Anche all'aeroporto di Roma sono ripresi test per i voli provenienti dalla Cina. Lo Spallanzani: "Sequenziare i tamponi positivi per monitorare la comparsa ed intercettare precocemente l’arrivo di nuove varianti". Pechino: "La situazione è sotto controllo"
L’allerta sulla situazione in Cina – ospedali in affanno, altissima circolazione del virus, vaccinazioni con percentuali alte (89% al 13 dicembre scorso, ndr) ma con composti che hanno una efficacia considerevolmente inferiore a quelli a Rna messaggero, l’abbandono improvviso della strategia zero Covid – comincia a destare preoccupazione in molti paesi. E così dopo una breve valutazione, e i primi dati in arrivo, è arrivata la decisione del governo: “Ho disposto, con ordinanza, tamponi antigenici Covid 19 obbligatori, e relativo sequenziamento del virus, per tutti i passeggeri provenienti dalla Cina e in transito in Italia. La misura si rende indispensabile per garantire la sorveglianza e l’individuazione di eventuali varianti del virus al fine di tutelare la popolazione italiana. Riferirò più dettagliatamente nel corso del Consiglio dei ministri convocato oggi” fa sapere il ministro della Salute, Orazio Schillaci. Da alcuni giorni gli esperti chiedevano misure di prevenzione in considerazione dell’altra circolazione del virus nella Repubblica Popolare, l’abbandono della strategia Zero Covid e la ripresa delle emissioni dei passaporti. “La strategia della Meloni di far finta che il Covid non esiste più e che tutto sommato dei vaccini si può fare a meno mi pare fallita. Come sempre la realtà è più forte della comunicazione” afferma l’ex ministro della salute e segretario di Articolo Uno, Roberto Speranza, conversando con l’Ansa fuori Montecitorio.
Malpensa, un positivo su due dal 26 dicembre – Quasi un passeggero su due, tra quelli che il 26 dicembre sono arrivati a Malpensa dalla Cina a bordo di due voli, sono risultati positivi al Covid dopo il tampone non obbligatorio predisposto dalla Regione Lombardia. “Sul primo volo – ha spiegato l’assessore di Regione Lombardia al Welfare Guido Bertolaso – su 92 passeggeri sono 35 (38%) i positivi. Nel secondo, su 120 passeggeri 62 (il 52%) sono positivi”. Adesso “abbiamo attivato la procedura per il sequenziamento domani mattina avremo i primi risultati”. Dal 26 dicembre il tampone è offerto ai passeggeri gratuitamente per permettere il sequenziamento su iniziativa dell’Ats Insubria e della Regione Lombardia. Un banner sul sito dell’hub informa i passeggeri della nuova disposizione che sarà valida fino al 30 gennaio, con un rimando al sito Viaggiare sicuri. Lunedì sono stati eseguiti 90 tamponi, oggi 120 e domani si avranno i primi risultati sul sequenziamento. Misure di difesa dal virus sono state decise anche in Paesi come Giappone, India e Taiwan, dove i tamponi sono però obbligatori. E così all’improvviso sembra essere tornati indietro nel tempo.
A Fiumicino tamponi in ingresso – Anche all’aeroporto di Roma sono ripresi test per i voli provenienti dalla Cina. “In attesa delle disposizioni nazionali riprendono i test all’aeroporto internazionale di Fiumicino per i voli che provengono dalla Cina – fa sapere l’assessore alla Sanità del Lazio Alessio D’Amato. – I test si svolgeranno con le consuete modalità, sotto la supervisione dell’Istituto Spallanzani e con il supporto delle USCAR regionali. Non dobbiamo abbassare la guardia, le ultime notizie sul Covid ci spingono a tenere alta l’attenzione”. L’area test Covid nello scalo romano doveva essere chiusa a fine anno. Visto l’evolversi della situazione in Cina e le nuove disposizioni regionali nell’area, che si trova agli Arrivi del Terminal 3, rimarrà attivo un presidio per controlli su specifiche destinazioni. I passeggeri sbarcati a Fiumicino e provenienti dalla Cina che risulteranno positivi al test sul Covid saranno isolati in apposite strutture. Attualmente non ci sono più i covid hotel, smantellati col rientrare dell’emergenza, ma chi sarà trovato positivo al test verrà ospitato in strutture sanitarie ad hoc ancora attive. Il test è facoltativo ma particolare attenzione, si apprende da fonti regionali, sarà riservata ai sintomatici.
