I nati nel 2004 possono tirare un sospiro di sollievo: il bonus di 500 euro da spendere in libri, cinema, teatri, concerti, musei, sarà ancora per tutti senza distinzione di merito e di reddito. Il Governo Meloni ha deciso di introdurre i paletti dell’Isee inferiore a 35mila euro e/o del 100 all’esame della maturità, dal prossimo anno. Non quindi per chi ha compiuto 18 anni nel 2022

“18App”, lo strumento ideato da Matteo Renzi nel 2016 per garantire a tutti i maggiorenni un contributo da investire in cultura, per 365 giorni è salvo. Ad annunciare il passo indietro di palazzo Chigi è stato il sottosegretario all’Economia Federico Freni che ha motivato la decisione “per ragioni contabili”. Sembra che ad ostacolare le scelte della politica siano stati proprio i tecnici in sede di Commissione Bilancio alla Camera. Va detto, tuttavia, che nella manovra resta tale e quale l’intenzione della maggioranza: viene solo rinviato il tutto di un anno. La premier e il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano restano convinti della necessità di smontare il meccanismo ideato dal leader fiorentino parlando di un sistema più equo che a conti fatti farà risparmiare un po’ di soldi allo Stato: la copertura passerà da 230 milioni a 190.

Dal prossimo anno, infatti, le carte saranno due. La prima sarà solo per i 18enni che hanno un Isee sotto la soglia dei 35mila euro. La seconda, invece, sarà rivolta a chi all’esame di Stato alla classe quinta della scuola secondaria di secondo grado, otterrà 100 all’esame della maturità. Ciascuna carta sarà del valore di 500 euro ma pur essendo distinte, saranno cumulabili tra loro: chi ottiene il massimo dei voti e ha un reddito Isee non superiore a 35 mila euro, porterà a casa mille euro da spendere in cultura. “Con queste misure diamo valore al merito e mettiamo in campo un sistema equo per rendere più accessibile la cultura ai giovani”. Così sostiene la presidente del Consiglio. Parole che non piacciono all’opposizione ma anche agli studenti e al mondo degli intellettuali. Proprio sul “Fatto Quotidiano.it” nei giorni scorsi, contro la decisione del Governo, erano intervenuti Corrado Augias, Dacia Maraini, Sandro Bonvissuto e la Rete degli studenti medi. A far pressione è stata anche l’Associazione italiana editori che in queste ore, a fronte del passo indietro della maggioranza, ha commentato: “Prendiamo atto con soddisfazione della scelta di Governo e Parlamento – ha detto il presidente Ricardo Franco Levi – di mantenere anche per il 2023 la 18app nella sua attuale forma universalistica, cioè per tutte le ragazze e i ragazzi che compiono la maggiore età. Il tempo che ci separa dall’entrata in vigore della Carta cultura giovani e della Carta merito, nel 2024, ci permetterà di affrontare il tema di come promuovere la lettura tra tutti i giovani e accompagnare l’editoria in una congiuntura economica difficile, a fianco e insieme al sostegno che Governo e Parlamento hanno voluto riservare alle famiglie più povere e agli studenti che si diplomano con il massimo dei voti”.

Intanto quelli della generazione 2003 che si sono registrati sul sito ufficiale entro lo scorso 31 agosto avranno tempo di spendere la loro quota fino al prossimo 28 febbraio.

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