Il regista: "Gli abbiamo scucito il film di dosso per aiutarlo a focalizzarsi su chi fosse Bonaparte. Ho dovuto rispettare quello che lui diceva perché era incredibilmente costruttivo. Joaquin ha reso il film più grande e migliore”
Joaquin Phoenix ha fatto riscrivere per intero il Napoleon a Ridley Scott. Potenza delle bizze o del talento delle star sulle pretese dell’autore (sempre che Scott lo sia mai stato), l’attore premio Oscar per Joker ha voluto che il personaggio dell’imperatore francese fosse più nelle sue corde e quindi ha chiesto a Scott, anzi allo sceneggiatore David Scarpa (quello di Tutti i soldi del mondo), di redigere da capo lo script utilizzando sue idee e suggerimenti. È stato lo stesso Scott, durante un’intervista a Empire, a rivelare quello che è accaduto durante il lungo set di Napoleon. “Joaquin è la persona meno convenzionale che possiate incontrare. Non deliberatamente, ma per via della sua intuizione. Se qualcosa lo disturba, te lo fa sapere. Per questo ha reso Napoleon qualcosa di speciale mettendosi continuamente in discussione”, ha spiegato il creatore di Blade Runner. “Con Joaquin possiamo riscrivere tutto questo accidenti di film perché lui non si trova(va) a suo agio. E questo è quello che è accaduto con Napoleon. Gli abbiamo scucito il film di dosso per aiutarlo a focalizzarsi su chi fosse Bonaparte. Ho dovuto rispettare quello che lui diceva perché era incredibilmente costruttivo. Joaquin ha reso il film più grande e migliore”.
Girato tra diversi scorci urbani e rurali inglesi, poi a Malta (come Il Gladiatore ndr) per la celebre battaglia di Tolone, Napoleon è oramai in post produzione con un costo che rasenta i cento milioni di dollari. Il film è sostanzialmente in mano ad AppleTv e ufficialmente non dovrebbe uscire in sala. Rimane il fatto che a differenza dell’epico e sottovalutato Waterloo di Sergei Bondarchuk, la coproduzione italo russa con Rod Steiger nei panni di Napoleone e allo script Mario Soldati, film che concentrava l’azione finale dell’imperatore nella battaglia che pose fine al suo dominio europeo, Napoleon di Scott si concentrerà su una linea narrativa piuttosto eccentrica, proprio di fronte a cotanto condottiero: la sua ascesa al potere imperiale attraverso la lettura del rapporto con la consorte Giuseppina (interpretata da Vanessa Kirby). Insomma come se avessero chiesto all’ammiraglio Nelson di scrivere la biografia di Napoleone. Speriamo quindi che Phoenix abbia apportato una riscrittura con giudizio per un personaggio storico ingombrante e non decifrabile attraverso il politicamente corretto come, sorta dittatore anticlericale, rivoluzionario risorgimentale ante litteram, fermato soltanto grazie al coalizzarsi di tutto il potere aristocratico europeo, cancellando confini e storie nazionali. Prima di Scott vanno annoverate pochissime tracce dell’imperatore francese al cinema: l’incredibile esperimento tecnico stilistico di Abel Gance datato 1927 che sarebbe dovuto finire proiettato su quattro schermi contemporaneamente e l’irrealizzato progetto di Stanley Kubrick (stimolato proprio dalla visione del capolavoro di Gance).