Anche a Capodichino (Napoli) test anche chi arriva da scali – Anche il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ha firmato una ordinanza che prevede maggiori controlli e monitoraggio anti-Covid per chi sbarca all’aeroporto di Napoli Capodichino e che ordina “ai viaggiatori in arrivo all’aeroporto internazionale di Napoli dalla Repubblica Popolare Cinese, anche attraverso scali nazionali e/o internazionali di sottoporsi a tampone molecolare e/o antigenico” presso i presidi “organizzati all’interno dell’aeroporto medesimo”. In caso di positività, scatterà l’obbligo “di osservare l’isolamento fiduciario prescritto dalla normativa vigente e di sottoporsi a tampone molecolare per ulteriori approfondimenti ed eventuale genotipizzazione.
Gli esperti: “Giusto potenziare i controlli” – L’altissima circolazione del virus – con stime che parlano di un milione di contagi e 5mila decessi al giorno – preoccupa gli esperti in realtà da diversi giorni. “È necessario non farsi trovare impreparati rispetto a quello che potrebbe succedere – avverte Fabrizio Pregliasco, docente dell’Università Statale di Milano – È giusto il potenziamento dei controlli rispetto ai viaggiatori in arrivo dalle aree interessate, l’incremento della sorveglianza virologica, con monitoraggio e sequenziamento virale”. Perché la situazione cinese “magari è qualcosa che non avrà conseguenze – ragiona Pregliasco – però una diffusione così ampia e veloce, in un contesto in cui tante nuove varianti possono emergere, va tenuta assolutamente a bada con interventi istituzionali e internazionali”. L’invito è a “mantenere alta l’attenzione, con un ruolo che deve essere anche dell’Europa e dell’Organizzazione mondiale della sanità”. Il tutto “proprio per non farci trovare impreparati – ripete Pregliasco – in un’ottica di ‘pre-occupazione’, senza isterismi o negatività e sempre con un richiamo all’importanza della vaccinazione. Stiamo sereni e tranquilli, riprendiamo la nostra vita perché abbiamo battagliato per anni – conclude – ma restiamo vigili”.
“La Cina paga un prezzo per aver fatto una strategia diversa da tutto il resto del mondo, quella dello ‘zero Covid’, in accoppiata con un vaccino inefficace” riflette il virologo Massimo Clementi, professore emerito dell’Università Vita-Salute San Raffaele, secondo cui c’è questo mix di fattori alla base del boom di contagi con cui si sta misurando il gigante asiatico in questi giorni. “Zero Covid e un vaccino non efficace come quello che hanno fatto i Paesi occidentali – spiega all’Adnkronos Salute – e adesso la Cina paga un prezzo di infezione, ma non è chiaro ancora quanto alto in termini di malattia grave. E speriamo che questo non determini un cambiamento genetico del virus”, dice l’esperto che ha diretto per anni il Laboratorio di microbiologia e virologia dell’Università. Il rischio di una nuova variante, che nasca sull’onda dell’elevata circolazione del virus in una popolazione da quasi 1,5 miliardi di persone, c’è. Ma se dovesse succedere, “finché la variante rientra nell’ambito della famiglia Omicron non credo che ci sia un grosso rischio“, evidenzia Clementi. “Il problema della Cina è che è tutto un po’ sfumato dal fatto che non capiamo bene” la situazione, osserva lo specialista. “Perché prima c’è questa volontà draconiana di perseguire Zero Covid e adesso, improvvisamente con uno schiocco di dita, tutti liberi. Questo oggettivamente sembra un po’ singolare. Ci sono delle motivazioni, ovviamente: si sono accorti che l’approccio ha isolato la Cina, anche economicamente. Tutto questo, però, non è avvenuto in un momento soltanto, è avvenuto nel tempo. Ed è un po’ singolare – conclude Clementi – che per un Paese così grande ci sia una decisione così improvvisa” di virare le politiche anti-Covid dalla chiusura totale all’apertura.
