L'atto a prima firma di Enrico Costa impegna il governo "a predisporre, con una rivisitazione organica, il ripristino della disciplina della prescrizione sostanziale in tutti i gradi di giudizio". E dall'esecutivo arriva parere favorevole: l'ennesimo segnale dell'intenzione di smantellare tutti i punti caratterizzanti della legge Spazzacorrotti. "Anche in questa legislatura siamo trainanti sulla giustizia", festeggia il vicesegretario di Azione
Cancellare la riforma della prescrizione introdotta nel 2019 dalla cosiddetta legge Spazzacorrotti, che blocca il decorso del termine dopo la sentenza di primo grado. L’ennesimo assalto alla normativa voluta dall’ex ministro della Giustizia M5s Alfonso Bonafede arriva da un ordine del giorno di Azione-Italia viva al decreto Rave in discussione alla Camera, che impegna il governo “a predisporre, con una rivisitazione organica, il ripristino della disciplina della prescrizione sostanziale in tutti i gradi di giudizio, rimuovendo le criticità derivanti dalla legge 3/2019″, cioè appunto la Spazzacorrotti. Il primo firmatario è Enrico Costa, vicesegretario di Azione, noto per le sue posizioni iper-garantiste e attuale presidente della Giunta per le autorizzazioni di Montecitorio. Ma l’atto porta le firme di tutti i deputati del gruppo di Renzi e Calenda. E sul testo è arrivato anche l’ok ufficiale del governo, che ha dato parere favorevole: “Il governo ha detto sì al nostro ordine del giorno per ritornare alla prescrizione sostanziale ante-Bonafede. Un indirizzo chiaro per ripristinare una colonna del nostro sistema processuale abbattuta da M5s. Anche in questa legislatura siamo trainanti sulla giustizia“, festeggia Costa.
Il Governo ha detto SI’ al nostro ordine del giorno per ritornare alla prescrizione sostanziale ante-Bonafede. Un indirizzo chiaro per ripristinare una colonna del nostro sistema processuale abbattuta da M5S. Anche in questa legislatura siamo trainanti sulla giustizia.
— Enrico Costa (@Enrico__Costa) December 29, 2022
L’effetto della norma Bonafede in realtà è già stato quasi neutralizzato dalla riforma del processo penale varata dalla sua successora in via Arenula, Marta Cartabia, che ha introdotto il meccanismo dell’improcedibilità: anche se la prescrizione sostanziale (cioè l’estinzione del reato) non esiste più dopo la sentenza di primo grado, il processo “muore” comunque se non si conclude entro due anni in Appello e un anno in Cassazione (con alcune eccezioni per i fascicoli particolarmente complessi). L’approvazione dell’odg non avrebbe effetti immediati, trattandosi di un atto di indirizzo. Sarebbe però l’ennesimo segnale dell’intenzione del governo di smantellare tutte le previsioni più importanti della legge anticorruzione, dopo la restituzione dei benefici penitenziari ai condannati per reati contro la p.a. (approvata con un emendamento allo stesso dl Rave) e al disegno di legge per impedire di far ricorso alle intercettazioni mediante trojan nelle indagini su quegli stessi reati.
Nel testo dell’odg, Costa ricorda che “la riforma Cartabia non ha modificato il principio di sospensione della prescrizione sostanziale dopo la sentenza di primo grado fissato dalla riforma Bonafede, configurando piuttosto un’ipotesi di improcedibilità in appello”. E quindi, sostiene, “pur dovendosi apprezzare la scelta di ovviare alle macroscopiche criticità derivanti dalla Spazzacorrotti, non può non rilevarsi la necessità di ripristinare definitivamente la disciplina sulla prescrizione in un quadro di coerenza sistematica; l’allungamento dei tempi processuali”, aggiunge, “non solo collide con gli obiettivi del Pnrr che, al contrario, ne impongono una significativa riduzione, ma si pone altresì in aperto contrasto con i princìpi costituzionali di presunzione d’innocenza, funzione rieducativa della pena e ragionevole durata del processo”.
Durissima la reazione del M5s con il capogruppo a Montecitorio Francesco Silvestri: “È sconcertante notare come il governo, in sodalizio con il terzo polo di Renzi e Calenda, ormai parte ufficiosa dell’esecutivo Meloni, continui a concentrare la sua azione sul garantire praterie di impunità per coloro che commettono reati invece che per sostenere cittadini e imprese in difficoltà”, scrive in una nota. “Come abbiamo più volte denunciato, l’attacco a tutti i presidi di legalità è diventato ancor più feroce con l’avvicinarsi delle fasi più delicate nella gestione delle risorse del Pnrr, e cioè proprio quando ce ne sarebbe più bisogno. Questo governo ha fatto una scelta chiara: attuare un sovranismo dell’illegalità da far pagare ai vulnerabili per stendere tappeti rossi a colletti bianchi, evasori e corrotti. Per noi tutto questo è inaccettabile e ci batteremo con tutte le nostre forze per difendere quella parte di Paese onesto che si vede ogni giorno calpestato da questo esecutivo“, attacca Silvestri.