d’indirizzo politico, che potrebbe non aver garantito il necessario controllo sugli atti. Atti sui quali però intervengono anche i vertici della gestione amministrativa.