“È assurdo pensare che i tamponi ai passeggeri in arrivo dalla Cina a Malpensa o Fiumicino possano fermare il virus, è quasi inutile se lo fa solo l’Italia: è come fermare il vento con le mani” dice all’Adnkronos Salute il virologo Mauro Pistello, direttore dell’Unità di virologia dell’azienda ospedaliera universitaria di Pisa, vicepresidente della Società italiana di microbiologia. Secondo Pistello “serve un intervento globale, dell’Oms o dell’Europa. Serve mettere in quarantena la Cina ed evitare che arrivino voli in Europa”. “L’evoluzione del Sars-CoV-2 in Cina ha una sua storia diversa dal resto del mondo, ci sono comunità chiuse con grandi focolai dove il virus potrebbe mutare molto rapidamente – spiega il virologo – Inoltre in Cina il virus non è sottoposto alla stessa pressione, frutto delle campagne vaccinali, all’uso di antivirali e monoclonali, che sta subendo in occidente. Ora non sappiamo se questa ondata è dovuta ad una variante Omicron, si parla della sottovariante XBB.1.5 o ‘Gryphon’ ma non ci sono dati certi. Ma se non è questa potrebbe essere una altra variante“.
Spallanzani: “Caratterizzazione molecolare con analisi di sequenza nei casi positivi” – “Potenziamento della sorveglianza mediante test antigenici per chi proviene in particolare dalla Cina, e caratterizzazione molecolare con analisi di sequenza nei casi positivi. Sarebbe meglio se il coordinamento dei tamponi di sorveglianza avvenisse a livello europeo – fa sapere l’Istituto Spallanzani di Roma -. Un intervento di questo tipo servirebbe a monitorare la comparsa ed intercettare precocemente l’arrivo di nuove varianti – è detto nel documento -, sia come nuove evoluzioni di Omicron che come nuove varianti diverse da Omicron, e a predisporre eventuali misure quarantenarie selettive“. “Potenziamento della sorveglianza mediante test antigenici per chi proviene in particolare dalla Cina, e caratterizzazione molecolare con analisi di sequenza nei casi positivi. Sarebbe meglio se il coordinamento dei tamponi di sorveglianza avvenisse a livello europeo”. Il “problema Cina oggi va affrontato con tempestività e coesione internazionale. I dati, pochi e poco trasparenti, stanno creando timore nella comunità internazionale, anche quella scientifica”. Il timore “è che, in un paese con un alta percentuale di non vaccinati in cui sono stati utilizzati vaccini poco efficaci che danno una bassa protezione di popolazione, una così forte crescita esponenziale dei contagi possa generare la selezione di una nuova variante, molto più immuno-evasiva e trasmissibile“. Il rischio, ragionano gli esperti dello Spallanzani, è che la nuova variante “traghetti l’evoluzione di SARS-CoV-2 oltre Omicron, la variante dominante a livello globale ormai dalla fine del 2021”. Lo Spallanzani afferma, inoltre, che “al momento, le poche informazioni che arrivano dalla Cina indicano che le varianti che stanno alimentando questa nuova imponente ondata di contagi sono le stesse che già circolano da tempo a livello globale, ancora quindi all’interno delle sottovarianti di Omicron“.
“Fare pressione per chiedere trasparenza dei dati” – Cresce nell’opinione pubblica internazionale la preoccupazione per il diffondersi del virus in Cina. Abbiamo, da sempre, affermato che non si esce definitivamente da questa pandemia se non si guarda anche fuori del nostro Paese, non solamente come fatto etico, che si può anche non condividere, ma soprattutto per motivi di sanità pubblica. Ricordate ‘un biglietto-un tampone’? Abbiamo reso Fiumicino l’aeroporto più sicuro d’Europa – scrive su Facebook il direttore dell’Inmi Spallanzani di Roma, Francesco Vaia – Adottiamo misure che ci consentano di non tornare indietro. I nostri sacrifici, i sacrifici degli italiani non vadano dispersi”. Per arginare l’aumento di casi di Covid i “un’ulteriore misura dovrebbe consistere nell’aumento delle pressioni sulla Cina, tramite l’Oms, le Nazioni Unite, la diplomazia e la comunità scientifica internazionale, per esigere una maggiore trasparenza sui dati“.
