Il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani era stato chiaro: “Domani sera, 28 dicembre, l’Italia avrà una nuova legge di bilancio. Verosimilmente intorno alle 19-20 inizierà il voto finale”. Ma la giornata si è complicata, prima con la relazione del Mef che tardava ad arrivare in Senato, poi con la protesta delle opposizioni che hanno occupato l’aula della Commissione bilancio. La seduta del Senato è slittata a dopo le 18. Poi una nuova sospensione dei lavori in attesa della conferenza dei capigruppo chiesta dalle opposizioni. Da lì la decisione: fiducia e voto finale sono posticipati a giovedì mattina, proprio mentre la presidente del Consiglio Giorgia Meloni dovrà tenere la sua (prima) conferenza stampa di fine anno. Un rinvio che nel merito cambia poco: palazzo Madama non ha comunque la possibilità di fare modifiche al testo visti i tempi strettissimi e la necessità di votare entro il 31 dicembre per evitare l’esercizio provvisorio.

La cronaca della giornata – Dopo due rinvii della seduta dell’Aula agli indirizzi mail dei senatori è arrivata poco dopo le 17 la relazione del Mef ma a quel punto è scoppiato lo scontro sui tempi. “Vogliono anticipare il termine emendamenti alle 19 di oggi. Mai visto anticipare i termini degli emendamenti. Di 13 ore! E tutto per approvare la legge in tempo per la conferenza stampa di Meloni il 29. Una vergogna. Quindi i lavori parlamentari andrebbero riorganizzati secondo le esigenze di Meloni”, ha commentato il senatore del Pd Antonio Misiani, parlando di una “forzatura inaudita”. La presidente del Consiglio terrà, infatti, la sua conferenza stampa di fine anno alle 11.30 di giovedì. Così l’opposizione ha chiesto al presidente La Russa di convocare una nuova capigruppo per ridefinire i tempi di esame sulla manovra. “Non si tratta di fare ostruzionismo o di rischiare l’esercizio provvisorio ma solo di provare a dare dignità alla discussione: la giornata a disposizione c’è e si potrebbe usare, è quella di domani”, ha detto la capogruppo del Pd al Senato, Simona Malpezzi, in un appello di tutte le opposizioni alla presidenza del Senato. “L’opposizione è unita – sottolinea Raffaella Paita – in questa battaglia comune per fare una discussione ordinata”.

L’occupazione della Commissione – E in attesa di una risposta di La Russa le opposizioni hanno occupato l’aula della commissione Bilancio, impedendo la ripresa dei lavori. Una ventina di senatori di Pd, M5s, Terzo polo e Avs hanno preso posto ai banchi della presidenza, scattandosi anche delle foto con i telefonini, nonostante i commessi di Palazzo Madama ricordassero che non è consentito. Dopo qualche minuto, la senatrice del M5s Mariolina Castellone, vicepresidente del Senato, ha cominciato a leggere ad alta voce la Relazione tecnica di passaggio della manovra da una Camera all’altra.

Il rinvio del voto – Grazie a questa protesta le opposizioni hanno guadagnato un giorno in più in Aula. “La conferenza dei capigruppo ha deliberato di all’unanimità di procedere domani con la discussione generale e di aprire dopodomani alle 9 la seduta con le dichiarazioni di voto, la successiva votazione per appello nominale e poi la votazione finale”, ha annunciato il presidente del Senato, Ignazio La Russa, prima di sospendere nuovamente la seduta. Pertanto il voto finale dovrebbe arrivare intorno alle 12 di giovedì. “Non volevano consentire al Senato di discutere la legge di bilancio”, il commento della capogruppo M5S al Senato, Barbara Floridia. “L’arroganza di questo governo e di questa maggioranza è davvero senza limiti. Siamo riusciti con estrema fatica a portare la discussione fino a giovedì. Poca roba, si vede che per le destre è più importante mandare i propri parlamentari a casa prima piuttosto che consentire una discussione degna della manovra”. “Forse un po’ di buonsenso è tornato e questa decisione restituisce dignità, di fatto, anche alla maggioranza che ha a questo a sua volta una possibilità di segnalare altri aspetti rispetto a quanto avvenuto alla Camera”, dice invece la capogruppo del Pd Simona Malpezzi.

Si è conclusa così la protesta delle opposizioni, dopo la seconda conferenza dei capigruppo della giornata, che ha rimodulato il calendario dei lavori. La commissione si è riunita per il parere, approvandolo in una decina di minuti. Il presidente del Senato ha “deferito” il testo alla commissione Bilancio in sede referente e a tutte le altre per i pareri, che devono arrivare in tempo utile perché la Bilancio “possa riferire all’assemblea domani per le 10”. Secondo il programma stabilito dalla conferenza dei capigruppo, La Russa ha spiegato che “la discussione comincia domani alle 10. Gli emendamenti devono pervenire entro tre ore massimo dall’inizio dei lavori della commissione”. I tempi per la discussione generale sono stati definiti in “sei ore e mezza. Ho proposto io – ha aggiunto – che circa il 25% dei tempi della maggioranza fossero decurtati, con l’accordo dei relativi capigruppo, e assegnati all’opposizione che ne ha fatto richiesta. Poi si passerà poi al voto degli articoli della seconda sezione del disegno di legge di bilancio e agli emendamenti. Poi sarà esaminata la prima sezione, che consta di un articolo. Il governo ha preannunciato l’intenzione di porre la questione di fiducia sull’articolo 1, quindi la conferenza dei capigruppo ha proceduto a organizzazione il relativo dibattito: si passerà direttamente alle dichiarazioni di voto giovedì dalle 9, in diretta televisiva. Una volta votato l’articolo 1, a conclusione della chiama si procederà al voto finale elettronico sul disegno di legge di bilancio nel suo complesso”.

Corsa contro il tempo anche alla Camera – E mentre a Palazzo Madama si cerca di fare in fretta, è corsa contro il tempo anche alla Camera dove l’opposizione cerca di fare ostruzionismo sul “decreto rave” che contiene tra l’altro le misure sull’ergastolo ostativo, sulle norme attuative della riforma Cartabia e sugli obblighi vaccinali. Un decreto che deve essere convertito in legge entro venerdì 30 dicembre, pena la decadenza. Nel primo pomeriggio la maggioranza, con Carolina Varchi di Fratelli d’Italia, ha chiesto nell’Aula della Camera lo stop anticipato della discussione generale sul dl rave per ridurre il numero di interventi all’opposizione. Nonostante il voto contrario dell’opposizione i deputati hanno approvato il taglio della discussione generale del decreto legge rave. Iscritti a parlare in Aula erano 98 deputati, per la maggior parte dell’opposizione, ai quali era riservato un tempo pari a 30 minuti ciascuno.

Voto di fiducia – Poi il governo ha posto la questione di fiducia. Lo ha annunciato all’assemblea di Montecitorio il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani. Le dichiarazioni di fiducia si svolgeranno domani alle 15.45, il voto di fiducia è previsto per le 17.25. E’ quanto si apprende al termine della capigruppo. Il termine per la presentazione degli ordini del giorno è stato fissato per le 10.30 di domattina. L’opposizione annuncia ostruzionismo ad oltranza sul decreto che scade il 30 dicembre. Per questo è già convocata per domani alle 14.30 una nuova capigruppo. In quella sede, in mancanza di accordi, la maggioranza potrebbe chiedere la seduta fiume, che si interrompe solo con il voto finale sul provvedimento.

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