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Alberto Dalmasso, il co-fondatore di Satispay: “Dovrei vendere per diventare ricco? Ma cosa vuol dire diventare ricco?”. E sul dibattito Pos e contanti: “Sono preoccupato”

Dall'impresa di biciclette del nonno alla famiglia che si è allargata con l'arrivo del secondo figlio e fino alla sua volontà di non vendere la sua impresa: "Cosa vuol dire diventare ricco? Se pensi in piccolo può bastare un’azienda da 50 milioni. Se pensi in grande invece...", ha detto al Corriere della Sera

“Mi fa ridere quando, dopo ogni round di finanziamento, mi chiedono “ma allora non vendi? Non ti interessa diventare ricco?” Ma in che senso? E poi cosa vuol dire diventare ricco? Se pensi in piccolo può bastare un’azienda da 50 milioni. Se pensi in grande invece…”. Parole di Alberto Dalmasso che nel 2013 ha creato Satispay, la app che permette di fare e ricevere pagamenti usando solo lo smartphone. Nel 2021 il volume dei pagamenti effettuati tramite l’app Satispay in negozio è stato pari a 700 milioni di euro (fonte Startupitalia.eu). Dall’impresa di biciclette del nonno alla casa che ora dovrà cambiare perché la famiglia si è allargata, Dalmasso ha da poco avuto il secondo figlio e si è raccontato in una lunga intervista al Corriere della Sera: “(…) Satispay cresce talmente tanto che ci obbliga a starle dietro e a continuare a imparare, i figli mi rendono più consapevole e fanno emergere delle forze che ignoravo. Se mi avessero detto che dormendo così poco avrei potuto continuare a vivere e lavorare non ci avrei creduto. Forse quando Amedeo e Lucio inizieranno a dormire io diventerò un super eroe“. Immancabile la domanda su cosa pensa del dibattito su Pos e contanti: “Si basa su un errore di fondo di una norma scritta dieci anni fa e superata da tecnologia e mercato: in un mondo di pagamenti elettronici in diverse forme parlare di obbligo di Pos o di carte di credito e di debito è sbagliato, non fa che alimentare lo scontro fra consumatori e piccoli esercenti. Quest’anno credo sarà il primo in cui i pagamenti elettronici saranno più della metà di tutti i pagamenti retail in Italia: io sono però preoccupato perché non si stanno trattando i temi giusti. Gli esercenti dovrebbero essere stimolati a digitalizzarsi, ma non perché poi li controlli e non evadono, ma perché se no chiudono. Perché altrimenti la gente va nel negozio di fianco, perché se no il turista neanche ci entra e non torna in Italia l’anno, perché è stufo di essere in un Paese dove devi pagare con il contante. Il punto è che tutto il dibattito non doveva esserci, il concetto da far passare è: digitalizziamo, aiutiamo a digitalizzare, sosteniamo l’esercente. Io sono convinto che l’esercente fisico avrà un ruolo enorme in futuro quando avremo molto più tempo libero e non lo passeremo — spero per tutti — in casa a ordinare online e calare dalla finestra la carrucola sul rider. Spero che usciremo, passeremo tempo fuori, e l’esperienza nei negozi deve essere migliorata con la digitalizzazione”.