“È antiscientifico e incomprensibile che la Cina non dia i dati sul Covid, ma è grave anche il silenzio dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) su questa scelta. Non vogliono sapere cosa stia realmente succedendo”. A fronte di questo comportamento “sarebbe necessario introdurre in Italia tamponi molecolari a chi arriva dalla Cina, soprattutto in vista del capodanno cinese” dice Massimo Ciccozzi, ordinario di Epidemiologia e statistica medica all’Università Campus Biomedico di Roma.
Le autorità di Pechino, precisa l’epidemiologo, “hanno fatto un errore dopo l’altro: prima un lockdown stretto con un virus in cui il contagio zero non esiste. Quindi, dopo le proteste, hanno aperto ed eliminato controlli in modo indiscriminato come nessun altro Paese ha fatto. A questo si aggiunge il fatto che hanno un vaccino a vettore virale con una copertura del 60% rispetto alla malattia grave a fronte di una copertura che supera il 90% con i vaccini a mRna. E soprattutto, questo vaccino lo hanno dato solo a giovani e adulti in età lavorativa, mentre tra gli 50 anni il tasso di vaccinazione è bassissimo”. Insomma una lunga sfilza di scelte discutibili, a cui si unisce quella di non pubblicare più informazioni sull’epidemia. “Un comportamento anti scientifico e ancor più grave è il comportamento dell’Oms che non bacchetta la Cina chiedendole, in quanto parte dell’organizzazione, dei dati che sono necessari per una sorveglianza globale, come globale è questa epidemia”. Non bisogna dimenticare, aggiunge Cicozzi, che “come abbiamo visto a nostre spese, più corre il virus, più muta e più aumenta la possibilità di nuove varianti. Da noi l’epidemia è sotto controllo ma il 21 gennaio c’è il Capodanno cinese ci sarà un viavai di arrivi e partenze da e verso il paese di origine“. L’unica risposta, conclude, “è introdurre l’obbligo di tampone all’arrivo in Italia. Non basta però un test, che sappiamo dà un 30% di falsi negativi. Serve tampone molecolare con isolamento fino al risultato“.
La Cina: “Situazione sotto controllo” – Il governo cinese ha assicurato che la situazione epidemiologica relativa a Covid-19 nel Paese è “sotto controllo”, malgrado il rimbalzo dei casi rilevati nelle ultime settimane dopo l’allentamento delle restrizioni. “In questo momento l’evoluzione della situazione epidemiologica in Cina è come prevista ed è sotto controllo”, ha detto il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Wang Wenbin, spiegando che “Pechino è stata la prima a superare il picco dell’epidemia e la produzione e la vita stanno gradualmente tornando alla normalità”. “Tutti i Paesi del mondo attraversano un periodo di adattamento quando adeguano le loro politiche di prevenzione dell’epidemia e il caso della Cina non è diverso”, ha affermato, sottolineando che le autorità stanno lavorando per contenere la situazione in tutto il Paese. Wang ha lamentato che “alcuni media occidentali hanno deliberatamente esagerato o addirittura distorto l’adeguamento nella politica cinese di prevenzione e controllo dell’epidemia, evitando di parlare del prezzo elevato che il Paese ha pagato per la prevenzione di fronte alla pandemia”, secondo il cinese portale Sina. “Il fatto è che negli ultimi 3 anni, dall’inizio della pandemia, il governo cinese ha sempre messo le persone e la vita al di sopra di ogni altra cosa”, ha rimarcato. “Da una prospettiva globale, il tasso di malati gravi e morti in Cina è il più basso”, ha concluso. Il governo cinese ha annunciato lunedì che a partire dall’8 gennaio riaprirà i suoi confini ed eliminerà la necessità della quarantena, un nuovo passo nell’allentamento delle restrizioni imposte dalla pandemia di coronavirus. La National Health Commission cinese ha annunciato domenica che smetterà di pubblicare i casi giornalieri di positivi al Sars-CoV-2, poiché il Paese vede un aumento dei casi dopo aver allentato alcune restrizioni. Circa 248 milioni di persone in Cina, il 18% della popolazione, sono risultate positive al coronavirus nelle prime 3 settimane di dicembre.